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Obama: per lavoro giorni migliori
Presidente commenta cifre su disoccupazione: segnale positivo
Obama: per lavoro giorni migliori - Economia - ANSA.it





Borsa: Brasile e Cina campioni della ripresa
Borsa: Brasile e Cina campioni della ripresa - Wall Street Italia




Giornata da star per il killer Spatuzza La Boccassini è pronta a colpire il Cav
Giornata da star per il killer Spatuzza La Boccassini è pronta a colpire il Cav - Interni - ilGiornale.it del 04-12-2009




Calendario macro della settimana dal 7 all'11 novembre

Calendario macro della settimana dal 7 all'11 novembre - Milano Finanza Interactive Edition




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Nel weekend,, cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

LA CASSANDRA WHITNEY GUFA ANCORA: NON POSSIAMO NON DIRCI RIBASSISTI
di WSI
La nota analista spara ad alzo zero, come i tassi. Banche sul banco (degli imputati). Hanno i soldi a niente dalla Fed, e non li prestano a famiglie e imprese. Sistema finanziario Usa bloccato per tutto il 2010. E la borsa, andra' solo giu'.

Il governo statunitense ha finito le cartucce ed ora si trova di fronte ad una serie questioni irrisolte, prime fra tutte le difficolta' del mercato del credito e del lavoro.

Avendo fatto ormai tutto il possibile per far ripartire l'economia, ora qualunque cosa Washington abbia in mente di fare per favorire l'accesso al credito ai consumatori, che sono ormai esclusi dal sistema finanziario, questa si rivelera' insufficiente. A lanciare l'allarme e' la nota analista finanziaria Meredith Whitney.

La Whitney, di cui abbiamo parlato molto spesso nel passato (ha predetto in modo accurato un paio di trend importanti di borsa) e' estremamente pessimista circa le prospettive di una ripresa dell'economia Usa ed e' di conseguenza ribassista sui mercati. "Penso che siano a corto di munizioni", ha detto l'analista alle telecamere dell'emittente CNBC, ribadendo il concetto, gia' espresso il mese scorso, secondo cui le possibilita' di una ripresa cosi' come la vede molta gente, sono assai remote.

La principale preoccupazione della Whitney e' la mancanza di accesso al credito da parte dei consumatori, che secondo lei sono tagliati fuori dal sistema finanziario, una tendenza prevalente che si protrarra' per tutto il 2010.

Nonostante possano contare sull'occasione unica di indebitarsi dalla Fed e dalle altre banche (fed funds) a interessi pari quasi a zero, le banche americane non stanno dando indietro quei soldi, che potrebbero invece reinvestire nei crediti a famiglie e imprese. Infatti la Federal Reserve ha confermato ieri che in ottobre il credito al consumo e' scivolato dell'1.7% su base tendenziale. Si tratta del nono calo mensile consecutivo.

Considerando che le spese al consumo rappresentano circa il 70% delle attivita' economiche americane (pil), l'impossibilita' per i consumatori di indebitarsi potrebbe seriamente compromettere la crescita dell'economia.

"Quello che e' piu' frustrante e' che l'amministrazione continua con la sua retorica cosi' populista, senza dare invece peso a tutte le conseguenze collaterali, primo fra tutti il fatto che consumatori e piccole aziende hanno molto meno credito a disposizione".

"Ci troveremo per tanto di fronte ad una situazione di regressione dal punto di vista dei consumi, dove quelli che hanno aperto conti bancari, avuto carte di credito e case per la prima volta verranno tagliati fuori dal sistema e cadranno vittima dei creditori che usano pratoche predatorie, a tassi altissimi (fino al 30%)".

I problemi sopra citati rappresenteranno ovviamente anche un problema per gli investitori. "Sono convinta al 100% che i consumi non miglioreranno e che in realta' non c'e' molta liquidita' in circolazione", ha proseguito la Whitney, sottolineando che siccome "tutto quello che tocca i consumatori tocca anche l'S&P500, allora e' chiaro che la Borsa sara' sottoposta a pressioni al ribasso".

L'unica soluzione e' che il governo faccia qualcosa e lo faccia in fretta, adottando misure che diano ai consumatori piu' soldi per spendere. "Non penso sia possibile apportare tagli fiscali tali da stimolare la domanda in maniera soddisfacente. E per il 2010, ormai alle porte, questo e' un problema serio e reale". Non si puo' far finta di nulla, facendo come se il problema non esistesse. "Non e' mai successo prima d'ora in questo Paese", conclude la Whitney.
index.asp



Non sò cosa postare prima da Wall street Italia, crack Grecia, Bce che vuole i soldi indietro.
 
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LA CASSANDRA WHITNEY GUFA ANCORA: NON POSSIAMO NON DIRCI RIBASSISTI
di WSI
La nota analista spara ad alzo zero, come i tassi. Banche sul banco (degli imputati). Hanno i soldi a niente dalla Fed, e non li prestano a famiglie e imprese. Sistema finanziario Usa bloccato per tutto il 2010. E la borsa, andra' solo giu'.

Il governo statunitense ha finito le cartucce ed ora si trova di fronte ad una serie questioni irrisolte, prime fra tutte le difficolta' del mercato del credito e del lavoro.

Avendo fatto ormai tutto il possibile per far ripartire l'economia, ora qualunque cosa Washington abbia in mente di fare per favorire l'accesso al credito ai consumatori, che sono ormai esclusi dal sistema finanziario, questa si rivelera' insufficiente. A lanciare l'allarme e' la nota analista finanziaria Meredith Whitney.

