BioSìArt - l'Arte che risana... l'Arte

Personalmente sono molto attratto dal contemporaneo, da ciò che viene prodotto ai giorni nostri,
che non ha ancora trovato un posto nella storia e che nessuno sa se mai ce lo avrà.

Per questo da un pò di tempo mi capita di seguire con interesse i post di Luca Rossi su Instagram.
Le cose che dice le trovo interessanti come in questo caso che parla di assegnare un "rating" alle opere d'arte
utilizzando alcuni criteri e cioè, secondo lui, mettendo in relazione "intenzioni, contesto e opera".

Al di là dei buoni propositi ho l'impressione che per arrivare ad una valutazione oggettiva i parametri debbano essere altri.
E per questo torno sul mio discorso di "misurare" l'energia sottile" emanata da un'opera.
Ho verificato che l'energia misurata con l'antenna di Lecher, che io uso, ma anche col biometro di Bovis, o altri strumenti, pendolo, biotensor... di opere di grandi artisti del passato è piuttosto alta, superiore alla media, mentre quella di altri artisti, epigoni, scopiazzatori... è piuttosto bassa.

Ovviamente l'energia di un'opera è direttamente proporzionale all'energia del suo autore la quale non è un dato statico ma che cambia a seconda dello stato d'animo ma anche dalle condizioni ambientali che hanno un impatto importante sulla salute.

E qui entra in ballo la BioSìArt che si propone proprio come la cosa che può fare la differenza perchè può cambiare l'energia ambientale.
Mi fermo qui per non appesantire troppo il post.

Questo il post di Luca Rossi

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E qui una sua intervista
 
Quora.com è un sito dove vengono poste un'infinità di domande dalle più stupide e banali alle più intelligenti.
Chiunque può rispondere e quindi anche le risposte possono essere molto banali ma anche molto intelligenti.

Oggi ho trovato questa domanda dove un utente chiede:
Esistono parametri quantificabili che indichino se qualcosa è arte o meno? Come si può dire che qualcosa è "arte"?

Fra le tante risposte + o - condivisibili mi ha colpito questa di un utente di nome Pier Paolo Vaccari e che va a sostegno a quanto da tempo sostengo.

"... Credo che non si arrivi a nulla concentrando tutta l'attenzione sull'artista e sui suoi canoni. L'arte, secondo me, parte a monte. In generale, quando una struttura complessa si disfa, si libera l'energia in essa contenuta. E la liberazione di energia è di per sé SEMPRE creativa; è un fenomeno naturale. Questo si può riferire anche all'arte, lasciando quindi all'artista il ruolo di interprete, di canale interpretativo. Se si parte ad esempio dalla complessità del Rinascimento, è facile verificare come tutti i successivi passaggi scaturiscano da progressive privazioni o rinunce. Si comincia col venir meno dell'equilibrio (barocco), per arrivare a rinunciare alla supremazia del disegno (impressionismo), per rifiutare poi il naturalismo (espressionismo), la prospettiva (cubismo), la realtà (astrattismo), la forma (informale), per arrivare infine a immaginare di fare a meno dell'opera d'arte stessa (arte concettuale). In ogni passaggio l'energia liberata si esprime nella formazione di configurazioni innovative, di cui viene riconosciuta la creatività..."

Ad ogni buon conto questo è il link al sito:
 
Quora.com è un sito dove vengono poste un'infinità di domande dalle più stupide e banali alle più intelligenti.
Chiunque può rispondere e quindi anche le risposte possono essere molto banali ma anche molto intelligenti.

Oggi ho trovato questa domanda dove un utente chiede:
Esistono parametri quantificabili che indichino se qualcosa è arte o meno? Come si può dire che qualcosa è "arte"?

Fra le tante risposte + o - condivisibili mi ha colpito questa di un utente di nome Pier Paolo Vaccari e che va a sostegno a quanto da tempo sostengo.

"... Credo che non si arrivi a nulla concentrando tutta l'attenzione sull'artista e sui suoi canoni. L'arte, secondo me, parte a monte. In generale, quando una struttura complessa si disfa, si libera l'energia in essa contenuta. E la liberazione di energia è di per sé SEMPRE creativa; è un fenomeno naturale. Questo si può riferire anche all'arte, lasciando quindi all'artista il ruolo di interprete, di canale interpretativo. Se si parte ad esempio dalla complessità del Rinascimento, è facile verificare come tutti i successivi passaggi scaturiscano da progressive privazioni o rinunce. Si comincia col venir meno dell'equilibrio (barocco), per arrivare a rinunciare alla supremazia del disegno (impressionismo), per rifiutare poi il naturalismo (espressionismo), la prospettiva (cubismo), la realtà (astrattismo), la forma (informale), per arrivare infine a immaginare di fare a meno dell'opera d'arte stessa (arte concettuale). In ogni passaggio l'energia liberata si esprime nella formazione di configurazioni innovative, di cui viene riconosciuta la creatività..."

Ad ogni buon conto questo è il link al sito:
Beh, è giusta l'osservazione che tutti i successivi passaggi scaturiscano da progressive privazioni o rinunce. Ma messa così non spiega ancora molto, è una descrizione. Solo che il resto del discorso, la "spiegazione" l'energia liberata si esprime nella formazione di configurazioni innovative, di cui viene riconosciuta la creatività è piuttosto tautologica, ad essere gentili.
Ora, non pretendo qui nemmeno di affrontare la coda della questione. Segnalo solo che, come nella musica "seria", si tratti di comunicare qualcosa all'io delle persone, che per evolvere ha bisogno appunto di cose nuove, nonché percepibili sul piano spirituale. Come le canzonette, anche l'arte minore è invece un'arte di consumo, che si rivolge ad aspetti meno elevati dell'uomo.
Una foto di bella donna può essere orribile, e viceversa, per questo motivo.
 

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