Carne, pesce, uova e latte uccidono - Mangiare proteine animali causa malattia

UNCONVENTIONAL: E DACCI IL NOSTRO AVVELENAMENTO QUOTIDIANO: "L'ITALIA IMPORTA GRANO RADIOATTIVO DALL'UCRAINA E DALLA RUSSIA."

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1. IN ‘SIETE PAZZI A MANGIARLO!’ UN INGEGNERE AGROALIMENTARE RACCONTA TUTTE LE SCHIFEZZE NEI PRODOTTI DA SUPERMERCATO: ‘IN 20 ANNI NEL SETTORE, NE HO VISTE DI OGNI'
2. SPEZIE IN POLVERE CON ESCREMENTI DI RATTO; SALUMI GONFIATI CON POLIFOSFATI E IMMERSI IN UN BAGNO DI ADDITIVI; LA MARMELLATINA DEGLI ALBERGHI: SORBATO DI POTASSIO, BENZOATO DI SODIO E SEI SETTE ACHENI DELLE FRAGOLE PER SIMULARE LA PRESENZA DELLA FRUTTA
3. PROMOSSO MANAGER, HA DOVUTO SUPERARE UNA PROVA DIFFICILISSIMA, RACCONTATA: SMERCIARE UNA PARTITA DAL VALORE DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO COMPOSTA DA FUNGHI “BLU”. SOLUZIONE? UNA BELLA IMPANATURA SPESSA CON MATERIALI DI QUART’ORDINE E VIA

Davide Turrini per www.ilfattoquotidiano.it



spesa al supermercato

Non c’è da stupirsi se nella copertina di Siete pazzi a mangiarlo! (Piemme) ci sia la foto di un carrello del supermercato completamente vuoto. Già, perché dopo aver letto le confessioni di un insider come quelle dell’ingegnere agroalimentare Christophe Brusset, 20 anni di esperienza nel settore acquisizione/vendite tra spezie, carne, yoghurt e cipolle inscatolati, ti passa la voglia di fare la spesa.

L’elenco delle inqualificabili e fraudolente pratiche per creare ogni genere di prodotto alimentare, da quello più di lusso come il tartufo al più semplice pomodoro, provoca indignazione e fastidio, repulsione e conseguente sfiducia rispetto a qualsiasi alimento possa essere presente tra gli scaffali del vostro iper. Impossibile leggere un capitolo del libro, ad esempio quello sugli additivi, senza correre in cucina e cominciare a leggere ogni sigla alfanumerica presente sulle vostre amate scatolette della tisana della sera.

siete pazzi a mangiarlo



Ma andiamo con ordine. Intanto, stilisticamente, il libro di Brusset ha la classica forma del j’accuse che va molto di moda recentemente. La classica folgorazione del pentito, un po’ alla Confessioni di un sicario dell’economia (Beat, Milano) di John Perkins, dove si punta il dito verso il colosso industriale o contro le istituzioni corrotte, mostrando che il “re è nudo”. Una dimostrazione pratica che nel caso di Brusset non ha però bisogno di troppi preamboli teorici e storici. Siete pazzi a mangiarlo! è l’immediata constatazione di una truffa mondiale ai danni del consumatore. Punto e basta.

Non ci sono spiegazioni ideologiche o filosofiche, ma la semplice constatazione che nel regno dell’agroalimentare occidentale, quello dove si preparano le marmellate della colazione, il prosciutto per il sandwich del mezzogiorno, il minestrone per la cena, vige un solo credo: il profitto aziendale. E per raggiungerlo, ovvero per comprare a prezzi sempre più bassi, i “capi” sono disposti a tutto. Anche a lasciare, o inserire volontariamente, dentro al cibo venduto cacche di topo, segatura, pesticidi, coloranti per vernici, solventi, antibiotici, ormoni che stimolano l’appetito.

duane hanson supermarket shopper

Facciamo qualche esempio, delle decine che trovate nel libro di Brusset. Possiamo partire dalla semplice contraffazione dell’origano, letteralmente sostituito in percentuali sempre maggiori dal sommacco; le spezie in polvere mescolate ad escrementi di ratto; il basilico o il prezzemolo inscatolati assieme a graziose coccinelle;

i formaggi mescolati con acqua, latte in polvere, polifosfati, citrato di sodio e acido citrico (“i consumatori medi consumano prodotti medi, molti non hanno mai avuto la fortuna di gustare un vero formaggio”); i salumi gonfiati con polifosfati per renderli più pesanti, poi immersi in un bagno di additivi finché non si crea un pastone che viene colato in stampi di dieci metri tagliato poi finemente per finire in tavola come Cordon Bleu.

