AMA SENZA CHIEDERE. ASCOLTA SENZA GIUDICARE. CHIEDI SENZA PRETENDERE. SE POI RIESCI

E sotto sotto torna sempre la stessa jattura nostra............Europa.

La motivazione che spinge il governo a proseguire con questo impianto organizzativo è evidente:
all’Unione europea del Fiscal Compact, tutta focalizzata sui risparmi di spesa senza se e senza ma,
l’aggregazione appare un toccasana e il rapporto Mef-Istat pare confermare la bontà della scelta.

Ma se il paese poi non cresce perché il suo tessuto industriale si sfalda
e la qualità delle commesse non è monitorata, è il Pil che crolla,
con tanti saluti anche all’andamento degli indicatori di finanza pubblica tanto cari a Bruxelles.
 
Se poi riflettiamo sul fatto che la nostra forza sono le piccole e medie aziende.......con questa consip....chiudono.

Gustavo Piga, professore di Economia politica e presidente di Consip a inizio anni Duemila,
allarga poi la critica all'impostazione stessa della strategia per risparmiare attraverso le gare pubbliche,

"della quale Consip non è responsabile, ma il suo azionista Mef". Sostiene il docente:
"In Europa si spinge per centralizzare gli acquisti. Ma le esperienze internazionali di Stati Uniti e Corea
raccontano di una centralizzazione migliore, quella delle informazioni:
costruire cruscotti che in tempo reale sappiano dire al governo centrale se una amministrazione
sta effettuando un acquisto a prezzi superiori al dovuto o di qualità inferiore
a quello che potrebbe garantirsi, se si adeguasse alle pratiche migliori.
In modo da bloccarla e correggerla subito, non a tre anni di distanza".

Un problema di controlli, dunque, ma non solo.
"Si sta ingigantendo il valore delle gare", aggiunge l'esperto che sposa i rilievi dell'Anticorruzione di Raffaele Cantone:
il valore medio dei lotti ha avuto un aumento dell'importo per i servizi e per le forniture del +85 e +50,5 per cento, ha sottolineato anche su lavoce.info.

"Fare gare grandi può generare economie di scala, ma d'altra parte incide negativamente sul territorio.
Precludere l'accesso alle Piccole e medie imprese - che sono l'ossatura del nostro Paese -
impedisce di rendere gli appalti pubblici un reale volano e supporto per l'economia locale.
Gli Usa dedicano il 25% degli appalti alle aziende locali, mentre noi spingiamo un modello
che fa crescere continuamente le dimensioni delle gare.

Così i grandi colossi riescono a dettare legge e si facilitano gli accordi collusivi".
 
E poi ci si chiede perchè l'italiano medio - che sia Casalinga/o, Pensionata/o, Altra/o - rimbecillisce ......e vota PD :mumble::mumble: o DP ? :DD:


Per qualche congiunzione astrale misteriosa, a volte sulle reti si concentra in pochi giorni un numero tale di idiozie
da superare l'asticella del sopportabile. Mettetele in fila.

La maître à penser de noantri Selvaggia Lucarelli che litiga a ripetizione (fuori e dentro dal video e dal web)
con Giuliana De Sio e Alba Parietti... e non su una tv locale, ma al sabato sera su Raiuno.
Praticamente, una zuffa continua in un programma che una volta era additato come esempio di eleganza
dove come giudice impera una Lucarelli messa lì appositamente per provocare e fare casino
dando della «scimmia» alla De Sio e accapigliandosi con l'altra maître à penser piemontese.
Chissà cosa passa per la testa di Milly Carlucci: eccesso di concorrenza con C'è posta della De Filippi?

Passiamo a Canale 5. Ecco le immagini di Eva Grimaldi e Imma Battaglia che si sbaciucchiano sull'Isola dei famosi:
oh, che bello, finalmente l'attrice, grazie al sole e alla dieta e con la tv come megafono,
riesce a liberarsi dalle paure e a fare coming out, tutti felici, Vladimir Luxuria in studio
che benedice la coppia e la porta ad esempio per tante donne che ancora nascondono il loro segreto.

Suvvia, nulla ovviamente contro l'amore lesbico, però, almeno un giochino un po' meno finto...
già programmato ben prima che cominciasse il reality, il coming out
(di una relazione già nota nell'ambiente delo spettacolo, ma non al grande pubblico televisivo)
è stato messo in scena nel pieno del programma con tanto di copertina del settimanale Chi già predisposta per l'evento.

Beh, per la battagliera femminista Imma abbassarsi a partecipare a un «insulso» programma delle reti commerciali
deve essere stato proprio un atto di grande amore ... o di grande pubblicità
(per la libertà dell'amore, in tutte le sue manifestazioni, ovviamente...).

E che dire del «sublime» Stefano Bettarini?
L'inviato a sua insaputa sull'Isola deve aver bevuto troppo latte di cocco, trasformandosi da lupo in agnellino.
Sentite cosa ha avuto l'ardire di dichiarare al settimanale Chi a proposito della breve liaison consumata
tra le palme di Cayos Cochinos con Dayane Mello, la concorrente eliminata nota, prima dell'Isola,
per aver sfilato senza mutande al Festival di Venezia e, dopo l'Isola, per aver rotto la breve relazione con l'aitante ex calciatore.

