Titoli di Stato area non Euro ARGENTINA obbligazioni e tango bond (2 lettori)

m.m.f

Forumer storico
Quindi, prevedi che la scadenza della Argentina 2117 la posticipino al 2118 + I.V.A. ? :-D


Io non prevedo nulla.Leggo e riporto testualmente! I soldi del FMI per buona parte sono andati dove non dovevano! A sostenere la valuta.Macri ha creato nuovo debito ,nuovi bond a ciclo continuo.Debito poco sostenibile.Arriva l'FMI altro debito.Forse con una crescita tipo CINA al 6/7 per cento riescono...altrimenti da qualche parte salvo miracoli dovranno tagliare.Per quanto mi riguarda sono un altro che ha venduto il loss pesante la 2047 lo s orso anno ho ancora un lotto acquistato a 98 forse ora si prendono 70.A questo punto attendo le elezioni e la cedola poi si vedra'...
 

IL MARATONETA

Forumer storico
In Argentina ci sono le “pre-elezioni”
In teoria sono elezioni primarie per scegliere i candidati dei partiti, che però hanno già deciso tutto: quindi sarà una specie di grande sondaggio nazionale

Domenica 11 agosto si vota in Argentina per le elezioni primarie con cui saranno scelti i candidati presidenti alle prossime elezioni, previste per il 27 ottobre. In realtà ogni partito ha già nominato al proprio interno i candidati: le votazioni saranno soprattutto una prova per capire la forza relativa di ciascuna formazione e per misurare il sostegno dell’attuale presidente conservatore Mauricio Macri.

Il sistema delle primarie fu introdotto nel 2009 dall’allora presidente Cristina Kirchner, dopo una sconfitta imprevista nelle elezioni di metà mandato. Il sistema si chiama “primarie simultanee obbligatorie” (“PASO”, in spagnolo) e obbliga tutti i partiti che intendono partecipare alle elezioni presidenziali a presentare almeno un candidato. Il sistema obbliga anche gli elettori e le elettrici a votare: non votare, senza una valida giustificazione, rischia di portare a una multa. Voteranno 33,8 milioni di argentini e ciascun candidato dovrà ottenere almeno l’1,5 per cento dei voti per potersi poi presentare alle elezioni vere e proprie.


I realtà tutti e dieci i partiti o coalizioni che si presentano alla primarie hanno già concluso i loro dibattiti interni, e presenteranno una candidatura unica a presidente e vicepresidente. Non ci sarà dunque alcuna competizione interna ai partiti, e per questo le primarie vengono considerate come un grande sondaggio nazionale pre-elezioni: «Saranno una prova» e forniranno «dati chiave per le campagne, per i cittadini e gli investitori», ha detto al New York Times l’analista politico Sergio Berensztein.
Tra i candidati principali ci sono l’attuale presidente Mauricio Macri, di Juntos por el Cambio, che punta alla rielezione insieme al peronista Miguel Angel Pichetto. La scelta di Pichetto come vice si spiega col tentativo di allargare verso il centro la base elettorale di Macri, primo leader di centrodestra eletto nel 2015 dopo 12 anni di governo della sinistra populista, i cosiddetti “peronisti”.

Macri è conservatore ed è il figlio di uno degli uomini più ricchi del paese (nel 1991 fu rapito per 12 giorni da un gruppo di poliziotti corrotti che chiesero un riscatto da milioni di dollari). Nel 2015 ha vinto promettendo che avrebbe rivoluzionato la politica del suo paese e fatto ripartire l’economia aprendo ai mercati internazionali. La sua popolarità tra gli elettori è stata messa alla prova da una nuova crisi economica, che ha costretto il presidente a chiedere l’intervento del Fondo Monetario Internazionale (com’era già accaduto diverse volte in passato) e a imporre una serie di misure di austerità. Le primarie e le future elezioni, secondo gli esperti, saranno dunque molto condizionate dal programma di risanamento fiscale avviato dal governo.
Vazquez, File)

Il principale rivale di Macri è Alberto Fernández del Frente de Todos, che ha scelto come sua vice Cristina Kirchner, che ha guidato il paese dal 2007 al 2015. Fernández è l’ex capo di gabinetto di Cristina Kirchner e di suo marito Nestor, morto nel 2010: è un professore universitario di diritto ed è considerato un peronista moderato.

