@Near
Il problema è semplice: il protrarsi della crisi ha compromesso la resilienza del sistema.
Mi spiego: la crisi in senso eclatante (parlo di quella finanziaria) la teniamo mentalmente confinata al 2008. In realtà, a cadenza trimestrale, stiamo assistendo ad una pletora di microshock che, abbinati ad una ripresa mediaticamente pompata ma concretamente asfittica, sta combinando un disastro.
I più deboli non reggono più, chiamiamola selezione finanziaria naturale.
Quel che però colpisce è l'impressionante sequela di cetrioli tedeschi.
Ci eravamo stupiti con RICKMERS, società di medie dimensioni; siamo rimasti sopresi con ALNO, acquistata da un fondo di private equity appena 5 mesi prima. Ora parliamo del secondo vettore tedesco, che il 12 (cioè sabato) ha annunciato jv con partner americani ... sapendo DAL GIORNO PRIMA che Etihad aveva deciso di staccare la spina.
Non lo so come andrà a finire: credo che una ristrutturazione (haircut e allungamento) dovrebbe essere sacrosanta ma ormai il sistema permette di rinnegare sistematicamente il debito.
Se fanno lo spezzatino inutile girarci intorno, la vedo grigioscura.
Diverso se davvero AIR BERLIN stesse pensando ad un piano di ristrutturazione serio per continuare a vivere: a quel punto i bondholders avrebbero voce in capitolo.
Il fatto delle elezioni in Germania, dei tedeschi incazzati boh ci spero ma a ste cose non credo davvero più.
Tanto oramai si parlerà dei CLIENTI, DEI DIPENDENTI, degli investitori non trovo una parola se non un laconico "will forgo part of their Investments" dalla ministra, peraltro neanche in virgolettato.