altro incidente a centrale NUCLEARE

tontolina

Forumer storico
Incidente nucleare alla centrale nucleare di Krško, in Slovenia
L’allarme è stato lanciato dall’Unione Europea, l’incidente occorso in queste ore, dista circa 130 km da Trieste
La centrale è stata connessa alla rete il 2 ottobre 1981, entrando in operatività il 15 gennaio 1983. È dotata di un reattore ad acqua pressurizzata Westinghouse di costruzione canadese da 696 MW elettrici netti contenente 48,7 tonnellate di combustibile a base di ossido d’uranio.

Da sempre la centrale nucleare di Krško sta al centro di interrogazioni e manifestazioni di protesta da parte di numerose associazioni ambientaliste. Nel 1993 si chiese di adeguare l’impianto alle normative dell’Unione Europea. I generatori di vapore Westinghouse pare abbiano tutti lo stesso problema: perdite con fuoriuscita di radionuclidi dispersi nell’atmosfera. La centrale di Krško sorge su di una faglia ed è dunque zona sismica. Ne parlammo qui dopo un terremoto nella zona.

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CENTRALE NUCLEARE DI KRSKO

Se si verificasse un incidente della portata di quello di Chernobil le persone coinvolte sarebbero circa 30 milioni, di cui 5 milioni a rischio di vita. Indicativamente, le zone maggiormente coinvolte dal fall-out radioattivo sarebbero, oltre a Slovenia e Croazia, il Triveneto in particolare e in generale l’Italia centro-settentrionale.

Nella mattina del 16 febbraio alle ore 8e30 la centrale nucleare di Krsko si è automaticamente fermata perché il sistema di sicurezza ha evidenziato un problema alla ventilazione delle pompe dell’acqua verso il reattore. Le autorità non segnalano fuoriuscite di materiale radioattivo.

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“Già il 4 giugno 2008 una perdita nel sistema di refrigerazione primario del reattore ha fatto scattare un allarme internazionale ed attivare la procedura di spegnimento dell’impianto ma non è stata riscontrata alcuna fuga radioattiva nell’ambiente circostante e l’evento è stato classificato a livello 0 (deviazione non significativa per la sicurezza) nella scala INES dell’IAEA.
Secondo l’agenzia di controllo nucleare slovena, non vi è stato rilascio di materiale radioattivo nell’ambiente ammettendo comunque che si è verificato ciò che nessuno si aspetta. Sempre secondo l’agenzia per l’energia nucleare slovena l’evento non ha influenzato i lavoratori, la popolazione vicina o l’ambiente. Le autorità slovene hanno inizialmente fatto passare l’incidente per una esercitazione e solo alcune ore dopo in seguito a domande di chiarimenti da parte delle autorità austriache hanno avvisato le istituzioni internazionali, compresa l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) e l’ECURIE. L’Unione europea ha quindi notificato (tramite ECURIE) gli altri Stati membri dell’UE e diverse agenzie di stampa di tutto il mondo hanno poi riferito dell’incidente”. da Wikipedia.


In caso di emergenza ambientale da fuoriuscita di materiale radioattivo la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, Esercito e Marina dovrebbero tempestivamente rilevare il livello di contaminazione e convogliare la popolazione verso i centri di decontaminazione, oltre che evacuarla lontano dalle zone di rischio. Tute NBC, maschere antigas con filtri appositi, rilevatori di radiazioni, contatori geiger dovrebbero essere alla portata di tutti i centri di raccolta. L’emergenza nucleare, evidentemente, è un’evenienza da prendere in seria considerazione, data la oramai prossima messa fuori uso per anzianità, della maggior parte delle centrali nucleari in Europa.