Ancor più incredibili risultano la “preparazione” della marmellatina di fragole che si mangia negli alberghi (solo sorbato di potassio, benzoato di sodio e sei sette acheni delle fragole per simulare la presenza della frutta) o quella della ricetta berbera del Ras El Hanout composta da “scarti, lotti scaduti, aglio rappreso, farina con insetti (…) tanto la ricetta è originariamente segreta”. Brusset stesso per essere assunto vent’anni fa ad alto livello manageriale ha dovuto superare una prova difficilissima, raccontata nel libro: smerciare una partita dal valore di centinaia di migliaia di euro composta da funghi “blu”. Soluzione? Una bella impanatura spessa con materiali di quart’ordine e via. L’importante è non far perdere soldi all’azienda.

L’autore parla chiaro: scarsi e inefficaci i controlli delle autorità, ma soprattutto anche quando qualche zelante funzionario blocca una partita di tè cinese con talmente tanti pesticidi da finire all’ospedale, o ci si ingegna semplicemente aggirando l’embargo verso un paese vietato, pratica pressoché abitudinaria nel settore; o addirittura sono le autorità politiche stesse a chiudere un occhio per non disturbare i padroni del vapore dell’agroalimentare.

In questo Brusset è spietato. Il suo racconto è l’allegra e inquietante testimonianza della piena deregulation capitalistica (“Un’impresa non è un servizio sociale dello stato”). Imperativo: delocalizzare la produzione ovunque.
Secondo: acquistare materie prime sempre più scadenti per aumentare di continuo il margine di ricavo dell’impresa. Ma soprattutto: fregarsene altamente della “qualità” del prodotto finito. In tutta questa tragicommedia della contraffazione e della frode, infatti, sembrano infine mancare all’appello un paio di attori: associazioni di consumatori e coscienza minima proprio dell’acquirente che Brusset definisce “gonzumatore”.

In compenso grande protagonista del libro, regina della frode e della sistematica contraffazione di ogni tipo di alimento è la Cina, il “paradiso della corruzione e del suo corollario”. Il racconto della raccolta di tonnellate su tonnellate di pomodori marci e marroni sotto il vigile controllo della autorità nella regione dello Xinjiang è qualcosa che induce al vomito, anche se poi quella pappetta insapore finisce regolarmente sulle nostre tavole.
spesa al supermercato

Last but not least, la gola profonda Brusset ci lascia un vademecum su come orientarci e reagire di fronte allo sprofondo dell’agroalimentare: preferire gli estratti naturali alle molecole artificiali, comprare prodotti interi ed evitare polveri e puree, stare alla larga dei prodotti a marchio dei distributori, controllare le date di scadenza (“il rischio di intossicazione dopo la data è concreto”) e le confezioni (il capitolo sugli olii minerali cancerogeni presenti nei contenitori riciclati per le lenticchie fa spavento), ma soprattutto anche se in tempi di crisi comprare meno e comprare meglio “magari spendendo un po’ di più” perché è nei prodotti a prezzi stracciati che si nascondono le peggio schifezze dell’industria agroalimentare occidentale.

