CHI SALVERÀ I NOSTRI BTP SE NON LO FA SUPERMARIO
MASSIMO GIANNINI
L’«agente tedesco» ha fatto l’americano. La prima mossa di Draghi alla Bce è stata quanto di meno «orotodosso» si possa immaginare, nel Tempio del moneterismo forgiato dalla tradizione della Bundesbank. Ma è riduttivo pensare che in questo momento la salvezza dell’Eurozona sia la leva dei tassi di interesse. Dal punto di vista italiano, la vera e la sola ancora di salvataggio che conta è l’acquisto dei nostri titoli di Stato. Se ogni settimana la Banca Centrale Europea non aprisse il suo portafoglio e non facesse incetta di Btp sul mercato secondario, la bancarotta italiana si sarebbe già abbondantemente consumata. A dispetto delle risibili rassicurazioni che continuano ad arrivare dal presidente del Consiglio sulla tenuta e sull’affidabilità del nostro debito sovrano, i mercati finanziari hanno già ritirato la fiducia al governo, in attesa che a farlo siano anche i parlamentari.