Nei sondaggi è dato come in vantaggio, sebbene di poco, ma molti pensano che il fatto di presentarsi con Cristina Kirchner possa penalizzarlo, visto che la ex presidente sta affrontando una serie di casi giudiziari legati ad accuse di corruzione.
Roberto Lavagna è stato invece scelto dalla coalizione di centro Consenso Federal 2030: è un economista, è stato ministro dell’Economia sotto Néstor Kirchner e si rivolge agli elettori scontenti sia da Macri che da Kirchner. «La maggioranza degli argentini ha bisogno e reclama uno spazio elettorale che rompa con lo schema bipolare e permetta di intraprendere il cammino della crescita, dell’equità sociale e dell’unità, per uscire dalla terribile crisi che soffoca le nostre industrie e soprattutto il popolo», si dice nella presentazione della coalizione. Lavagna non ha alcuna possibilità di vincere, secondo i sondaggi, ma potrebbe essere determinante nello spostare i risultati da una parte o dall’altra.

Ufficialmente la campagna elettorale per le primarie si è chiusa mercoledì 7 agosto. Mauricio Macri ha tenuto il suo comizio finale a Cordoba, città che nel 2015 lo preferì al candidato kirchnerista, Daniel Scioli. Alberto Fernández, insieme all’ex presidente Cristina Kirchner, ha invece concluso la campagna a Rosario insieme con 11 governatori locali.
In Argentina le società che si occupano di sondaggi sono considerate particolarmente inaffidabili. I dati sono cambiati durante la campagna elettorale a favore di Mauricio Macri, la cui distanza da Fernández si è via via ridotta. Una delle ultime indagini svolte per il quotidiano Clarín dà ad Alberto Fernández solo due punti di vantaggio su Mauricio Macri, mentre tre mesi fa erano circa 10: Fernández sarebbe al 40,2 per cento contro il 38,3 per cento di Macri. Gli altri candidati sarebbero invece molto lontani, con Roberto Lavagna appena sopra il 10 per cento. Gli indecisi, secondo la stessa ricerca, sarebbero appena il 2,3 per cento.
 

IL MARATONETA

Forumer storico
Elezioni Argentina: primarie, prova definitiva per governo e opposizioni. I mercati su Macri

Domenica 11 agosto urne aperte nel paese per le primarie Paso, acronimo di Primarias abiertas, simultáneas y obligatorias attraverso le quali gli elettori scelgono i candidati alla carica di presidente e vicepresidente che accederanno alle elezioni del 27 ottobre 2019. Allo stesso tempo dalle primarie vengono fuori i nomi dei candidati per le elezioni politiche. A ottobre, difatti, si rinnova anche parte della camera dei deputati e del senato: 130 deputati e 24 membri della camera alta.
Il voto alle primarie, come negli altri casi, è obbligatorio e sono chiamati ai seggi anche coloro che – effetto di una legge del 2012 – abbiano compiuto 16 anni di età. La legge elettorale argentina, proprio in ragione della obbligatorietà del voto, prevede sanzioni in caso di mancato voto. L’assenza alle primarie è punita con una multa di 50 pesos (1 euro) che salgono a cento per le elezioni generali e l’eventuale ballottaggio.

Alla sanzione amministrativa si aggiungono limitazioni all’accesso, a tempo determinato, a servizi della pubblica amministrazione. Sono opportunamente previste situazioni che giustificano gli elettori assenti.
Allo stesso modo, un ‘perdono’ preventivo è stabilito per i giovani elettori dai 16 ai 18 anni e per gli over 70 che non esercitano il diritto-dovere di cittadinanza. Infine, partecipano alle primarie per le provinciali anche gli stranieri residenti in Argentina abilitati al voto.

Le primarie fungono da ‘filtro’: accedono alle elezioni di ottobre solo partiti e liste che abbiano raccolto almeno l’1,5 per cento dei voti validi. A livello di singola lista, i risultati configurano la posizione nella stessa dei singoli candidati.
Massima incertezza sull’esito che, promette l’esecutivo, vedrà i dati definitivi già attorno alla mezzanotte di domenica 11 agosto (5 del 12 agosto, ora italiana). Gli ultimi sondaggi danno la maggioranza che regge il governo di Mauricio Macri in difficoltà.
A seconda dei rilevamenti si va dai 2 ai 5 punti a vantaggio dell’avversario kirchnerista Alberto Fernández. Scenario che, però, potrebbe ribaltarsi in caso di ballottaggio. Vince al primo turno il candidato alla presidenza che raccolga il 45 per cento dei voti o il 40 per cento con uno scarto di almeno dieci punti sul secondo. In caso contrario, gli argentini saranno chiamati nuovamente a esprimersi domenica 24 novembre.
I mercati, però, sembrano orientati diversamente. Venerdì 9 agosto, le azioni argentine quotate a Wall Street hanno guadagnato fino al 10 per cento. Secondo gli analisti è effetto dell’ottimismo degli investitori sulle primarie, ritenendo certa una buona performance del governo Macri.