‘siete pazzi a mangiarlo!’, tutte le schifezze nei prodotti da supermercato
 
1. IN ‘SIETE PAZZI A MANGIARLO!’ UN INGEGNERE AGROALIMENTARE RACCONTA TUTTE LE SCHIFEZZE NEI PRODOTTI DA SUPERMERCATO: ‘IN 20 ANNI NEL SETTORE, NE HO VISTE DI OGNI'
2. SPEZIE IN POLVERE CON ESCREMENTI DI RATTO; SALUMI GONFIATI CON POLIFOSFATI E IMMERSI IN UN BAGNO DI ADDITIVI; LA MARMELLATINA DEGLI ALBERGHI: SORBATO DI POTASSIO, BENZOATO DI SODIO E SEI SETTE ACHENI DELLE FRAGOLE PER SIMULARE LA PRESENZA DELLA FRUTTA
3. PROMOSSO MANAGER, HA DOVUTO SUPERARE UNA PROVA DIFFICILISSIMA, RACCONTATA: SMERCIARE UNA PARTITA DAL VALORE DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO COMPOSTA DA FUNGHI “BLU”. SOLUZIONE? UNA BELLA IMPANATURA SPESSA CON MATERIALI DI QUART’ORDINE E VIA

Davide Turrini per www.ilfattoquotidiano.it



spesa al supermercato

Non c’è da stupirsi se nella copertina di Siete pazzi a mangiarlo! (Piemme) ci sia la foto di un carrello del supermercato completamente vuoto. Già, perché dopo aver letto le confessioni di un insider come quelle dell’ingegnere agroalimentare Christophe Brusset, 20 anni di esperienza nel settore acquisizione/vendite tra spezie, carne, yoghurt e cipolle inscatolati, ti passa la voglia di fare la spesa.

L’elenco delle inqualificabili e fraudolente pratiche per creare ogni genere di prodotto alimentare, da quello più di lusso come il tartufo al più semplice pomodoro, provoca indignazione e fastidio, repulsione e conseguente sfiducia rispetto a qualsiasi alimento possa essere presente tra gli scaffali del vostro iper. Impossibile leggere un capitolo del libro, ad esempio quello sugli additivi, senza correre in cucina e cominciare a leggere ogni sigla alfanumerica presente sulle vostre amate scatolette della tisana della sera.

siete pazzi a mangiarlo



Ma andiamo con ordine. Intanto, stilisticamente, il libro di Brusset ha la classica forma del j’accuse che va molto di moda recentemente. La classica folgorazione del pentito, un po’ alla Confessioni di un sicario dell’economia (Beat, Milano) di John Perkins, dove si punta il dito verso il colosso industriale o contro le istituzioni corrotte, mostrando che il “re è nudo”. Una dimostrazione pratica che nel caso di Brusset non ha però bisogno di troppi preamboli teorici e storici. Siete pazzi a mangiarlo! è l’immediata constatazione di una truffa mondiale ai danni del consumatore. Punto e basta.

Non ci sono spiegazioni ideologiche o filosofiche, ma la semplice constatazione che nel regno dell’agroalimentare occidentale, quello dove si preparano le marmellate della colazione, il prosciutto per il sandwich del mezzogiorno, il minestrone per la cena, vige un solo credo: il profitto aziendale. E per raggiungerlo, ovvero per comprare a prezzi sempre più bassi, i “capi” sono disposti a tutto. Anche a lasciare, o inserire volontariamente, dentro al cibo venduto cacche di topo, segatura, pesticidi, coloranti per vernici, solventi, antibiotici, ormoni che stimolano l’appetito.

duane hanson supermarket shopper

Facciamo qualche esempio, delle decine che trovate nel libro di Brusset. Possiamo partire dalla semplice contraffazione dell’origano, letteralmente sostituito in percentuali sempre maggiori dal sommacco; le spezie in polvere mescolate ad escrementi di ratto; il basilico o il prezzemolo inscatolati assieme a graziose coccinelle;

i formaggi mescolati con acqua, latte in polvere, polifosfati, citrato di sodio e acido citrico (“i consumatori medi consumano prodotti medi, molti non hanno mai avuto la fortuna di gustare un vero formaggio”); i salumi gonfiati con polifosfati per renderli più pesanti, poi immersi in un bagno di additivi finché non si crea un pastone che viene colato in stampi di dieci metri tagliato poi finemente per finire in tavola come Cordon Bleu.

