fo64
Forumer storico
Porterà a qualcosa il risultato dell'indagine dell'antitrust?
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da www.ilsole24ore.com:
Antitrust contro le banche: costi troppo alti, poca trasparenza
di Alberto Annicchiarico
L'Antitrust torna a fare arrabbiare le banche. Soltanto la settimana scorsa era stata l'Unione europea a prendersela con i costi dei conti correnti e le commissioni delle carte di credito. Adesso tocca anche all'autorità italiana, guidata da Antonio Catricalà, che ha concluso l'indagine conoscitiva avviata il 1 febbraio 2006, subito dopo l'entrata in vigore della Legge sul Risparmio.
Famiglie monoreddito più penalizzate, online forti risparmi.
Risultato choc: dai dati raccolti su un campione di 72 banche (68% degli sportelli in Italia) emerge una «enorme variabilità» dei prezzi dei conti correnti, fino a dieci volte per lo stesso tipo di conto: a seconda del profilo dei correntisti (si veda tabella 1) si va da 76,30 euro a 208,80 euro, con un valore medio di 182 euro. A rimetterci, ironia della sorte, sono soprattutto le famiglie monoreddito, penalizzate più dei tentenni single e senza figli. Va meglio per giovani a caccia di primo impiego e pensionati. L'indagine evidenzia inoltre l’esistenza di politiche commerciali da parte delle banche che «aggiungono elementi di ulteriore fidelizzazione “forzosa” del correntista». Non manca l'accusa di scarsa trasparenza, che ostacola le scelte dei consumatori. In compenso i conti online possono dare grandi soddisfazioni: attraverso il canale internet si può ridurre mediamente di circa il 60% la spesa anche se non si tratta di prodotti perfettamente sostituibili per tutti i correntisti (si veda tabella a pagina 59 del testo dell'indagine completa).
Conti più cari che in Europa.
Altra conferma attesa: in Italia il costo medio di tenuta e movimentazione del conto corrente è molto alto rispetto agli altri principali paesi dell'Unione (si veda la tabella 3.7 a pagina 61 del testo completo dell'indagine). «La spesa totale annua media (ponderata) di sistema rilevata in Italia - fa sapere l'Autorità - è pari a circa 182 euro all’anno; contro un dato europeo molto inferiore (in Olanda è meno di 35 euro, in Belgio e Uk meno di 65, in Francia meno di 99, in Spagna circa 108)». Cifre che «confermano la maggiore debolezza del processo competitivo nel nostro settore bancario rispetto agli altri Paesi e l’assenza di incentivi allo sviluppo di un reale gioco concorrenziale».
Popolari e Bcc in cima alla lista nera.
Sono le Popolari a guidare la non invidiabile classifica della spesa annua più alta, con costi più alti rispetto alle Spa e alle Banche di Credito Cooperativo (Bcc) per quattro tipologie di clientela su dieci (si veda la tabella 3.13 a pagina 56 nel testo completo dell'indagine). Le altre due categorie di banche, invece, hanno la leadership in tre casi su dieci. Le Bcc risultano le più care sia per la famiglia monoreddito artigiana (322,9 euro l'anno) che per quella che può contare su una libera professione. Il conto corrente presso le Bcc è più caro rispetto a quello ottimale offerto da Popolari e banche Spa anche per il trentenne single. La spesa annua calcolata dall'Antitrust non tiene conto dell'effetto dei tassi d'interesse attivi e passivi.
Le otto regole d'oro.
Otto i suggerimenti di Piazza Verdi per introdurre una maggiore trasparenza e una riduzione degli ostacoli alla mobilità dei consumatori sui conti correnti. Tra le misure proposte, fogli informativi sintetici, lo sviluppo di fonti informative indipendenti e di meccanismi che consentano la portabilità del conto. Ecco la lista delle novità da introdurre, secondo l'Antitrust:
1) Redazione di fogli informativi sintetici con una chiara indicazione delle spese anche in una sola voce di costo.