La Whitney, di cui abbiamo parlato molto spesso nel passato (ha predetto in modo accurato un paio di trend importanti di borsa) e' estremamente pessimista circa le prospettive di una ripresa dell'economia Usa ed e' di conseguenza ribassista sui mercati. "Penso che siano a corto di munizioni", ha detto l'analista alle telecamere dell'emittente CNBC, ribadendo il concetto, gia' espresso il mese scorso, secondo cui le possibilita' di una ripresa cosi' come la vede molta gente, sono assai remote.

La principale preoccupazione della Whitney e' la mancanza di accesso al credito da parte dei consumatori, che secondo lei sono tagliati fuori dal sistema finanziario, una tendenza prevalente che si protrarra' per tutto il 2010.

Nonostante possano contare sull'occasione unica di indebitarsi dalla Fed e dalle altre banche (fed funds) a interessi pari quasi a zero, le banche americane non stanno dando indietro quei soldi, che potrebbero invece reinvestire nei crediti a famiglie e imprese. Infatti la Federal Reserve ha confermato ieri che in ottobre il credito al consumo e' scivolato dell'1.7% su base tendenziale. Si tratta del nono calo mensile consecutivo.

Considerando che le spese al consumo rappresentano circa il 70% delle attivita' economiche americane (pil), l'impossibilita' per i consumatori di indebitarsi potrebbe seriamente compromettere la crescita dell'economia.

"Quello che e' piu' frustrante e' che l'amministrazione continua con la sua retorica cosi' populista, senza dare invece peso a tutte le conseguenze collaterali, primo fra tutti il fatto che consumatori e piccole aziende hanno molto meno credito a disposizione".

"Ci troveremo per tanto di fronte ad una situazione di regressione dal punto di vista dei consumi, dove quelli che hanno aperto conti bancari, avuto carte di credito e case per la prima volta verranno tagliati fuori dal sistema e cadranno vittima dei creditori che usano pratoche predatorie, a tassi altissimi (fino al 30%)".

I problemi sopra citati rappresenteranno ovviamente anche un problema per gli investitori. "Sono convinta al 100% che i consumi non miglioreranno e che in realta' non c'e' molta liquidita' in circolazione", ha proseguito la Whitney, sottolineando che siccome "tutto quello che tocca i consumatori tocca anche l'S&P500, allora e' chiaro che la Borsa sara' sottoposta a pressioni al ribasso".

L'unica soluzione e' che il governo faccia qualcosa e lo faccia in fretta, adottando misure che diano ai consumatori piu' soldi per spendere. "Non penso sia possibile apportare tagli fiscali tali da stimolare la domanda in maniera soddisfacente. E per il 2010, ormai alle porte, questo e' un problema serio e reale". Non si puo' far finta di nulla, facendo come se il problema non esistesse. "Non e' mai successo prima d'ora in questo Paese", conclude la Whitney.
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Non sò cosa postare prima da Wall street Italia, crack Grecia, Bce che vuole i soldi indietro.


il mercato libero non lo hanno fatto funzionare, se lo avessero fatto funzionare avrebbero dovuto presentare il conto agli azionisti delle banche con il loro fallimento, ci sarebbe stata un drammatico shock da cui si sarebbe potuto ripartire senza la zavorra della tecno-finanza, hanno ceduto alle lobby di wall street e hanno presentato il conto al contribuente che consumerà sempre meno e che sarà sempre più sfiduciato e indebitato, poi il contribuente presenterà il suo conto, ma sarà un conto di padri di famiglia disperati................ hanno un'unica via di uscita, forse la stanno costruendo in iran.....:rolleyes:
 
Nel weekend,, cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

il mercato libero non lo hanno fatto funzionare, se lo avessero fatto funzionare avrebbero dovuto presentare il conto agli azionisti delle banche con il loro fallimento, ci sarebbe stata un drammatico shock da cui si sarebbe potuto ripartire senza la zavorra della tecno-finanza, hanno ceduto alle lobby di wall street e hanno presentato il conto al contribuente che consumerà sempre meno e che sarà sempre più sfiduciato e indebitato, poi il contribuente presenterà il suo conto, ma sarà un conto di padri di famiglia disperati................ hanno un'unica via di uscita, forse la stanno costruendo in iran.....:rolleyes:
Qualche mese fà Obama aveva avvertito le banche che non avevano distribuito ai cittadini il denaro della Fed e del Tesoro, ora li ha mandati a fare in qulo e saranno cazzì amari,,,,anche quì da Noi non vogliono aiutare le banche perchè hanno casini interni....Ucg e Isp hanno rinunciato ai Tremonti bond (destinati al credito ai cittadini)e hanno emesso bond ad altissimo rendimento per aumentare le loro risorse finanziarie per altre cose interne.
 
TREMONTI GUARDA CON TERRORE ALLA GRECIA
di Superbonus
La Grecia ha un rapporto debito/Pil del 110% quest’anno e 120% il prossimo, l’Italia ha un rapporto del 115% e 117,3% il prossimo anno. Corollario: il patto politico stipulato fra Berlusconi-Tremonti-Bossi saltera' quando...


(WSI) – La Grecia non salterà, né arriverà vicina a un default almeno nel breve periodo. Tuttavia al ministero delle Finanze la mattina si svegliano e guardano con preoccupazione al debito del vicino. La Grecia ha un rapporto debito/Pil del 110 per cento quest’anno e 120 per cento il prossimo, l’Italia ha un rapporto del 115 per cento e 117,3 per cento il prossimo anno. E’ vero che la Grecia spende di più dell’Italia ma quando gli investitori hanno iniziato a vendere i titoli greci contemporaneamente hanno venduto anche quelli italiani.

Così negli ultimi giorni l’allarme sul BTP che perdeva terreno in relazione ai titoli di Stato tedeschi ha destato molte preoccupazioni. