Mentre
l'Italia sembra uscire, forse definitivamente,
dall'incubo COVID, con un continuo e costante calo dei positivi e dei ricoverati, ci sono zone del mondo in cui il coronavirus continua a destare non poche preoccupazioni. Stiamo parlando, in particolar modo, della
Russia, dove
le ultime 48 ore sono state davvero drammatiche.
E' stato registrato il peggior dato dall'inizio della pandemia:
1800 decessi,
in 48 ore. E da una settimana i
dati ufficiali trasmessi da Mosca
segnalano un boom di morti, più di 800 al giorno, con una media mobile a 7 giorni schizzata dai
382 morti di fine giugno agli
868 di
martedì 5 ottobre.
Come ha riportato
Alexei Kuznetsov, assistente del Ministro della Salute russo, in questo momento i contagiati che stanno ricevendo
cure mediche sono circa 950mila.
Dimitri Peskov, portavoce del Cremlino, non ha nascosto preoccupazione e
ha puntato il dito contro il tasso di persone che hanno deciso non di farsi vaccinare:
"I dati sono molto negativi e motivo di preoccupazione. La ragione principale è l’insufficiente livello di vaccinazione", ha detto
Peskov, aggiungendo che
"il virus sta diventando più aggressivo".
Il livello di immunizzati nel Paese resta inadeguato: la vice premier russa,
Tatiana Golikova, ha spiegato negli scorsi giorni che
42,2 milioni di persone sono state pienamente vaccinate su una popolazione di circa 146 milioni. Stando a quanto riportato dal quotidiano
Corriere della Sera, la Russia ha immunizzato il
29% dei cittadini, con un 6,8% che ha ricevuto una sola dose. Di fronte a uno scenario in netto peggioramento, con l’inverno che tornerà a dare una spinta alla circolazione virale, il portavoce di
Vladimir Putin è tornato a parlare di
lockdown.
In Italia, il numero dei vaccinati viaggia su percentuali nettamente migliori, con il
72,4% della popolazione che ha ricevuto le due dosi (il
79,5% se si considerano solo gli over 12). Gli effetti sulla curva dei contagi e in particolare dei decessi sono evidenti, in particolare se
messi a confronto con quelli della Russia