Ancor più incredibili risultano la “preparazione” della marmellatina di fragole che si mangia negli alberghi (solo sorbato di potassio, benzoato di sodio e sei sette acheni delle fragole per simulare la presenza della frutta) o quella della ricetta berbera del Ras El Hanout composta da “scarti, lotti scaduti, aglio rappreso, farina con insetti (…) tanto la ricetta è originariamente segreta”. Brusset stesso per essere assunto vent’anni fa ad alto livello manageriale ha dovuto superare una prova difficilissima, raccontata nel libro: smerciare una partita dal valore di centinaia di migliaia di euro composta da funghi “blu”. Soluzione? Una bella impanatura spessa con materiali di quart’ordine e via. L’importante è non far perdere soldi all’azienda.

L’autore parla chiaro: scarsi e inefficaci i controlli delle autorità, ma soprattutto anche quando qualche zelante funzionario blocca una partita di tè cinese con talmente tanti pesticidi da finire all’ospedale, o ci si ingegna semplicemente aggirando l’embargo verso un paese vietato, pratica pressoché abitudinaria nel settore; o addirittura sono le autorità politiche stesse a chiudere un occhio per non disturbare i padroni del vapore dell’agroalimentare.

In questo Brusset è spietato. Il suo racconto è l’allegra e inquietante testimonianza della piena deregulation capitalistica (“Un’impresa non è un servizio sociale dello stato”). Imperativo: delocalizzare la produzione ovunque.
Secondo: acquistare materie prime sempre più scadenti
per aumentare di continuo il margine di ricavo dell’impresa. Ma soprattutto: fregarsene altamente della “qualità” del prodotto finito. In tutta questa tragicommedia della contraffazione e della frode, infatti, sembrano infine mancare all’appello un paio di attori: associazioni di consumatori e coscienza minima proprio dell’acquirente che Brusset definisce “gonzumatore”.

In compenso grande protagonista del libro, regina della frode e della sistematica contraffazione di ogni tipo di alimento è la Cina, il “paradiso della corruzione e del suo corollario”. Il racconto della raccolta di tonnellate su tonnellate di pomodori marci e marroni sotto il vigile controllo della autorità nella regione dello Xinjiang è qualcosa che induce al vomito, anche se poi quella pappetta insapore finisce regolarmente sulle nostre tavole.
spesa al supermercato

Last but not least, la gola profonda Brusset ci lascia un vademecum su come orientarci e reagire di fronte allo sprofondo dell’agroalimentare: preferire gli estratti naturali alle molecole artificiali, comprare prodotti interi ed evitare polveri e puree, stare alla larga dei prodotti a marchio dei distributori, controllare le date di scadenza (“il rischio di intossicazione dopo la data è concreto”) e le confezioni (il capitolo sugli olii minerali cancerogeni presenti nei contenitori riciclati per le lenticchie fa spavento), ma soprattutto anche se in tempi di crisi comprare meno e comprare meglio “magari spendendo un po’ di più” perché è nei prodotti a prezzi stracciati che si nascondono le peggio schifezze dell’industria agroalimentare occidentale.

‘siete pazzi a mangiarlo!’, tutte le schifezze nei prodotti da supermercato

molto ben fatto
grazie
 
STAI MANGIANDO CIBO CON DNA MODIFICATO SENZA SAPERLO - ECCO LA LISTA!

