16/10/2013 19.13
Le Borse europee hanno accelerato al rialzo sul finale di seduta: il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni segnando un +1,45% a 19.275 punti, il Cac-40 un -0,29%, il Ftse 100 un +0,34%, il Dax un +0,47% e l'Ibex un +0,75%.
Il principale indice milanese ha quindi chiuso la seduta sopra l'importante livello dei 19.000 punti, sostenuto dalle notizie provenienti dagli Stati Uniti. E' stato raggiunto al Senato Usa l'accordo tra repubblicani e democratici sull'aumento del tetto del debito degli Stati Uniti. Il testo ora passerà alla Camera, per ricevere il via libera definitivo nell'ultimo giorno a disposizione e a poche ore dal default.
Il Ftse Mib "sarà a 20.000 punti entro fine anno", commenta un gestore, evidenziando il buon andamento dei titoli bancari, con il differenziale sul decennale Btp/Bund a quota 231 punti base. L'esperto sottolinea inoltre che gli istituti bancari potrebbero a breve vedere benefici dalla Legge di Stabilità. Un altro esperto indica nei 19.300 punti "il primo target del Ftse Mib". In evidenza i titoli bancari, che hanno trascinato l'intero indice: Bper +3,41%,
Mps +2,06%,
Intesa Sanpaolo +3,34%, Ubi +0,73%,
Unicredit +1,55%,
Bpm +3,4%, Popolare +0,27% e
Mediobanca +0,23%.
Secondo gli analisti di
Banca Intermobiliare, "i mercati azionari, sostenuti dalle politiche monetarie delle banche centrali, si sono portati avanti rispetto all'andamento dell'economia e degli utili aziendali. L'impressione è che su un orizzonte temporale di qualche mese (considerato anche il posticipo del tapering) l'approccio risk-on sia destinato a prevalere spostando al medio-lungo termine la verifica sull'eventuale dissonanza rispetto all'entità della crescita economica e, di conseguenza, dei ricavi e degli utili aziendali. In questo contesto, la nostra preferenza resta per i mercati europei e per il Giappone: i primi dovrebbero beneficiare del miglioramento dell'economia, di un favorevole scenario dei flussi (con il parziale rientro dei capitali fuoriusciti negli anni passati) e di migliori livelli valutativi (il gap con gli Stati Uniti diventa piuttosto evidente se si prende a riferimento metriche di lungo termine come il P/E mediato per il ciclo, il cosiddetto P/e di Shiller) e sulla Borsa giapponese dovrebbero continuare a dispiegarsi gli effetti della cosiddetta Abenomics e della sua esposizione ai settori ciclici".
In merito poi alle misure annunciate dall'Esecutivo, gli analisti di Intermonte "giudichiamo la manovra positiva nei contenuti - soprattutto sulla riduzione del cuneo fiscale - ma poco ambiziosa in valore assoluto, meno dell'1% del Pil".
"L'obiettivo del Governo di raggiungere un deficit/Pil al 2,5% nel 2014 è vicino alle nostre stime, poste al 2,8%, anche se mancano ancora dettagli sulle coperture totali delle voci di spesa. I settori che ci sembrano maggiormente beneficiati sono quello bancario, delle infrastrutture/costruzione e in generale i comparti con alto costo del lavoro, che potrebbero beneficiare di un leggero miglioramento del trattamento fiscale", spiegano gli esperti.
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L'accordo sul debito Usa spinge il Ftse Mib, scatto dei bancari - Milano Finanza sul debito Usa spinge il Ftse Mib, scatto dei bancari