Ahahahahahah coi se e coi ma, costruiscono l'universo.
Mercoledì 28 luglio
Pfizer ha confermato che sì, è vero, l’efficacia del suo vaccino anti Covid diminuisce leggermente nel tempo.
Tuttavia, il completamento del ciclo vaccinale offre comunque una protezione forte e resistente contro le infezioni gravi.
Secondo quanto ha suggerito la Casa farmaceutica, inoltre,
un terzo colpo potrebbe migliorare l’immunità,
ma non ci sono ancora abbastanza dati per capire quanto effettivamente sia necessario procedere con un richiamo.
Scienziati e ricercatori, infatti, sono scettici su questa opzione.
Dall’ultimo studio pubblicato dall’azienda,
ma non ancora sottoposto a revisione paritaria né pubblicato su alcuna rivista scientifica,
gli scienziati di Pfizer e BioNTech hanno riferito che il vaccino – dopo la
seconda dose –
ha avuto un tasso di
efficacia pari a circa il 96% contro il Covid-19 sintomatico
per i primi due mesi.
(ma con la alpha)
La percentuale è poi scesa del 6% ogni due mesi, fino ad arrivare all’83,7% dopo circa quattro-sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale.
(ci prendono per il kulo anche con la matematica. 96 - 24 = 72% dopo 6 mesi)
Gli anticorpi quindi diminuiscono col tempo, ma il sistema immunitario continua a riconoscere la minaccia e a difendere l’individuo.
Per questo motivo una persona vaccinata
potrebbe risultare positiva al Sars-Cov-2
ma sviluppare solo
forme lievi di raffreddore o mal di gola,
scongiurando ogni rischio che l’infezione possa raggiungere i polmoni e/o causare gravi malattie.
(poi però qualcuno muore, ma cosa volete che sia...capita)