Qui non ci sono più neanche i soldi per il gas...
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Giovedì 20 Novembre 2008
IL CONVEGNO. Tavola rotonda organizzata dall’ente camerale e Cisl
Ora la concia è alla prova più difficile
Fare sistema attorno alle eccellenze che trainano il distretto. L’indicazione arriva da imprese, sindacato e politica
Dallo studio presentato emerge che il brand ambiente è un fattore di competitività
«Vogliamo resistere Serve aiuto»
Nicola Rezzara
Fare sistema attorno alle eccellenze che trainano il distretto, aumentare le capacità gestionali e commerciali delle aziende per ridurre i costi, valorizzare i progressi raggiunti in campo ambientale.
Dalla tavola rotonda “La concia: dati a confronto e strategie di sviluppo" organizzata l'altro ieri in villa Brusarosco dalla Camera di Commercio e dalla Cisl sono emerse alcune possibili strade da percorrere per uscire dalla crisi che attanaglia il distretto della concia. Imprenditori, istituzioni e mondo sindacale hanno ribadito la necessità di lavorare assieme per superare le difficoltà attuali.
In villa Brusarosco c'era una folta rappresentanza di imprenditori del mondo della concia, dai grandi gruppi capofila del distretto alle piccole aziende artigiane terziste, e il vicepresidente dell'Associazione Industriali di Vicenza Roberto Ditri. I dati diffusi da Diego Rebesco della Camera di Commercio e da Margherita Brondino della Cisl hanno fatto il punto della situazione indicando i numeri della crisi:
ottanta imprese chiuse e più di mille posti di lavoro persi negli ultimi 5 anni, crescita della cassa integrazione (che ha registrato un incremento del 95% nel primo semestre del 2008), ulteriori riduzioni di personale previste nei prossimi mesi del 2008, con nuovi occupati solo nelle grandi imprese.
I dati divulgati da Camera di Commercio e Cisl non sono incoraggianti, ma lo studio congiunto offre anche spunti di riflessione sulle vie d'uscita: partire dalla collaborazione fra aziende che ha prodotto importanti risultati sul fronte del miglioramento dell'impatto sull'ambiente (progressi da valorizzare nell'informazione al consumatore per diventare un fattore di competitività) per mantenere il patrimonio comune di informazioni, capacità e conoscenze; alzare il livello di managerialità per ridurre i costi della gestione delle aziende, favorire l'aggregazione fra imprese per fare “massa critica", promuovere la pelle di Arzignano come “brand", migliorare la logistica del distretto in attesa del Cis di Montebello, incrementare il coordinamento per essere più efficaci nei rapporti con le banche e insistere con il Ministero per sbloccare i fondi della Stazione sperimentale di Napoli.
«È necessario puntare sull'innovazione, attrezzarsi per produrre anche piccole quantità, e soprattutto capire che ora è proibito sbagliare», ha commentato l'imprenditore Gabriele Boschetti, auspicando che gli istituti di credito non abbandonino le aziende.
«Ci vorrebbe la sfera di cristallo per sapere quanto durerà questa crisi, per il 2009 ci aspettiamo un ulteriore peggioramento - ha spiegato Giuseppe Walter Peretti, vicepresidente dell'Unione nazionale industria conciaria -.
Il prezzo della materia prima bovina, ai minimi storici degli ultimi vent'anni, indica che la crisi è globale ed il lavoro manca anche in Cina e Brasile».
Vendemiano Sartor, assessore alle politiche dell'economia della Regione - fra i presenti in sala c'era anche il consigliere regionale del Pd, Claudio Rizzato - ha incoraggiato il distretto a compiere scelte strutturali: «Qui non siamo di fronte solo a una crisi congiunturale di qualche mese, ma ad un problema sorto almeno tre anni fa. Bisogna lavorare assieme per risolvere i problemi strutturali, puntando ad una filiera completa». Sartor ha poi garantito l'impegno di Venezia per favorire l'accesso al credito, annunciato nuove regole per sbloccare i fondi assegnati ai distretti e interventi di tutela verso chi ha perso il lavoro.
Il rappresentante della Cisl Gianfranco Refosco, presente assieme a Giancarlo Pederzolli della segreteria Cisl e al segretario generale del sindacato vicentino Luigi Copiello, ha evidenziato la necessità di puntare sulla formazione per ricollocare i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro per allontanare il rischio sociale della crisi.
«Vogliamo resistere e per farlo abbiamo bisogno di un aiuto. Siamo sempre stati abituati ad arrangiarci, ma ora chiediamo l'intervento delle istituzioni».
L'appello è stato lanciato da Riccardo Rossetto, rappresentante degli artigiani della concia, una galassia di piccole aziende (circa 1300 addetti in totale) che lavora soprattutto per conto terzi su singole fasi del processo produttivo e sente in modo particolare la crisi.
«Da quando è stata persa la fascia medio bassa che dava lavoro a tutti, stiamo vivendo un momento molto difficile - ha spiegato Rossetto -. Abbiamo fermato alcune macchine e diminuito le ore di lavoro, ma i problemi non sono ancora risolti e ci sono difficoltà a pagare gli operai. Siamo in una fase di esaurimento e questa situazione porta qualcuno ad adottare strategie scorrette che causano
una corsa al ribasso dei prezzi, a sbranarsi uno con l'altro. Noi vogliamo andare avanti ma c'è bisogno del sostegno delle istituzioni che punti alle piccole e medie imprese».