No, caro Mantegna, la colpa non è degli stranieri in quanto tali, ma di come il problema viene affrontato. ..tu stai parlando con uno che ha vissuto, per anni, in Paesi diversi. .compresa l'Algeria..paese arabo...ma mi sono sempre adeguato alla realtà senza pensare di poter mangiare degli spaghetti perfettamente cotti..tanto per capirci...qui regnano caos e malaffare sulla pelle di centinaia di migliaia di disgraziati senza arte nè parte...mentre abbiamo i nostri compatrioti giovani e delusi..che se ne vanno...ma dove pensi che tutto questo ci porterà?...Diventeremo una nazione di raccoglitori di pomodori?..
Buona sintesi,
@kiappo. Permettimi di aggiungere qualche mia ormai centenaria osservazione.
1) la droga; ce l'hanno portata da occidente per azzerare i movimenti 68ini - direi cosa indiscutibile. Una generazione distrutta, (in parte, ma solo fisicamente, con la testa si sono piegati quasi tutti). Quella seguente privata di genitori con la G maiuscola. Il cosavuoichessìa si è generalizzato, divenendo impronta indelebile sull'animo, già predisposto a ciò, degli italiani. Chiediti come mai vi sia libero spaccio ovunque, tuttora, e magari osserva quanti cretini ti prendono per fanatico se ti opponi: cosavuoichessìa.
2) chiediti perché non si canta più, sarà mica solo perché i panni ora li fa la lavatrice, no? I motivi e le conseguenze sono molteplici. Fatto sta che il mondo ci conosce come il paese del (bel) canto, ma qui non canta più nessuno (da approfondire se interessa).
3) una lunga tradizione cattolica fa sì che contino più le parole che i fatti: ciò ha permesso azioni distruttive della coesione sociale da parte di tutti, mica solo dei politici. Io non sono certo cattolico, ma ho visto quasi tutti quei credenti dire che non importa se la chiesa dice A, se ho voglia faccio B, ma tranquillamente. Quando invece era da porre in questione la propria stessa appartenenza a una tale religione. Se manca il principio di contraddizione, la logica e con essa ogni rapporto serio va a farsi f...
4) fino al 1962 circa l'Italia era uno strapaese ancora permeato di cultura fascista (in senso lato, come stile), ma sulla via di evolversi. Però la pressione dell'incultura americana ha sfondato infine ogni barriera, c'è stata una omologazione a quella senza che la base socioculturale potesse trovare difese, se non ridicolmente strapaesane. E siamo divenuti colonia in tutti i sensi. Non è assolutamente questione di risollevare l'orgoglio nazionale, solo ammettere che qualcosa di umano è affondato senza che vi fosse nulla di adatto a sostituirlo. Questo qualcosa riesce a riemergere solo in occasione delle peggiori tragedie, per cui augurare un terremoto al mese agli italiani non sarebbe un atto pestifero, ma l'offerta di una occasione ...
5) ........