«Il gioco dell'amore è bello solo quando non ci si fa male e non diventa sleale - dice il povero Stefano -.
Dayane era evidentemente la persona sbagliata. Che cosa provo? Amarezza».

Non ci si fa male? Lo dice uno che fino a qualche settimana fa si vantava nottetempo in diretta nazionale al Grande fratello
di aver tradito la moglie, Simona Ventura, con una sfilza di altre note starlette...
Che dire, non si sarà fatta male la Ventura nel sentire quelle cose date in pasto a milioni di spettatori?

Per non farci mancare niente martedì sera è planato a Cayos Cochinos pure Rocco Siffredi
con scenetta immancabile di nudo del suo proverbiale strumento di lavoro
(dietro a una palizzata a livello della cintola ovviamente) e consequenziali «ohhhh» di Samantha De Grenet.

Passiamo sopra alle lacrime della pornoattrice Malena perché il suo papi non accetta il lavoro che fa...

E, poi, uno si chiede pure perché Raz Degan se ne vuole stare sempre da solo....
 
Ahahahahahahahah

Sessantotto voli di Stato in sei mesi, diretti per ventisette volte nell’isola nativa
e in almeno otto occasioni in periodi in cui non erano previsti impegni pubblici.

È il singolare record del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, mister aereoblu del governo di Paolo Gentiloni.
Il titolare della Farnesina, infatti, è in cima alla speciale classifica dei ministri che hanno fatto uso dell’aereo della presidenza del consiglio.

L’elenco – pubblicato da Repubblica – racconta come Alfano si sia imbarcato 68 volte sugli aerei di Stato da agosto ad oggi.
Più del premier Gentiloni, che fino al giorno prima di entrare a Palazzo Chigi, e cioè il 12 dicembre, si è fermato a quota 43 voli.

Stacca anche ministro della Difesa Roberta Pinotti ferma a 31 voli,
il ministro Claudio De Vincenti con 20 voli,
il guardasigilli Andrea Orlando a 12,
il titolare dello Sviluppo Economico Carlo Calenda a 11
e il ministro dell’Interno Marco Minniti, che da metà dicembre – cioè da quando è entrato al Viminale –
a oggi ha preso per 10 volte un volo di Stato, e in sette casi è andato o tornato da Reggio Calabria, sua città di origine.

D’altra parte lo stesso Alfano per ben 27 volte ha usato l’aereo blu per tornare in Sicilia, sua regione d’origine,
in alcuni casi in tempi di vacanza estiva, in altri per impegni politici o istituzionali,
in altri ancora per appuntamenti privati come quello del 20 gennaio scorso.
Quel giorno il ministro partecipa a Palermo ai funerali della mamma della sottosegretaria Simona Vicari.
Il 24 febbraio, poi, si reca alle celebrazioni della clinica palermitana di proprietà della moglie del deputato Ncd Dore Misuraca.

Tutti viaggi classificati con la motivazione “istituzionale” o “sicurezza”,
visto che la direttiva per l’uso dei voli di Stato datata dicembre 2011, diciplina l’utilizzo solo in seguito a
“imprevedibili e urgenti esigenze di trasferimento connesse all’esercizio delle funzioni e l’impossibilità di provvedere ai trasferimenti con voli di linea”.
 
Porto alla Vs. conoscenza che anche l'ultimo operatore di Telefonia Fissa che fatturava mensilmente
- Fastweb - è passato alla fatturazione settimanale.

E così questi "signori" si guadagnano un mese di introiti senza incrementare il servizio,
ma l'autorità competente volge lo sguardo altrove .....AGCOM se ci sei...batti un colpo.

Una telefonata allungherà anche la vita. Ma rischia di far saltare i nervi ai clienti quando
le pratiche commerciali degli operatori diventano aggressive. Al limite della correttezza.

E le risposte dei call center sono inutili ed evasive.

È così che il numero di contenziosi sale a livelli record.
Secondo il Movimento consumatori, nel 2016 il numero delle procedure di conciliazione paritetica,
tappa obbligata prima del tribunale, ha superato quota 15mila.
Una cifra che potrebbe arrivare fino a 18mila, segnando un incremento del 22 per cento rispetto a due anni fa
e consolidando un trend di crescita avviato nel 2010
.

Non solo: si sono anche moltiplicate le procedure davanti ai Comitati regionali delle comunicazioni (Corecom)
dell’Agcom che nel 2015 hanno gestito 97.237 pratiche, in aumento del 10% rispetto ad un anno prima.

“Dopo il caos di subentri e attivazioni, negli ultimi tempi gli operatori di telefonia hanno subito contrazioni di fatturato
e margini che stanno alimentando pratiche commerciali scorrette in nome della redditività”,
spiega senza mezzi termini Roberto Barbieri, componente del direttivo nazionale del Movimento Consumatori.
 
Buongiorno a tutti :)

:d::confused:


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