BCE e FED a confronto: Ecco la vera banca centrale.

La BCE comprerà 750 miliardi di euro di nuovi titoli
Dopo una riunione notturna di emergenza, la Banca Centrale Europa ha annunciato un nuovo programma straordinario per combattere la pandemia

Nella notte tra mercoledì e giovedì, la Banca Centrale Europea ha annunciato che per contrastare la pandemia da coronavirus metterà in atto un nuovo programma straordinario da 750 miliardi di euro per l’acquisto di obbligazioni dei paesi membri dell’eurozona.«Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie», ha scritto su Twitter la presidente della BCE Christine Lagarde e, richiamando famose parole pronunciate anni fa dal suo predecessore Mario Draghi, ha aggiunto: «Non ci sono limiti al nostro impegno nei confronti dell’euro».[infatti una banca centrale ha risorse illimitate]

Extraordinary times require extraordinary action. There are no limits to our commitment to the euro. We are determined to use the full potential of our tools, within our mandate. European Central Bank on Twitter
— Christine Lagarde (@Lagarde) March 18, 2020

La decisione della BCE è arrivata dopo che gli investitori avevano accolto piuttosto male il suo precedente intervento da 120 miliardi di euro, anche a causa del passo falso commesso dalla presidente Lagarde nell’annunciarlo giovedì scorso, quando aveva lasciato intendere di non essere disposta a difendere la stabilità dei conti pubblici della zona euro ad ogni costo. Simili annunci da parte della FED, la banca centrale americana, erano stati accolti con lo stesso misto di sfiducia e scetticismo e per tutta la settimana i mercati europei e americani avevano segnato record di ribasso.

Nella zona euro, i timori degli investitori hanno portato a un preoccupante rialzo degli spread dei titoli di stato dei paesi della periferia della zona euro, cioè della differenza di rendimento di interesse tra i titoli di stato dei paesi più ricchi e stabili dell’eurozona, come la Germania, e di quelli economicamente più fragili, come l’Italia. Nella mattinata di mercoledì, lo spread dei titoli italiani aveva raggiunto il livello più alto dal novembre del 2018.

Con l’annuncio di un programma senza precedenti in Europa per dimensioni e con la fermezza delle parole di Lagarde, la BCE spera di riuscire a stabilizzare i mercati e di abbassare gli spread, in modo che i governi possano spendere tutto il necessario per fronteggiare l’epidemia e le sue conseguenze economiche.

Il nuovo programma si chiamerà “Pandemic Emergency Purchase Program”, “Programma di acquisto per l’emergenza pandemia”, e proseguirà fino alla fine del 2020. Sarà accompagnato dal precedente programma da 120 miliardi e dal rinnovo dei 2.800 miliardi di euro di titoli già acquistati durante le precedenti iniziative portate avanti durante il mandato di Draghi.

Nell’annunciare il programma, Lagarde ha specificato che la BCE è pronta a superare i limiti che si è autoimposta pur di proteggere l’economia dell’eurozona. La frase è stata ritenuta un riferimento al possibile superamento del cosiddetto “acquisto per capital key”, una regola che obbliga la BCE ad acquistare titoli in proporzione al capitale detenuto dalla banca centrale di ogni nazione (che a sua volta è grossomodo proporzionale al PIL). Questo annuncio era molto atteso da analisti e investitori, perché significa che, potenzialmente, la BCE potrà concentrare i suoi acquisti sui titoli di paesi in particolare difficoltà.
 
Claudio Borghi contro la Ue: "Criminali, le cinque evidenze che lo dimostrano"
Claudio Borghi contro la Ue: "Criminali, le cinque evidenze che lo dimostrano"

Tutto in pochi caratteri, tutto nello spazio di un tweet. Durissimo. A passare all'attacco è Claudio Borghi, che fa il punto sull'emergenza coronavirus, i suoi risvolti economici e l'inutilità dell'Unione Europea.
Il leghista sul social scrive: "Ci sono voluti 4000 morti (di cui 3000 italiani) per ammettere che:
1)Lo spread dipende dalla BCE;
2) Il MES era solo un'arma di ricatto;
3) Il deficit si può fare basta volerlo;
4) La dimensione del debito non conta;
5) 20 anni di tagli servivano solo alle politiche UE", conclude.

