Mps - Chiude un difficile 1° sem. 2016
01/08/2016 14:46 - ALN
Il CdA di Mps ha approvato i risultati del 1° trimestre 2016. Nei primi sei mesi dell' anno il gruppo ha realizzato un margine d' intermediazione pari a 2.344,5 milioni, in flessione del 10,8% a/a, per la riduzione del margine d' interesse a 1.035,2 milioni (-10,8%) e del risultato dell' attivita' di negoziazione (-31,6% a 315,7 milioni). Il risultato lordo di gestione e' sceso del 19,1% a 1.065,7 milioni, anche se gli oneri operativi hanno mostrato una lieve flessione. Il reddito ante imposte si riduce del 51,4% a 200,5 milioni, mentre l' utile netto si attesta a 302 milioni (-8,2%) per l' impatto positivo delle imposte stimate sul risultato finale.
Il CdA di Mps ha approvato i risultati del 1° trimestre 2016. Il margine d' intermediazione con un calo del 10,8% si e' fermato a 2.344,5 milioni, per la riduzione del margine d' interesse ed il minore apporto dei profitti da trading. Nel dettaglio, il margine d' interesse si attesta a 1.035,2 milioni in calo del 10,8% per effetto da un lato dei bassi tassi di mercato, dall' altro dalla contrazione dei volumi medi fruttiferi, solo in parte attenuato da un minore costo del funding. I profitti da trading segnano un calo del 31,6% a 315,7 milioni in assenza pero' degli effetti positivi generati dal restatement dell' operazione ' Alexandria' pari a circa 213 milioni che avevano caratterizzato il primo semestre 2015. Diversamente, le commissioni nette sono aumentate di circa 13,5 milioni a 940,7 milioni (+1,5%), beneficiando del miglioramento delle componenti non commerciali sulle quali ha inciso la riduzione del costo della garanzia statale sui ‘Monti Bond' . Risultano invece sostanzialmente stabili le commissioni aventi natura commerciale, seppure con un andamento differente nelle sue componenti. In particolare le commissioni da servizi sono aumentate, mentre si sono ridotte quelle da collocamento prodotti. Si riducono anche gli altri ricavi del 33% a 52,9 milioni, in ragione dei minori dividendi percepiti da AXA MPS e dalla rivalutazione delle passivita' valutate al fair value. Il gruppo ha intrapreso un percorso di contenimento strutturale della spesa. Tuttavia il calo dei costi di gestione e' risultato inferiore rispetto a quello manifestato dal margine di intermediazione. In particolare i costi sostenuti per il personale sono diminuiti dell' 1,5% a 821 milioni, mentre gli altri oneri operativi sono diminuiti del 4% a 457,8 milioni. Una dinamica a cui ha fatto seguito la sensibile contrazione delle rettifiche nette su crediti passate da 984 milioni a 718,3 milioni (-27%), con una percentuale di copertura dei crediti deteriorati attestasi al 48%, in riduzione di 104 p.b. rispetto al 1° trimestre 2016. Tale dinamica e' ascrivibile al write off parziale di interessi moratori su posizioni in sofferenza per circa 1,4 miliardi (interamente coperti da accantonamenti) che ha inciso sul coverage ratio delle sofferenze, al netto del quale la copertura totale sarebbe aumentata di 60 b.p. Tutto cio' determina un risultato netto di gestione pari a 347,4 milioni (+4,2%). I conti recepiscono poi poste straordinarie quasi triplicate a circa 147 milioni, generate dalla contabilizzazione del canone deferred tax asset per 109 milioni e dall' attribuzione dell' intera quota annuale del contributo al Fondo di Risoluzione Unico. L' utile ante imposte pertanto segna una flessione del 51,4% a 200,5 milioni. Il calo e' stato in parte attenuato dall' iscrizione di imposte positive nette per 118,5 milioni, 134 milioni delle quali connesse all' operazione ‘Alexandria' contabilizzata nel secondo trimestre. L' utile netto si attesta cosi' a 302 milioni registrando una flessione del' 8,2 per cento.
Gli impieghi verso clientela si attestano a 107,5 miliardi in riduzione sia rispetto al primo trimestre (-5,3%) che al 31 dicembre 2015 (-3,4%). Tale dinamica deriva dal calo dei pronti contro termine, dalla riduzione dei crediti deteriorati netti e, non da ultimo, dalla contrazione della quota commerciale. Analogo l' andamento dei crediti verso banche diminuiti anch' essi del 3,5% a 7,95 miliardi. Per contro diminuisce anche la raccolta diretta a 112 miliardi di euro (-6,1% a/a), anche in questo caso per il calo dei pronti contro termine a cui si aggiunge la riduzione dei conti correnti. In flessione anche la raccolta indiretta a 98 miliardi, da ricondurre interamente al risparmio amministrato su cui ha inciso principalmente dal protrarsi della generale situazione di difficolta' del mercato azionario, a fronte della stabilita' del risparmio gestito. Il Cet1 su base transitional si fissa al 12,1% (11,7% a marzo 2016).
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