Aste di volatilità per rischio sistematico: miti e realtà

Non è di scarso interesse, anzi, ma credo che per fare delle ipotesi di strategia sia indispensabile uno storico (seppur corto) in modo da vedere se ci sono delle ricorrenze... credo..
A memoria non sono mai riuscito a sfruttare le aste.. ma non avevo neanche mai fatto il distinguo che tu suggerisci di fare.

Esatto..se non fa il distinguo e' una discussione inutile.

Perche' sapere se un titolo e' sospeso per un errore di digitazione, oppure una notizia importante comunicata al mercato o attesa dal mercato (esempio il profit warning) oppure invece se e' sospeso semplicemente perche' il mercato e' in discesa (e Unicredito ed Intesa finiscono per essere sospesi prima degli altri titoli solo per la ragione della loro liquidita') e' un distinguo essenziale.

Qualche giovane studente di econometria potrebbe anche cavarci fuori la tesi di dottorato, se ad esempio riuscisse a dimostrare tramite un sufficiente numero di esempi che durante le fasi di sospensione gli ETF che non effettuano le repliche sintetiche (mi riferisco alle sole repliche fisiche) sono costretti a comportamenti obbligati sui mercati che probabilmente vanno a determinare dei pattern riconoscibili persino da coloro che utilizzano primordiali strumenti di indagine di cui ho gia' scritto precedentemente.

Il piu' interessante di questi pattern da cui il giovane studente di econometria potrebbe partire nel suo lavoro e' il comportamento di titoli sospesi al rialzo in asta di volatilita' in assenza di rischio specifico. Non penso di rivelare una grande confidenza, se affermo che finora sul mio foglio Excel non ho mai osservato un titolo sospeso al rialzo in asta di volatilita' ritracciare sui primi prezzi. Il trend indubbiamente continua per qualche tempo ancora.

Non altrettanto posso dire dell'opposto, per cui titoli sospesi al ribasso in asta di volatilita' in assenza di rischio specifico hanno talvolta recuperato.

Ovviamente sono discorsi ipotetici riferiti alle primissime fasi della riapertura, piu' il tempo corre meno e' prevedibile la successiva traiettoria dei prezzi.

Ciao
 
Un giovane studente di econometria potrebbe iniziare a raccogliere dati nel seguente modo, evitando di campionarli dalle serie storiche ad alta frequenza di Borsa Ok e di Blumerg (anche se esistono le serie 5 minuti) perche' dalle serie storiche e' difficile risalire all'esistenza di rischio specifico o meno.

Se vi e' un'interruzione potrebbe annotare in Excel con appositi programmi DDE
Rendimento azione sospesa = Beta* ln [P(t)/P(t-1)]
Rendimento paniere a cui l'azione appartiene (esempio l'indice ci borsa)
= ln [P(t)/P(t-1)]

dove t e' il tempo dell'asta di volatilita' e t-1 e' il tempo della sospensione.

Lo studente non si dovrebbe preoccupare, perche' si puo' programmare la raccolta dati senza doverla fare a mano e distrarsi dallo studio.
 
Un giovane studente di econometria potrebbe iniziare a raccogliere dati nel seguente modo, evitando di campionarli dalle serie storiche ad alta frequenza di Borsa Ok e di Blumerg (anche se esistono le serie 5 minuti) perche' dalle serie storiche e' difficile risalire all'esistenza di rischio specifico o meno.

Se vi e' un'interruzione potrebbe annotare in Excel con appositi programmi DDE
Rendimento azione sospesa = Beta* ln [P(t)/P(t-1)]
Rendimento paniere a cui l'azione appartiene (esempio l'indice ci borsa)
= ln [P(t)/P(t-1)]

dove t e' il tempo dell'asta di volatilita' e t-1 e' il tempo della sospensione.

Lo studente non si dovrebbe preoccupare, perche' si puo' programmare la raccolta dati senza doverla fare a mano e distrarsi dallo studio.

Parli di fare in qualche maniera un arbitraggio indice/azione?
 
Parli di fare in qualche maniera un arbitraggio indice/azione?

No, semplicemente si tratta di monitorare attraverso l'informazione contenuta nel primo prezzo dopo l'asta di volatilita' per rischio sistematico se l'azione e' salita o scesa (e quanto) per via dell'effetto di trascinamento dovuto all'indice di mercato.
 
E' di tutta evidenza che le attuali sospensioni al ribasso di Intesa, Unicredito e Ubi (ore 15) non sono dovute al rischio specifico delle singole banche, ma sono dovute al fatto che il regolamentatore dei mercati (che fa riferimento alla societa' Borsa a sua volta collegata al LSE) ha deciso di sospendere i titoli di sua iniziativa per il quadro negativo dei mercati che sta emergendo nel suo complesso.
 
Anche oggi e' di tutta evidenza che le attuali sospensioni al ribasso di Unicredito Popolare Milano BMPS (adesso sono le ore 15;30) e la prossima sospensione di intesa non sono dovute al rischio specifico delle singole banche, ma al rischio sistemico dell'Italia.
 