Cinque evidenze che in questi giorni di dramma, morte ed emergenza stanno emergendo in maniera lampante.
Ma non è finita, perché Claudio Borghi conclude con un'accusa definitiva, tutto in una parola: "Criminali".
 
invece di riformare il MES che significa, come abbiamo visto in Grecia, distruzione e povertà

E' più INTELLIGENTE riformare lo statuto della BCE e rendendola una VERA Banca Centrale come la FED
così che oltre all'inflazione si occupi anche dell'occupazione della zona EUuro
 
ieri nessun accordo all'Eurogruppo per il veto di Olanda e Germania. Viva la solidarietà europea.

Avete sentito cosa hanno detto sugli Eurobonds vero?
Non siate illusi, se ci concedono qualcosa è solo per salvare l'euro ma per noi sarà a carissimo prezzo
 
La Germania gela l'Italia e dice no agli Eurobond
Il ministro dell'Economia tedesco Altmeier respinge la proposta di emettere obbligazioni comuni come soluzione per l'impatto economico del coronavirus: "C'è già lo scudo della Bce, non si conducano dibattiti fantasma"
La Germania gela l'Italia e dice no agli Eurobond

Stop della Germania ai coronabond. Berlino boccia la proposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di varare dei titoli pubblici europei, che potrebbero essere emessi dal Fondo salva Stati, come strumento per aiutare i governi a fronteggiare la devastante crisi economica legata al coronavirus.

La frenata arriva direttamente dal ministro tedesco dell'Economia, Peter Altmaier, a poche ore dall'inizio della riunione dei ministri delle Finanze della zona euro a Bruxelles.
Altmaier definisce il dibattito sui coronabond "un dibattito fantasma": "siamo tutti decisi a impedire una nuova crisi del debito in Europa, ovunque si presenti - ha detto il ministro tedesco intervistato da Handesblatt - ma consiglio cautela quando vengono presentati presunti nuovi concetti geniali, che molto spesso sono solo una riedizione di concetti vecchi già respinti".

Concetto ribadito dallo stesso Altmaier anche al termine di un vertice con i maggiori economisti tedeschi convocato per valutare l'impatto del coronavirus sull'economia tedesca. "È molto importante la solidarietà europea - ha detto - ma fortunatamente le proposte su eurobond o similari non hanno trovato grande riscontro". "Posso solo raccomandare che non si conducano dibattiti fantasma", ha ribadito il capo dell'economia del governo Merkel.

"Oggi c'è una seduta dell'Eurogruppo via teleconferenza coordinata da Bruxelles - ha ricordato Altmaier - si discuterà di soluzioni pragmatiche e flessibili. Già c'è lo scudo di protezione che è stato allargato dalla Bce. Altre questioni devono ancora essere discusse, ma certo non si vedono cambi di strategia per motivi ideologici: lo riterrei sbagliato".

La proposta italiana, ovvero l'emissione di obbligazioni garantite da tutti i paesi dell'Unione Europea per finanziare le spese legate al contenimento del virus sia in campo sanitario sia per far fronte alle sue pesantissime conseguenze economiche, era stata messa sul tavolo da Conte in occasione dell'ultimo vertice Ue in teleconferenza e poi rilanciato in una intervista al Financial Times. La proposta aveva ricevuto l'appoggio oltre che della Francia, anche della Spagna e del Portogallo mentre era stato immediato il 'no' olandese.

Una apertura era arrivata dalla stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: "Stiamo guardando a tutti gli strumenti e qualunque aiuto verrà utilizzato per mitigare le conseguenze economiche dell'epidemia - aveva detto von der Leyen in una intervista radiofonica alcuni giorni fa - questo vale anche per i Coronabonds: se aiutano e se sono correttamente strutturati, saranno usati".
Ma il no di Berlino sembra rendere molti difficile la partita.
 
