Il quadro certo non c'è perchè al momento di fatto non è valutabile, non si sanno i tempi e gli impatti, ora come ora non avrebbe senso secondo me sparare cifre e/o misure a livello centrale.
Le "sacche di privilegio" sono sicuramente un problema ma se parliamo di vitalizi etc non se ne esce, per quanto siano effettivamente delle iniquità non sono tali da modificare significativamente un bilancio dello stato: tutto aiuta ma si parla di qualche centinaio di milioni al massimo in un ottica di ottimizzazione estrema, cioè gli spicci.
Già con ambiti tipo Alitalia e simili si parla di cifre un po' più serie, ma l'idea di formalizzare il fallimento di un azienda fallita pare brutto, "cosa faranno mai i lavoratori di Alitalia" pare un nodo irrisolvibile (cosa fanno? lavorano per chi si compra le rotte ad esempio? fanno come tutti quelli che lavorano in aziende che sono fallite -tipo il sottoscritto- cioè si trovano un altro impiego?) e poi l'orgoglio di una compagnia di bandiera è una cosa a cui non possiamo assolutamente rinunciare, viva il nazionalismo...; le pensioni stendiamo un velo pietoso, qui si sta discutendo di alzarle con un sistema che è di fatto strutturalmente insostenibile: parliamo del fatto che dalle simulazioni INPS nel 2040/2045 ci sarebbe il picco del 16% di spesa per le pensioni (se non ricordo male solo la Grecia -guarda il caso- spende di più in rapporto al PIL) e poi si prevede, non si sa come, che questo picco dovrebbe scendere per "effetti positivi sulla natalità" e "sul saldo per immigrazione"; tralasciando la gag sugli immigrati che fino all'altro ieri erano da cacciare e ora forse no, si parla di scenari irreali all'attuale stato delle cose, non lamentiamoci poi se qualcuno dall'Europa fa notare che tutto questo sia completamente fuori dal mondo e chieda di rivedere una spesa completamente fuori dalla grazia di dio. Per capirci le pensioni medie dal 2000 sono aumentate del 70%, le retribuzioni del 35%, come mai si potrà pensare di strechare ancora di più questo sistema? ma in media la lamentela è che le pensioni sono basse, che vanno tagliate quelle più alte (in parte a ragione, in parte ovviamente no, se uno versa il quadruplo di contributi non si vede perchè debba prendere 1,5k euro al mese), che dobbiamo andare in pensione prima (il fatto che l'aspettativa di vita salga è una nota a margine pare); questa non è la politica, è un problema nella testa degli elettori, la politica semplicemente anzichè comportarsi responsabilmente e fare riforme anche impopolari per il bene del futuro del paese guarda a dopodomani ragionando come un signore di 85 anni che di macroeconomia ne quanto me di personaggi del grande fratello.
Per quanto riguarda la Spagna (la Grecia è un discorso a parte, mi ci metterò un giorno con calma

) non so bene che dati hai preso in considerazione; dalla fossa in cui stavano nel 2012 sono usciti con un incremento del debito in linea con quanto stava crescendo pre-mes (cioè tantissimo) con la differenza che ora la crescita del debito è grossomodo piatta ma il deficit/pil da una forbice di 8 punti con l'Italia nel 2011 è tornato nel 2017 quasi a pari; in tutto ciò il paese ha una crescita superiore alla media europea, rispetto all'Italia manco si discute visto che noi galleggiamo a pari da 20 anni minimo quindi non siamo nemmeno un termine di paragone.
Il tutto nonostante una situazione politica di stabilità orrenda visto che han fatto mille elezioni e hanno cambiato più governi di noi con equilibri spesso instabili.
EDIT: con ciò non voglio dire che ora la Spagna sia il Bengodi, semplicemente che pur a fronte di fattori anche interni negativi la situazione non è peggiorata, anzi, e il trend di investimento che hanno seguito con l'aumento del debito è fondamentalmente virtuoso (es. valore aggiunto del commercio in Spagna è cresciuto di 14,2 miliardi mentre da noi è ancora sotto di 1,7 miliardi); questo lascia a loro una prospettiva tendenzialmente positiva, mentre qui si discute di quote 100, aziende statali fallite, barconi ed altre amenità del genere.