Ernst Junger scriveva molti anni orsono:

"si, chi se ne intendeva riusciva ad afferrare un filo su cui si annodavano dei pensieri singolari".

Spero che qualcuno di voi abbia comunque colto spunti interessanti da questa discussione all'apparenza inconcludente, in quanto non ho potuto offrire dei dati a supporto di alcuni pattern a cui ho rivolto l'attenzione.

Il filo evocato dal grande filosofo tedesco e' molto sottile. E' il filo su cui corre l'informazione e la conoscenza che si travasa, nell'eterna gara del "Guardie e Ladri" tra chi, per la sua veste istituzionale, si impegna continuamente nel tentativo di regolamentare i mercati secondo i dettami di un non meglio precisato "interesse pubblico", che tutti comprendiamo ed approviamo, e chi riesce a trovare o per caso, o con il data mining, delle possibilita' di intervento attraverso dei timing prestabiliti, la cui comprovata efficacia costringe il regolamentatore ad emettere nuovi regolamenti o attuare interventi discrezionali proprio per evitare la riproposizione degli stessi pattern.

Avevo ricordato che il pattern piu' noto in passato fu la sospensione automatica a -10% e poi a -5%, condizione eccezionale che verso gli anni 2000 si raggiungeva di frequente negli scambi anche per titoli a larga capitalizzazione, a seguito di vari errori degli operatori, di solito in tempi non prevedibili. Le immissioni di PDN ai tempi dei borsini costavano e le banche addebitavano la cosiddetta commissione di ineseguito, che alcuni ricorderanno. Poiche' il trading on line ha rivoluzionato clamorosamente qualsiasi tipo di barriera in ingresso permettendo quello che molti giudicano come il diritto democratico al trading, negli anni 2000 costava ben poca fatica posizionare degli ordini a durata giornaliera il cui tick fosse posizionato a -9,9% e a -4,9%. Alla fine il regolamentatore riusci' a porre fine a questo problema delle eccessive sospensioni, soprattutto al ribasso, aiutato in questo senso dall'addestramento degli operatori e dalla scarsa presenza a Milano di operatori dal trading algoritmico.

Quali sono allora i pattern odierni di "comprovata efficacia" che ancora resistono al tempo e agli interventi del regolamentatore ?

Beh, il mito che e' caduto e' l'applicazione pedissequa del regolamento di borsa. Il regolamentatore, Borsa Spa, decide di volta in volta e titolo su titolo quando sospendere in caso di rischio non specifico dell'azione.

La realta' attuale ?
L'attenzione e lo studio vanno indirizzati su altri segmenti di mercato diversi dal MTA, laddove ogni segmento di mercato italiano presenta le sue soglie specifiche di sospensione (ad esempio gli ETF hanno un regolamento specifico in materia di sospensioni, con alcuni ETF che ancora oggi presentano l'antica soglia del 10% di scostamento )
Si potrebbe scoprire che il filo sottile su cui si annodano i pensieri particolari, ma ben difficilmente in giornate che non sono di caos totale come l'odierna, permette di osservare con buona probabilita' che il regolamentatore si asterra' dalla discrezionalita' abituale proprio per non costituire un'ingombrante presenza limitativa degli scambi e far sentire troppo la sua presenza. Forse in una giornata caotica e piena di paure come l'odierna non era poi cosi' difficile determinare con esattezza i livelli di sospensione teorici di regolamento per alcuni titoli rispetto ai quali poi sarebbero partite le aste di volatilita'. Oppure, comportamento ancora molto piu' smart se si dispone di validi modelli di pricing sui titoli di stato, intervenire sui titoli di stato come era prassi ai vecchi tempi con le azioni in prossimita' della soglia di sospensione, per acquistare i titoli di stato riuscendo ad evitare che gli stessi continuamente vengano sospesi. E' infatti comprensibile - e non dico una grande scoperta - che le aste di volatilita' successive attirino molti istituzionali interessati ed aventi specifici software professionali utilizzati per le aste di volatilita', il cui comportamento tipico e' gonfiare i book di PDN inesistenti dall'apparente randomness e poi determinare i prezzi all'ultimo secondo con un rimescolamento non casuale di PDN.

A questo punto sull'argomento che ho introdotto ho detto davvero tutto, tutti i miei pensieri singolari che corrono sul filo dell'eterna disputa tra regolamentatore e "giocatori".

Ovviamente va ammonito che i tricks & tips (and chips :) per individuare i livelli di intervento teorici prima che si attivino le sospensioni a lungo andare non hanno efficacia alcuna: occorrono dei robusti modelli di pricing, collaudati ed affidabili, per poter possedere la certezza che taluni livelli pre-sospensione sono interessanti piu' di quanto potrebbero esserlo le successive aste di volatilita che investiranno la presenza di operatori professionisti specializzati nel pricing, mentre altri livelli di intervento non lo sono e quindi diventa necessario selezionare i casi in cui e' preferibile l'astensione da qualsiasi tipo di operativita' alternativa..

Un saluto
 
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