INCREDIBILE la Bce sta letteralmente mantenendo in piedi il nostro Paese

CONTE ha sbagliato ad attaccare l’opposizione, sfruttando quella che doveva essere una comunicazione istituzionale per una sorta di resa dei conti “di parte” contro l’opposizione, quasi una questione personale regolata a reti unificate sulla tv di Stato? Certo, errore madornale. Ma signori, anche qui, evitiamo di essere ipocriti. Stiamo parlando della Rai, la televisione più politicizzata e lottizzata al mondo, roba che la vecchia agenzia sovietica Tass al confronto rifulgeva per pluralismo.
Davvero pensate che quell’attacco, palesemente irrituale e scorretto per l’assenza di contraddittorio, abbia lordato per sempre e in maniera indelebile il lindo abitino da cresimanda di viale Mazzini? Per favore, siamo tutti adulti. Comportiamoci quindi come tali. Per una volta – e mai avrei pensato che sarebbe potuto succedere – sono stato d’accordo con il titolo fatto da Il Fatto Quotidiano nella sua edizione di sabato: “Anche Conte nel suo piccolo s’incazza”. E non tanto e non solo perché è un uomo e, quindi, ontologicamente dotato di un ampio ma pur sempre limitato grado di tolleranza e pazienza. Bensì, perché finora ha combattuto una battaglia con un braccio legato dietro la schiena e adesso, liberatosi in qualche modo e forse suo malgrado, mena fendenti un po’ a casaccio, tanto per cercare di mettersi in pari almeno a livello di lividi. La politica non è solo arte alta della diplomazia e del compromesso: come diceva Rino Formica, è spesso sangue e merda. In questi giorni, forse è solo questo.

Guardate questi due grafici, cari lettori. Il primo mostra il sentiment che albergava nel Paese fra l’1 e il 3 aprile, fotografato dal sondaggio Swg relativo al grado di fiducia degli italiani verso le varie istituzioni europee. Alla vigilia del redde rationem dell’Eurogruppo, giova ricordarlo. Guardate bene il terzo dato, quello relativo alla Bce: solo il 25% degli interpellati aveva fiducia nella Banca centrale, contro il 43% del settembre 2019. Quindi, 3/4 degli intervistati percepiva l’Eurotower come “nemica”, “ostile”.

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Ora guardate il secondo grafico, il quale mostra ciò di cui vi ho parlato giorni fa, ma che è sempre utile sottolineare fino allo sfinimento: si tratta degli acquisti obbligazionari compiuti dalla Bce nel mese di marzo in seno al programma di Qe e, nell’ultima settimana del mese, a quello emergenziale in risposta alla pandemia, il cosiddetto Pepp. Di fatto, quest’ultimo con le sue modalità “ammorbidite” è stato attivato solo per due giorni di acquisti durante marzo. In base al principio della capital key, ovvero degli acquisti pro quota di debito sovrano attraverso le varie Banche centrali nazionali, l’Italia beneficia di un 17% dello shopping totale mensile della Bce. Bene, stando ai calcoli che stanno alla base del report di Goldman Sachs in cui è contenuto questo grafico, nel primo round di acquisti anti-pandemia, l’Italia ha beneficiato di una capital key emergenziale (la quale durerà fino alla fine della crisi sanitaria-economica nell’eurozona e comunque fino al dicembre 2020) superiore al 40% del totale. Il tutto, come mostrano gli andamenti delle linee relative alle varie nazioni, grandemente a discapito della Germania e degli acquisti di Bund.