2) Garanzia di stabilità, almeno per un arco temporale minimo, delle voci di costo di tenuta e movimentazione del conto corrente.
3) Piena comparabilità dei costi secondo le esigenze del singolo consumatore attraverso lo sviluppo di fonti informative, indipendenti dal sistema bancario, con la costruzione di motori di ricerca.
4) Informazione annuale sintetica al correntista della spesa effettivamente sostenuta per la tenuta del conto.
5) Indicazione della sua variazione rispetto all'anno precedente.
6) Individuazione di modalità in grado di mantenere in vita i servizi connessi al c/c per il tempo necessario a completare il trasferimento, per evitare duplicazioni di costo per il correntista.
7) Definizione di una durata temporale massima per l'esecuzione delle operazioni di trasferimento del c/c.
8) Eliminazione di tutti i vincoli, contrattuali o di fatto, non necessari tra c/c e altri servizi e lo sviluppo di meccanismi che consentano la portabilità del conto corrente.
I consumatori: «Servono sanzioni».
Per il presidente del Codacons Carlo Rienzi «occorre ora accertare se vi sia o meno un cartello tra istituti di credito per mantenere elevate le tariffe e, nel caso, irrogare pesanti sanzioni verso i responsabili. In attesa di ciò chiediamo all'Antitrust di pubblicare i nomi delle banche che praticano le tariffe più convenienti, in modo tale da consentire ai correntisti risparmi seppur minimi». Anche per l'Adusbef è tempo di sanzioni. Secondo l'associazione è arrivato il momento di «punire usi ed abusi perpetrati dalle banche per oltre mezzo secolo, dall'anatocismo illegale, alla commissione di massimo scoperto, al mancato adeguamento dei tassi sui depositi,a condizioni capestro nella gestione del risparmio che hanno permesso agli istituti di credito di taglieggiare i cittadini con il diretto concorso e la collusione dell'Autorità di vigilanza». E se, invece, non succedesse nulla? «Per i clienti oltre al danno ci sarebbe la beffa».

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da www.ilsole24ore.com:
Antitrust contro le banche: costi troppo alti, poca trasparenza
di Alberto Annicchiarico
L'Antitrust torna a fare arrabbiare le banche. Soltanto la settimana scorsa era stata l'Unione europea a prendersela con i costi dei conti correnti e le commissioni delle carte di credito. Adesso tocca anche all'autorità italiana, guidata da Antonio Catricalà, che ha concluso l'indagine conoscitiva avviata il 1 febbraio 2006, subito dopo l'entrata in vigore della Legge sul Risparmio.
Famiglie monoreddito più penalizzate, online forti risparmi.
Risultato choc: dai dati raccolti su un campione di 72 banche (68% degli sportelli in Italia) emerge una «enorme variabilità» dei prezzi dei conti correnti, fino a dieci volte per lo stesso tipo di conto: a seconda del profilo dei correntisti (si veda tabella 1) si va da 76,30 euro a 208,80 euro, con un valore medio di 182 euro. A rimetterci, ironia della sorte, sono soprattutto le famiglie monoreddito, penalizzate più dei tentenni single e senza figli. Va meglio per giovani a caccia di primo impiego e pensionati. L'indagine evidenzia inoltre l’esistenza di politiche commerciali da parte delle banche che «aggiungono elementi di ulteriore fidelizzazione “forzosa” del correntista». Non manca l'accusa di scarsa trasparenza, che ostacola le scelte dei consumatori. In compenso i conti online possono dare grandi soddisfazioni: attraverso il canale internet si può ridurre mediamente di circa il 60% la spesa anche se non si tratta di prodotti perfettamente sostituibili per tutti i correntisti (si veda tabella a pagina 59 del testo dell'indagine completa).
Conti più cari che in Europa.