Greenpeace affonda il colpo sugli OGM e sulle aziende che ne fanno un utilizzo sistematico.
Per organismo geneticamente modificato (OGM) si intende un organismo, diverso da un essere umano, in cui il materiale genetico (DNA)
è stato modificato in un modo non naturale.
Un Ogm, ovvero un organismo geneticamente modificato, è un organismo la cui materia genetica è stata alterata mediante tecniche di ingegneria genetica, altrimenti note come tecniche di Dna ricombinante. Con questo metodo si intende la combinazione in vitro di diverse molecole di Dna per creare un nuovo gene, che viene successivamente inserito in un organismo che può essere vivente o meno. Erroneamente si suole indicare tutti gli organismi Ogm come transgenici, in realtà si parla di transgenesi solo quando si inseriscono geni esogeni in un altro organismo, ovvero un ente strutturato riceve dei geni non suoi; mentre si parla di organismi cisgenici quando si ricombinano geni dello stesso organismo. In entrambi i casi si tratta sempre di Ogm.
Per ciò che riguarda il mercato,già nel 2000 Greenpeace Russia affermava: “di trenta prodotti che sono stati scelti per l’analisi il 30% contiene OGM. Diversi sondaggi hanno mostrato che i consumatori russi preferiscono i prodotti alimentari esenti da OGM o loro derivati. Nonostante questo, sono state adottate misure in Russia per informare i clienti circa gli OGM nei prodotti. L’atto normativo russo sulla marcatura (approvato con solo il capo ispettore sanitario) ordina di segnalare solo i prodotti che contengono più del 5% di ingredienti geneticamente modificate, mentre nell’Unione europea a norma di legge i prodotti devono essere contrassegnate se hanno più di 0,9% di OGM”
“In molti paesi dell’UE e degli USA listati di aziende che utilizzano i prodotti transgenici sono pubblicati regolarmente. Nel 2000, nella lista nera americana apparve aziende come Hersey di, Mars, Coca-Cola, Pepsi-Co, Nestle, Knorr, Lipton, Parmalat “
Ecco ad oggi, dopo 13 anni, la situazione si è evoluta e Greenpeace.org pubblica un nuovo studio affermando che le indagini non possono uniformare i mercati, ma che segnalano la tendenza della produzione di catene e aziende. Prima della lista alcune raccomandazioni:
1. Leggere le etichette. Il produttore deve indicare che la produzione di componenti OGM che è stata aggiunta (ma, in verità, non tutti lo fanno).
2. Evitare i fast food. Ci sono alimenti OGM più comunemente utilizzati.
3. Evitare il pane imbustato o a lunga conservazione
4. Quasi tutte le salsicce, la carne in scatola e salumi vengono prodotti con l’aggiunta di componenti geneticamente modificati. Di solito i prodotti senza componenti geneticamente modificate non possono essere così a buon mercato.
Possiamo quindi stilare una lista di operatori del mercato alimentare, che sono soliti utilizzare OGM per la realizzazione dei loro prodotti:

Società di produzione Kellog “s
  • Corn Flakes (cereali)
  • Frosted Flakes (cereali)
  • Rice Krispies (cereali)
  • Corn Pops (fiocchi)
  • Schiaffi (fiocchi)
  • Froot Loops (anelli di cereali colorati)
  • Di Apple Jacks (cereali-ring con il gusto di mela)
  • All-Bran Apple Cinnamon / Blueberry (crusca sapore di mela, cannella, mirtillo)
  • Gocce di cioccolato (gocce di cioccolato)
  • Pop Tarts (sfoglia ripiena di tutti i gusti)
  • Nutri-grain (brindisi pieno di tutti i tipi)
  • Crispix (biscotti)
  • Smart Start (fiocchi)
  • All-Bran (Flakes)
  • Just Right Fruit & Nut (fiocchi)
  • Miele Crunch Corn Flakes (cereali)
  • Raisin Bran Crunch (cereali)
  • Cracklin “crusca di avena (fiocchi)
Società Hershey‘s
  • Toblerone (cioccolata, tutti i tipi)
  • Mini Baci (cioccolatini)
  • Kit-Kat (barretta di cioccolato)
  • Baci (cioccolatini)
  • Chips di cottura semi-dolci (biscotti)
  • Chocolate Chips di latte (biscotti)
  • Reese “s Peanut Butter Cups (burro di arachidi)
  • Scuro speciale (cioccolato fondente)
  • Cioccolato al latte (cioccolato al latte)
  • Sciroppo di cioccolato (sciroppo di cioccolato)
  • Dark Chocolate Syrup speciale (sciroppo di cioccolato)
  • Strawberry Syrop (sciroppo di fragola)
Mars
  • M & M “s
  • Snickers
  • Via Lattea
  • Twix
  • Nestle
  • Crunch (fiocchi di riso al cioccolato)
  • Cioccolato al latte Nestle (cioccolato)
  • Nesquik (bevanda al cioccolato)
  • Cadbury (Cadbury / Hershey “s)
  • Fruit & Nut
Heinz
  • Ketchup (regolare e senza sale) (ketchup)
  • Chili Sauce (salsa di peperoncino rosso)
  • Heinz 57 Steak Sauce (con sugo di carne)
Hellman’s
  • Reale Maionese (maionese)
  • Maionese Light (maionese)
  • Maionese Low-Fat (maionese)
Società Coca-Cola
  • Coca-Cola
  • Sprite
  • Cherry Coca
  • Minute Maid Arancione
  • Minute Maid Uva
Società PepsiCo
  • Pepsi
  • Pepsi Cherry
  • Mountain Dew
Società Frito-Lay / PepsiCo (componenti OGM possono essere presenti nel petrolio e altri ingredienti)
  • Potato Chips (tutti)
  • Cheetos (tutti)
Società Cadbury / Schweppes
  • 7-Up
  • Dr. Pepe
Pringles (Procter & Gamble)
  • Pringles (patatine fritte con sapori originali, Magro, Pizza-licious, Sour Cream & Onion, Salt & Vinegar, Cheezeums)
(lista emanata da Greenpeace.org)
Tornando a noi, con l’introduzione di Ogm e avvelenando pasta e pane dal 2004 ad oggi la vita media sana è crollata in Italia di almeno 10 anni (fonte Eurostat ufficiale) proprio, guarda caso, dall’anno in cui entrarono gli OGM negli alimenti.
Tra l’altro, nel 2012 la Corte di Giustizia ha condannato l’Italia per avere vietato la coltivazione di mais Mon810 alla multinazionale statunitense Pioneer Hi Bred che, nel 2008, aveva fatto causa al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per non avere permesso alla sua filiale italiana di coltivare il cereale sviluppato da Monsanto. Secondo la Corte, se la coltivazione di una pianta geneticamente modificata è già stata autorizzata dall’Unione, non c’è sovranità nazionale che tenga, e ogni Stato membro si deve adeguare. Cosa che l’Italia, in effetti, non ha mai fatto, preferendo prendere tempo ed evitando di agire. La vittoria dei produttori di Ogm, dunque, può essere vista come una conseguenza delle lacune normative italiane, e dell’assenza di leggi regionali che regolino la coesistenza di varietà tradizionali e geneticamente modificate. E’ una lotta impari per la potenza di queste multinazionali e per la perversità dei loro prodotti sul mercato, unita alla disinformazione dei mass media. Cerchiamo tutti di dare un piccolo contributo per un nuovo consumo etico e consapevole.

ATTENZIONE - Stai mangiando OGM senza saperlo - Ecco la lista nera elaborata da Greenpeace degli alimenti di uso comunissimo che contengono OGM !! | Curiosity2015
 
Tornando a noi, con l’introduzione di Ogm e avvelenando pasta e pane dal 2004 ad oggi la vita media sana è crollata in Italia di almeno 10 anni (fonte Eurostat ufficiale)

mi raccomando mai controllare ma solo postare articoli a pappagallo...

pare che in norvegia e svezia (in germania è sostanzialmente stabile) la vita media sana negli ultimi 10 anni si sia allungata quindi o in quei paesi gli ogm non ci sono (quindi tutti i prodotti della lista dalla kellogs alla pepsi sono vietati in quei paesi) oppure la causa è ben altra come nell'articolo del fatto.



Dati Eurostat, in Italia persi 7/10 anni di vita in buona salute dal 2004. Pesa la crisi - Il Fatto Quotidiano
 
Ultima modifica di un moderatore:
mi raccomando mai controllare ma solo postare articoli a pappagallo...

pare che in norvegia e svezia (in germania è sostanzialmente stabile) la vita media sana negli ultimi 10 anni si sia allungata quindi o in quei paesi gli ogm non ci sono (quindi tutti i prodotti della lista dalla kellogs alla pepsi sono vietati in quei paesi) oppure la causa è ben altra come nell'articolo del fatto.



Dati Eurostat, in Italia persi 7/10 anni di vita in buona salute dal 2004. Pesa la crisi - Il Fatto Quotidiano



e va tutto bene caro Stic, pure gli OGM nel petrolio
che se poi non fosse OGM il petrolio me lo berrei pure neh ! ;) :)



Società Frito-Lay / PepsiCo (componenti OGM possono essere presenti nel petrolio e altri ingredienti)
 

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