Cosa significa questo?
Che la Bce sta letteralmente mantenendo in piedi il nostro Paese, evitando che le tensioni politiche, economiche e sanitarie vadano direttamente a impattare e riverberarsi sullo spread, ovvero sul costo del finanziamento sul mercato del nostro debito. Il quale, stando a calcoli di Unicredit, quest’anno potrebbe necessitare di nuove emissioni fino a 210 miliardi. Bene, se si continuerà così, la Bce di fatto acquisterà Btp per un controvalore superiore a quello delle aste programmate.
Non a caso, giovedì scorso il Tesoro ha emesso titoli a media e lunga scadenza per 9,5 miliardi, piazzando in scioltezza l’intero stock con un aumento minimo del rendimento pagato: senza lo scudo della Bce, sarebbe stato possibile? Di più, senza la Bce i tecnici di via XX Settembre avrebbero avuto anche solo il coraggio di presentarsi ai mercati con un ammontare simile, rischiando il fallimento dell’asta, stante le tensioni in atto, la drammatica contabilità quotidiana di contagiati e deceduti e il lockdown del Paese che non vede una fine?

Quel 75% di rispondenti al sondaggio Swg, a vostro modo di vedere, conosce queste dinamiche in atto?
È conscio di questa innegabile, matematica ed elementare realtà?
Se sì, è quantomeno tacciabile di mancanza di riconoscenza. In caso contrario, giova chiedersi dove vada a prendere le proprie informazioni, i dati qualificanti che lo spingono a dipingere con toni negativi una Bce che, di fatto, oggi è la prima (e forse unica) alleata del nostro Paese. Numeri alla mano. Ve lo dico io, dove. Sui social, dove imperversa la propaganda dei partiti dell’onorevole Giorgia Meloni e del senatore Matteo Salvini, poiché il Premier – sbagliando – ha deciso di sbugiardarli a reti unificate.

Giuseppe Conte sa di essere alla fine, vede la sabbia scorrere sempre più velocemente dentro la clessidra e, forse, anche per questo venerdì ha perso pesantemente di lucidità. D’altronde, avrebbe dovuto parlare al Paese nel primo pomeriggio, invece le beghe interne alla stessa maggioranza hanno richiesto oltre 5 ore di riunione per cercare di tirare a campare fino al Vertice europeo dei Capi di Stato e di Governo previsto per il 23 aprile. Dove Giuseppe Conte andrà, conscio e volenteroso, incontro alla bella morte, avendo già dichiarato che senza eurobond sul tavolo, lui non firmerà alcun accordo. Insomma, c’è la forte probabilità di un suicidio calcolato, visto che sentendo già i passi di Mario Draghi sul selciato di piazza Colonna, il Primo ministro pare aver optato per un martirio tutto propagandistico ed elettoralistico in nome del supposto e presunto bene supremo del Paese.
Cadrà prima dell’estate, anche lui abbagliato dalla tentazione di un tripudio di nazionalismo da film di Alberto Sordi?
Nessuno lo sa.
Certamente, restano due punti fermi.
Primo, la Germania non accetterà mai gli eurobond. E fa benissimo.
Secondo, il Mes sarà certamente attivato e – Troika o meno – questo Paese dovrà finalmente prendersi le proprie responsabilità per una gestione pluridecennale dei suoi conti pubblici quantomeno irresponsabile e dissennata.
Non vogliamo lezioni dall’Europa? Perfetto, usciamo dal club. Ma diciamolo chiaro alla gente, scriviamolo nero su bianco, fornendo tutti i dettagli. Basta con le minacce spot per raccattare quattro voti o dieci like sui social network, prendiamoci le nostre responsabilità. Ivi compresa, quella che vedrà il nostro debito pubblico non beneficiare più della polizza salvavita della Bce e andare sul mercato dovendo fare a meno dello status – di fatto – risk-free di cui gode ora. Occorre essere onesti: senza l’Eurotower, piazzare 210 miliardi di necessità di finanziamento sotto forma di Btp a un prezzo sostenibile da qui a fine anno è semplicemente impossibile, stante i nostri indicatori macro-economici e le prospettive da mani nei capelli che la nostra industria già sconta per la crisi da Covid-19.