Nel frattempo proprio ieri 16 febbraio 2017 la centrale nucleare di Leibstadt, Svizzera può essere riattivata. L’impianto era fermo da circa sei mesi per problemi tecnici, le cause del disguido. La riattivazione della centrale ha suscitato critiche da parte del Land tedesco del Baden-Württemberg e austriaco del Vorarlberg, che hanno recentemente chiesto chiarezza sulle cause del problema tecnico.
L’impianto era stato disattivato il 2 agosto del 2016 per la revisione annuale. Durante la perizia erano stati rilevati segni di ossidazione su 47 dei 648 elementi combustibili che costituiscono il cuore del reattore. WWF, Greenpeace, Pro Natura, PS e Verdi – hanno chiesto trasparenza. In una nota Greenpeace parla di “una decisione che va contro il buon senso e i principi dell’IFSN e di una sperimentazione pericolosa contraria a tutte le regole di sicurezza”. L’organizzazione sottolinea che 16’000 persone hanno firmato una petizione sostenuta dalle 19 associazioni che chiede di mantenere Leibstadt disattivata. Qui un interessante articolo di Lifegate.



tratto da: Incidente nucleare alla centrale nucleare di Krško, in Slovenia - TG Valle Susa

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senza dimenticare che 15 gg fa
Esplosione nella centrale nucleare Paura nel Nord della Francia
La Stampa-09 feb 2017
La centrale nucleare di Flamanville si trova all'estremità nordoccidentale della ... Il timore di un disastro nucleare torna a scuotere la Francia.


Esplosione nella centrale nucleare Paura nel Nord della Francia
Incendio a Flamanville: cinque intossicati e un reattore spento per precauzione Poi rientra l’allarme. Il prefetto rassicura: “Non c’è nessun pericolo radioattivo”
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REUTERS
Sulla Manica. La centrale nucleare di Flamanville si trova all’estremità nordoccidentale della Francia




Pubblicato il 10/02/2017
Ultima modifica il 18/02/2017 alle ore 02:30
paolo levi
parigi
Il timore di un disastro nucleare torna a scuotere la Francia. Dopo l’avvertimento lanciato dall’authority di Parigi sulla situazione ritenuta «preoccupante» del parco atomico transalpino, la centrale di Flamanville - tra Normandia e Bretagna - è stata teatro di una violenta esplosione che ha causato feriti lievi tra gli addetti dell’impianto.




L’incidente si è verificato ieri mattina nella sala macchine della centrale Uno, lontana dal reattore atomico e senza rischi radioattivi. La produzione di energia nucleare è stata comunque interrotta per precauzione e subito è scattato l’intervento dei pompieri che in due ore hanno riportato la situazione sotto controllo.



«Nessun rischio nucleare, l’incidente è chiuso», ha annunciato il prefetto di zona, Jacques Witkowski, precisando che i cinque addetti «leggermente intossicati» sono in buona salute mentre è in corso un’«indagine tecnica» per determinare le cause. Gli esperti confermano che non si è trattato di un incidente atomico, ma di un incendio nella sala macchine dovuto al surriscaldamento delle guaine che rivestono le parti elettriche e che ha causato l’emissione di gas tossici. Le fiamme sono divampate nel sito della centrale, «ma al di fuori dell’isola nucleare e con nessuna possibilità di estensione al reattore», spiega Mario Dodaro, esperto di sicurezza nucleare dell’Enea.



A novembre, Pierre-Franck Chevet, il presidente dell’authority francese di sicurezza nucleare (Asn), lanciò l’allarme sul parco atomico transalpino gestito dai due colossi Edf e Areva tra problemi tecnici e difficoltà finanziarie. Chevet mise in guardia sulla necessità di «ripensare» l’intera «catena di controllo» per rendere l’atomo più sicuro. «Bisogna immaginare che un incidente di tipo Fukushima in Europa è possibile», disse intervistato da «Libération».



L’età di alcuni impianti francesi preoccupa anche i Paesi vicini, inclusi la Svizzera e la Germania, dopo l’annuncio del ministro dell’Ambiente, Ségolène Royal, su un allungamento della durata di vita degli impianti di 40-50 anni. Ma anche l’eccesso di carbonio (0,4% anziché 0,2%) rinvenuto nell’acciaio dell’Epr, il reattore di ultima generazione in costruzione sempre a Flamanville. Una scoperta che fece scattare indagini a tappeto in tutte le centrali di Francia. «Diciotto reattori in dodici siti» - di cui 6 vicini all’Italia, a Tricastin, Cruas e Bugey - sono stati spenti nel quadro di un piano di sicurezza a tutela della cittadinanza. A inizio dicembre, l’Asn ha autorizzato la riaccensione di 8 di essi.
 

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