Alla cortese attenzione di Tashtego

Sesso, droga, ma non rock’n’roll. Tanto nuoto, invece. Anche se in fondo, Amaury Leveaux ha sempre avuto uno stile rock. Personaggio atipico, indipendente, che non ha mai avuto paura di dire quel che pensa. Come certifica anche la sua autobiografia, intitolata appunto Sesso, droga e nuoto, edita da Fayard, dove l’ex campione svela retroscena scomodi di un ambiente sano solo in apparenza. Tra serate a base di alcol, cocaina e sesso sfrenato. Mai però con Laure Manaudou, un amore rimasto platonico.
PLATONICO — Alla nota ex collega, Amaury, un oro e tre argenti olimpici tra Pechino e Londra, dedica un capitolo: "Non siamo mai passati all’atto, ma tra noi è successo qualcosa di strano, impalpabile, forte, indimenticabile". Amaury ricorda che la Manaudou ha avuto varie relazioni con colleghi di vasca, non con lui, nonostante "sguardi complici, tanti messaggini e lunghe chiacchierate su Skype".

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Laure Manaudou. (Afp)
A letto avrebbero potuto finirci all’Olimpiade di Atene nel 2004: "Con lo sguardo mi fece capire che voleva passare la serata con me, esitai, ma scelsi gli amici della nazionale". Una nottata che l’allora 18enne Leveaux visse nella trasgressione: "Su una terrazza ebbi un rapporto con una tipa, poi gli altri a turno o a gruppetti fecero lo stesso. All’alba finimmo in un locale di striptease e c’è chi andò a far sesso nella backroom". Con Laure, invece, ci andò Benjamin Stasiulis, "nonostante sapesse del mio amore segreto". E l’amicizia tra i due si interruppe.
PROSTITUTE — In ogni caso, Leveaux e gli altri amici di nazionale non si sono mai lasciati andare a sentimentalismi: "Nel mondo del nuoto i rapporti non sono come nella vita normale. Ci si diverte più facilmente, le coppie si fanno e si disfano di continuo. I nostri corpi non hanno segreti ed è più facile se sei giovane, muscoloso e abbronzato. Le ragazze sono più disponibili e fanno bene". Poi, se in più c’è l’adrenalina delle Olimpiadi, la festa è assicurata. Nel 2008 a Pechino, una volta finito il periodo delle gare, scattò l’altra competizione: "Tornare in hotel in dolce compagnia". E se non era l’hotel, ecco la via delle prostitute, per farsi adescare e consumare rapporti furtivi dietro i cassonetti della spazzatura. Meno trash fu l’ambiente a Londra nel 2012, dove Amaury, fumatore incallito, vinse l’oro nella staffetta 4x100 stile libero: "Una sera raggiunsi un collega nell’appartamento della Pr di una discoteca, lo ritrovai sdraiato su di lei a tirar coca tra i suoi seni". Amaury non fa nomi, ma il collega in questione è "un bel ragazzo della nazionale, tra i preferiti del pubblico".
VIP — E non sono da meno le nottate parigine, da atleta richiesto negli appartamenti dei vip, sempre alimentate da sesso libero, fiumi di alcol e droga. Cocaina in genere, cui Leveaux dedica un capitolo, partendo dalla sua prima esperienza, da 18enne, in vacanza. Ma nella nazionale francese "c’è chi si fa qualche riga ogni tanto e chi si sniffa intere autostrade". Il doping vero, Amaury , che grazie al nuoto sfuggì a un’infanzia difficile, lo associa invece a certe vittorie sospette, come quelle del brasiliano Cielo, "venuto fuori dal nulla per vincere l’oro ai Mondiali del 2009". Abbastanza per alimentare il sospetto di un Leveaux che il doping se lo fece descrivere al Lagardere Paris Racing Club da una nuotatrice della nazionale russa dove "ogni nuotatore ha un omonimo per i controlli e subisce iniezioni di testosterone". Il francese, che ormai fa il consulente per aziende, giura di non essersi mai dopato, preferendo "qualche coppa di champagne, vodka e rosé, con il rischio di ridurre la qualità delle prestazioni in vasca". Ma almeno fa più rock.
 
È in Roma rinomanza di un padre Patta confessore, che non potendo credere a una certa continenza protestatagli da un suo penitente, gli dicesse: «Figlio, venite davanti» e portatosi questi innanzi al confessionale, a lui soggiunse: «Datela ad intendere a questi cogli.oni».
 
A meno che non riusciremo a colonizzare un altro pianeta che abbia le stesse caratteristiche della Terra, l'umanità è destinata a scomparire fra non più di 1000 anni. Questa la previsione fatta dal celebre fisico Stephen Hawking. Solo 1000 anni. Un lasso di tempo che potrebbe sembrarci lunghissimo, ma che guardato nel lungo termine è davvero breve.
"Non credo che si potrà sopravvivere altri 1.000 anni senza fuggire al di fuori del nostro fragile pianeta", ha detto Hawking nelle osservazioni consegnati al Sydney's Opera House lo scorso fine settimana. "Dobbiamo continuare ad andare nello spazio per garantire il futuro dell'umanità", ha aggiunto. "Voglio incoraggiare e stimolare l'interesse pubblico alle vicende che riguardano la vita e le scoperte nello spazio".
Hawking ha fatto commenti simili in passato, suggerendo che i miglioramenti tecnologici nei viaggi spaziali potrebbero rendere possibile la colonizzazione di un nuovo pianeta in futuro. "Prima o poi disastri come la collisione di un asteroide o una guerra nucleare ci potrebbero spazzare via", ha detto alla BBC nel 2006. "Ma una volta sparsi nello spazio e costituite colonie indipendenti, il nostro futuro dovrebbe essere al sicuro" Nel 2010 ha detto che il futuro dell'umanità "deve essere" nello spazio.
"Un giorno ci potrebbe essere la prova di universi multipli," ha continuato in occasione del suo intervento al Sydney's Opera House. "Non è impossibile che da qualche parte al di fuori del nostro universo si trovi un altro universo diverso. E che in questo universo, Zayn è ancora negli One Direction".
 

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