Vogliamo l’Italexit perché l’Europa è una gabbia?
Va bene, lo ha fatto la Gran Bretagna, possiamo farlo anche noi. Però, dicendo la verità. Tutta. E mettendo bene in chiaro non solo le storture di un’Unione platealmente imperfetta ma anche i benefici palesi e innegabili che la nostra adesione all’Ue ci garantisce, gestione di un debito fuori controllo in testa. Per questo, mi sento di giustificare la caduta di stile di Giuseppe Conte. Quantomeno, a livello umano.

Vi chiederete, forse, perché non ho citato i Cinque Stelle, prima forza per numero di parlamentari, all’interno di tutto questo discorso. Per loro, basta la frase di Stendhal, uno che conosceva e amava il nostro Paese: “L’onestà è la sola virtù che rimanga alla gente da poco”.
 
La Bce non può monetizzare i deficit. Quindi, non potendo finanziare direttamente gli stati e tenuto conto che, praticamente, non ha spazio per diminuire ulteriormente i tassi, qualcosa dovrà pur fare, in termini di politica monetaria espansiva, per adempiere al suo mandato.

E lo sta già facendo, sia con le aste LTRO a sostegno delle banche, con il QE e con il nuovo piano di acquisti per far fronte al COVID-19. Con tutte le azioni svolte in questi anni, la Bce ha in bilancio circa 400 mld di Btp.

Il fatto è che la banca centrale, che ha iniziato il QE a marzo nel 2015, non è riuscita ad uscire dagli acquisti di titoli nemmeno quando l’economia dell’eurozona cresceva ad un ritmo ben superiore a quello attuale e a quello che possiamo intuire per il futuro immaginabile.

Infatti, tranne che per brevissimo periodo, la Bce è dal 2015 che compra titoli di stato (e non solo) dei pesi della zona euro.
Se non è riuscita a fermarsi quando le cose andavano discretamente, non vedo come si possa fermare a fine anno, quando giungerà a termine il piano di acquisti straordinario varato di recente, con l’economia che verosimilmente continuerà a soffrire (ad essere ottimisti).

Questo dovrebbe indurre la BCE ad allungare il piano di acquisti anche nel 2021, magari con caratteristiche diverse rispetto alle attuali. Quindi aumenteranno in maniera consistente anche le posizioni dei BTP in bilancio. In maniera approssimativa, penso che la Bce, fino alla fine dell’anno, dovrebbe comprare ancora 120/150 miliardi di BTP. Più quelli che dovrà comprare l’anno prossimo. Se teniamo duro ancora un po’, la banca centrale forse diventerà il primo detentore di BTP italiani, senza la possibilità che possa rivenderli sul mercato. Anche la Fed, nonostante la crescita economica avuta dagli USA negli ultimi 11 anni, è riuscita a ridurre solo marginalmente il bilancio, ed ora è già in crescita esponenziale.

Non c’è nulla che possa far immaginare una riduzione del bilancio della Bce. Nemmeno in prospettiva. Quindi è molto probabile che i Btp resteranno nel bilancio della banca centrale per molto tempo, pur venendo rinnovati via via che scadranno, e di conseguenza diluiti per via inflazione (quando tornerà).
Se la Bce , tra quest’anno e l’anno prossimo, riuscisse a comprare 250/300 mld di Btp, la sua partecipazione al debito italiano passerebbe a 700 miliardi circa. Ai quali si aggiungerebbero i Btp detenuti dalle banche italiane e dalle assicurazioni, passando così di gran lunga il trilione di euro detenuti da mani forti e “non ostili”, si spera. In questo modo l’Italia avrà ottenuto i “suoi eurobond”.
In altre parole, gli eurobond che sono usciti dalla porta, rischiano di rientrare dalla finestra.
Questo dice tutto sulla miopia dei paesi del nord, ostili agli eurobond, ostili alla monetizzazione del debito, ma distratti, per evidente convenienza, verso questa possibile dinamica. Forse per l’Italia è giunto il momento di puntare in alto non cedendo al MES. Speriamo che a Roma se ne siano accorti.
La BCE non solo può risolvere la partita, ma è addirittura obbligata. Pena la dissoluzione dell’euro.
 

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