luzzogno
Forumer storico
Per Scarlattina&company mettetevi il cuore in paceC'hai ragione pacu!!!![]()
Nessuno riesce a entrare nella testa di Grillo. Forse nemmeno Grillo. Difficile
capire se prevalga la soddisfazione o la preoccupazione. Soddisfazione nel
vedere i politici che l’hanno sempre schifato strisciare ai suoi piedi e
implorarlo di salvarli con la fiducia. Preoccupazione per una politica allo
sbando che rischia di far pagare ai cittadini l’ennesimo scotto della propria
incapacità.
Eppure, dai messaggi che l’ex comico invia tramite il blog e le interviste
alla stampa estera, una cosa si può dire: l’Antipolitico fa politica più o
meglio dei professionisti della politica. Il gioco di questi ultimi è
chiarissimo: non avendo capito nulla di quanto sta accadendo, s’illudono di
padroneggiare ancora la situazione ingabbiando gl’ingenui “grillini” in un
governo minoritario che prometta di fare tutto ciò che chiedono, ottenendone la
fiducia e poi torni alle pratiche consociative di sempre, ricattandoli con la
minaccia del voto anticipato che ricadrebbe sulle loro spalle, con annesse
accuse di sfascismo e irresponsabilità lanciate da stampa e tv di regime. Una
trappola che somiglia al vecchio trucco del cerino: l’ultimo si brucia le dita.
Solo un campione di ingenuità suicida può pensare che un movimento
rivoluzionario possa votare la fiducia a un governo altrui. E, con buona pace
della stampa di regime, non esiste alcuna “rivolta del web” contro i No di
Grillo.
Il web è una zona franca dove scrivono tutti, anche i troll dei partiti
camuffati da “base di 5 Stelle”. I partiti dell’ammucchiata Monti non vedono l’
ora di rimettersi insieme per evitare le urne, cioè un altro balzo di Grillo.
Ma hanno un problema: i loro elettori. Il Pd finge di dialogare con M5S, per
poi allargare le braccia: “Purtroppo Grillo non vuole e ci costringe alla
grande coalizione per eleggere il Presidente, tranquillizzare i mercati, lo
spread e l’Europa”. D’Alema ha già avviato contatti con Letta, prigioniero di
quella Bicamerale mentale che lo porta a una continua coazione a ripetere.
Grillo sa che lì si andrà a parare e deve evitare di restare col cerino in
mano: cioè di essere additato domani come il colpevole dell’inciucione o di
nuove elezioni. Perciò ricorda ossessivamente il programma di M5S e sfida i
partiti a farlo proprio. Ora, per smascherare il bluff, deve fare un passo in
più: presentare un papello semplice, fattibile e al contempo rivoluzionario, in
cambio dell’uscita dall’aula dei senatori “grillini” che consentirebbe la
nascita “condizionata” del governo. Abolire i rimborsi elettorali. Dimezzare i
parlamentari e i loro compensi. Legge elettorale maggioritaria con doppio turno
francese. Anti-corruzione e anti-evasione con pene doppie e prescrizione
bloccata al rinvio a giudizio, nuovi reati come autoriciclaggio, falso in
bilancio, collusione mafiosa. Ineleggibilità per condannati, portatori di
conflitti d’interessi e concessionari pubblici. Antitrust su tv e pubblicità.
Cancellazione di Tav Torino-Lione, Terzo Valico, Ponte sullo Stretto e altre
opere inutili, nonché dell’acquisto degli F-35. Ritiro delle truppe dall’
Afghanistan. Divieto per ex eletti o iscritti a partiti di entrare nei Cda di
banche e fondazioni. Via gli aiuti di Stato a banche, imprese e scuole private.
Via le esenzioni fiscali a edifici ecclesiastici e bancari. Ilva e Mps
nazionalizzati. Patrimoniale. Reddito di cittadinanza o sussidio di
disoccupazione. Tetto alle pensioni d’oro. Abolizione immediata delle province
e potatura di consulenze e poltrone delle società miste. Sgravi fiscali alle
imprese che assumono giovani. Detraibilità delle spese di sussistenza. Wi-fi
libero e gratis. Più fondi a scuola pubblica, università e ricerca.
A questo punto possiamo anche svegliarci dal sogno, perché un programma del
genere i partiti non se lo possono permettere: si condannerebbero al suicidio.
Ma almeno sarebbero costretti ad ammetterlo e tutto sarebbe finalmente chiaro.
Il Fatto Quotidiano, 1 Marzo 2013