A registrare gli aumenti massimi le azioni del settore finanziario ed energetico come Pampa Energía (+9,7), Banco Macro (+10,5), Loma Negra (+10,7), Grupo Financiero Galicia (+9,2). Lieve calo (4 per cento) del rischio paese a 861 e anche la Borsa di Buenos Aires ha chiuso la giornata di scambi con un aumento dell’8 per cento.
 

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eternoritorno
Elezioni Argentina: primarie, prova definitiva per governo e opposizioni. I mercati su Macri

Domenica 11 agosto urne aperte nel paese per le primarie Paso, acronimo di Primarias abiertas, simultáneas y obligatorias attraverso le quali gli elettori scelgono i candidati alla carica di presidente e vicepresidente che accederanno alle elezioni del 27 ottobre 2019. Allo stesso tempo dalle primarie vengono fuori i nomi dei candidati per le elezioni politiche. A ottobre, difatti, si rinnova anche parte della camera dei deputati e del senato: 130 deputati e 24 membri della camera alta.
Il voto alle primarie, come negli altri casi, è obbligatorio e sono chiamati ai seggi anche coloro che – effetto di una legge del 2012 – abbiano compiuto 16 anni di età. La legge elettorale argentina, proprio in ragione della obbligatorietà del voto, prevede sanzioni in caso di mancato voto. L’assenza alle primarie è punita con una multa di 50 pesos (1 euro) che salgono a cento per le elezioni generali e l’eventuale ballottaggio.

Alla sanzione amministrativa si aggiungono limitazioni all’accesso, a tempo determinato, a servizi della pubblica amministrazione. Sono opportunamente previste situazioni che giustificano gli elettori assenti.
Allo stesso modo, un ‘perdono’ preventivo è stabilito per i giovani elettori dai 16 ai 18 anni e per gli over 70 che non esercitano il diritto-dovere di cittadinanza. Infine, partecipano alle primarie per le provinciali anche gli stranieri residenti in Argentina abilitati al voto.

Le primarie fungono da ‘filtro’: accedono alle elezioni di ottobre solo partiti e liste che abbiano raccolto almeno l’1,5 per cento dei voti validi. A livello di singola lista, i risultati configurano la posizione nella stessa dei singoli candidati.
Massima incertezza sull’esito che, promette l’esecutivo, vedrà i dati definitivi già attorno alla mezzanotte di domenica 11 agosto (5 del 12 agosto, ora italiana). Gli ultimi sondaggi danno la maggioranza che regge il governo di Mauricio Macri in difficoltà.
A seconda dei rilevamenti si va dai 2 ai 5 punti a vantaggio dell’avversario kirchnerista Alberto Fernández. Scenario che, però, potrebbe ribaltarsi in caso di ballottaggio. Vince al primo turno il candidato alla presidenza che raccolga il 45 per cento dei voti o il 40 per cento con uno scarto di almeno dieci punti sul secondo. In caso contrario, gli argentini saranno chiamati nuovamente a esprimersi domenica 24 novembre.
I mercati, però, sembrano orientati diversamente. Venerdì 9 agosto, le azioni argentine quotate a Wall Street hanno guadagnato fino al 10 per cento. Secondo gli analisti è effetto dell’ottimismo degli investitori sulle primarie, ritenendo certa una buona performance del governo Macri.

A registrare gli aumenti massimi le azioni del settore finanziario ed energetico come Pampa Energía (+9,7), Banco Macro (+10,5), Loma Negra (+10,7), Grupo Financiero Galicia (+9,2). Lieve calo (4 per cento) del rischio paese a 861 e anche la Borsa di Buenos Aires ha chiuso la giornata di scambi con un aumento dell’8 per cento.

:clap::clapclap::ola:
 

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