Altra conferma attesa: in Italia il costo medio di tenuta e movimentazione del conto corrente è molto alto rispetto agli altri principali paesi dell'Unione (si veda la tabella 3.7 a pagina 61 del testo completo dell'indagine). «La spesa totale annua media (ponderata) di sistema rilevata in Italia - fa sapere l'Autorità - è pari a circa 182 euro all’anno; contro un dato europeo molto inferiore (in Olanda è meno di 35 euro, in Belgio e Uk meno di 65, in Francia meno di 99, in Spagna circa 108)». Cifre che «confermano la maggiore debolezza del processo competitivo nel nostro settore bancario rispetto agli altri Paesi e l’assenza di incentivi allo sviluppo di un reale gioco concorrenziale».
Popolari e Bcc in cima alla lista nera.
Sono le Popolari a guidare la non invidiabile classifica della spesa annua più alta, con costi più alti rispetto alle Spa e alle Banche di Credito Cooperativo (Bcc) per quattro tipologie di clientela su dieci (si veda la tabella 3.13 a pagina 56 nel testo completo dell'indagine). Le altre due categorie di banche, invece, hanno la leadership in tre casi su dieci. Le Bcc risultano le più care sia per la famiglia monoreddito artigiana (322,9 euro l'anno) che per quella che può contare su una libera professione. Il conto corrente presso le Bcc è più caro rispetto a quello ottimale offerto da Popolari e banche Spa anche per il trentenne single. La spesa annua calcolata dall'Antitrust non tiene conto dell'effetto dei tassi d'interesse attivi e passivi.
Le otto regole d'oro.
Otto i suggerimenti di Piazza Verdi per introdurre una maggiore trasparenza e una riduzione degli ostacoli alla mobilità dei consumatori sui conti correnti. Tra le misure proposte, fogli informativi sintetici, lo sviluppo di fonti informative indipendenti e di meccanismi che consentano la portabilità del conto. Ecco la lista delle novità da introdurre, secondo l'Antitrust:
1) Redazione di fogli informativi sintetici con una chiara indicazione delle spese anche in una sola voce di costo.
2) Garanzia di stabilità, almeno per un arco temporale minimo, delle voci di costo di tenuta e movimentazione del conto corrente.
3) Piena comparabilità dei costi secondo le esigenze del singolo consumatore attraverso lo sviluppo di fonti informative, indipendenti dal sistema bancario, con la costruzione di motori di ricerca.
4) Informazione annuale sintetica al correntista della spesa effettivamente sostenuta per la tenuta del conto.
5) Indicazione della sua variazione rispetto all'anno precedente.
6) Individuazione di modalità in grado di mantenere in vita i servizi connessi al c/c per il tempo necessario a completare il trasferimento, per evitare duplicazioni di costo per il correntista.
7) Definizione di una durata temporale massima per l'esecuzione delle operazioni di trasferimento del c/c.
8) Eliminazione di tutti i vincoli, contrattuali o di fatto, non necessari tra c/c e altri servizi e lo sviluppo di meccanismi che consentano la portabilità del conto corrente.
I consumatori: «Servono sanzioni».
Per il presidente del Codacons Carlo Rienzi «occorre ora accertare se vi sia o meno un cartello tra istituti di credito per mantenere elevate le tariffe e, nel caso, irrogare pesanti sanzioni verso i responsabili. In attesa di ciò chiediamo all'Antitrust di pubblicare i nomi delle banche che praticano le tariffe più convenienti, in modo tale da consentire ai correntisti risparmi seppur minimi». Anche per l'Adusbef è tempo di sanzioni. Secondo l'associazione è arrivato il momento di «punire usi ed abusi perpetrati dalle banche per oltre mezzo secolo, dall'anatocismo illegale, alla commissione di massimo scoperto, al mancato adeguamento dei tassi sui depositi,a condizioni capestro nella gestione del risparmio che hanno permesso agli istituti di credito di taglieggiare i cittadini con il diretto concorso e la collusione dell'Autorità di vigilanza». E se, invece, non succedesse nulla? «Per i clienti oltre al danno ci sarebbe la beffa».