POLITICA ECONOMIA
Nel corso del 2013 la progressiva riduzione del surplus commerciale ha costituito un problema rilevante per il governo alle prese con
un aumento del deficit fiscale, crescente inflazione, continua pressione sul tasso di cambio e costante caduta delle riserve valutarie.
Non avendo accesso al mercato internazionale dei capitali, l'Argentina puo' attualmente contare solo sulle entrate derivanti dalle
esportazioni per accantonare riserve internazionali e far fronte ai suoi debiti in valuta estera. Soprattutto il passaggio da esportatore
ad importatore netto di energia (dal 2011) ha avuto per l’Argentina pesanti riflessi negativi sulla bilancia commerciale e delle partite
correnti. Il Governo ha reagito al deficit di queste ultime incrementando le restrizioni alle esportazioni, all’acquisto di valuta estera e
all’esportazione dei dividendi.
Dopo le elezioni di medio termine dell’ottobre 2013 – a seguito di cambi introdotti dalla Presidente Cristina Fernández de Kirchner
nella squadra di governo – sono state adottate misure per la correzione delle evidenti distorsioni macroeconomiche e per contenere
l’inflazione.
Esaurita la possibilitá di finanziare programmi infrastrutturali per rilanciare l'economia attraverso entrate fiscali, politica monetaria
espansiva e riserve valutarie, allo scopo di ottenere l’apertura di linee di credito ed attrarre investitori, il Governo sta cercando di
normalizzare le sue relazioni con le istituzioni finanziarie internazionali attraverso il rilancio delle negoziazioni con il Club di Parigi
(per circa 9 miliardi di dollari) e con i detentori dei “tango bond”. Inoltre è stato raggiunto un accordo con la spagnola Repsol per
l’espropriazione delle sue quote nella YPF.
Sul tema "tango bond" vale la pena ricordare che, con due distinte operazioni di cambio nel 2005 e nel 2010, l’Argentina ne ha
ristrutturato più del 92% del suo debito, con un taglio sul capitale per i bonisti di circa il 70%. Sono tuttavia ancora aperti ricorsi degli
"holdouts" e all'International Centre for Settlement of Investment Disputes della Banca Mondiale (ICSID). Per quanto riguarda i
primi, in agosto 2013 la Presidente Kirchner ha annunciato la riapertura dei termini per lo scambio dei titoli in default.
Nell’ottobre 2013, e’ stato inoltre raggiunto un accordo transattivo extragiudiziale a Washington tra il Governo argentino e cinque
aziende straniere (Azurix, Blue Ridge, Vivendi, Continental Casualty e National Grid) su altrettante sentenze arbitrali definitive
sfavorevoli a Buenos Aires emesse dall'ICSID e dall'UNCITRAL (United Nations Commission on International Trade Law).
Nel gennaio 2014 la Banca Centrale ha svalutato il peso di circa il 20% e contestualmente annunciato l’aumento del tasso di
interesse di base (fino al 25,6%), allo scopo di ridurre la base monetaria di pesos circolante ed una flessibilizzazione nell'acquisto di
dollari da parte di privati (a determinate condizioni) per ridurre inflazione e pressione sul tasso di cambio pesos/dollaro.
In marzo 2014 il governo ha inoltre anticipato di voler tagliare del 20% i sussidi ai prezzi di gas e acqua destinati ad uso privato e
commerciale (esentando settore industriale e i ceti a basso reddito) allo scopo di ridurre il crescente deficit fiscale.
Fonte:http://www.infomercatiesteri.it/public/rapporti/r_36_argentina.pdf