Banco Popolare (BP) aspettando un vecchio amico ......... (24 lettori)

ankh

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zagalone

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Lingo : per sabato 30 agosto c'è il redde rationem

domani cominciano ad uscire i primi dati sulla semestrale,

venere, vediamo la prima reazione

lunes c'è il botto

martes l'incontrario

mercole il nuovo botto

giovia la resa dei conti

venere tiriamo le reti

scritto il 20 agosto


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pensavo di più

se chiudiamo sotto 12,88 domani c'è l'incontrario
 

zagalone

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lingo: ribadisco quanto scritto in tempi non sospetti: semestrale non buona, anche se i numeri possono apparire discreti

remember:

1) raccolta inkiodata dalle linked e porcheria varia

2) impieghi : non presta più palanche perchè non ci son più i ratios namkitalia

3) integrezione con lodi difficoltosa

4) default bil da assorbire

raga, se non kiude sopra ,88 , stassera chiudo e resetto per domani mattina
 

zagalone

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raga, una veloce alle nove del mattino

raga, una veloce alle cinque della sera

raga. messo le trappole mi dedico durante alla spiaggia: stassera c'è la grigliatina di verdura

venere pxo tutti i bauscia partono e si ritorna a star bene..................


a domani
 

zagalone

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dimenticavo: stamen mi è arrivato un avviso

opas volontaria su sainin: azzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

ma esiste ancora?????????????????????????????????????????????????
 

zagalone

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grazie a Antelcat

25 agosto 2008
Qualità, ritmo, Balotelli
Ecco l'Inter di Mourinho


La sfida di Supercoppa vinta sulla Roma ha evidenziato le qualità del nuovo corso nerazzurro. Spalletti ha il tempo per recuperare, ma la squadra su cui il portoghese sta lavorando da poche settimane ha già impressionato



MILANO, 25 agosto 2008 - La tentazione di cedere al magnetismo di un allenatore come José Mourinho è forte. Il portoghese, a differenza di quanto accaduto in Portogallo e in Inghilterra, avanza con il vento della critica totalmente a favore. E lo fa con merito, perché sia il precampionato sia la prima sfida "vera" della stagione, contro un avversario forte proprio sul piano del gioco, gli hanno dato ragione.


Anche se siamo solo al pronti-via e la concorrenza (a partire dalla Roma) è molto qualificata, la Supercoppa in questo senso ha offerto la possibilità di valutare in che modo lo "Special One" ha inciso sulla pelle e l'identità di una squadra che prima di lui aveva vinto in tre anni 2 scudetti sul campo, 2 coppe Italia e 2 Supercoppe.


MENTALITA' - In quattro anni di gestione Mancini, solo in pochissime occasioni si erano visti tre giocatori d'attacco in campo dall'inizio. Al di là del modulo però, la differenza principale sembra filosofica: Ibra resta l'ago della bilancia, ma l'Inter che poggiava la sua solidità sulla superiorità fisica, che cercava con insistenza la profondità con i due attaccanti o il gioco in verticale con il trequartista (Stankovic, Jimenez o Figo) ora ha spostato il suo centro di gravità sugli esterni, cambiando fronte di continuo e affondando sulle fasce con il fraseggio palla a terra.

Contro la Roma poi, è emersa una cura maniacale di situazioni di gioco apparentemente secondarie: vedere Figo, non proprio un esordiente, precipitarsi sulla linea laterale per piazzarsi davanti a Riise e ostacolare la sua rimessa potente, dà l'idea di un piano studiato in ogni minimo dettaglio.



INTENSITA' - Il primo tempo dei nerazzurri ha impressionato per ritmo e qualità. "Avevamo deciso di pressare la Roma nella prima fase (quella dell'impostazione, ndr) perché sapevamo che è uno dei loro punti di forza", ha detto ieri sera Mourinho. E in effetti Spalletti ha avuto pochissimo dai suoi esterni, costretti a restare "bassi" dal lavoro di Figo e soprattutto Mancini, che più di una volta ha seguito Cassetti fino alla linea di fondo. In mezzo due cerniere, la prima garantita da Muntari e Zanetti, la seconda da Stankovic, rigenerato nel ruolo di regista basso davanti alla difesa e preciso nelle aperture.

Chiusi gli spazi, l'Inter ha potuto esaltare la qualità dei singoli: la catena di destra (Maicon-Figo) ha dialogato con Ibrahimovic in modo efficace, creando tre occasioni nella prima mezz'ora, e l'ex Real Madrid è tornato a respirare l'aria pura del suo ruolo naturale.


BALOTELLI - Nei supplementari si è infine visto quello che potrebbe garantire uno come Balotelli nei prossimi anni. A 18 anni, e con la prospettiva di giocare parecchie partite nel tridente, Mario ha dimostrato di meritare le responsabilità che Mourinho gli ha affidato. Dai calci piazzati al movimento tra le linee, che ha fruttato il gol del 2-1; dalla personalità con cui ha affrontato due come Mexes e Juan alla freddezza davanti alla porta. La sensazione è che siamo di fronte all'esplosione di un fenomeno, che se resisterà all'istinto di farsi tradire dai nervi, coronerà il suo sogno azzurro prima del previsto.

Antonino Morici
 

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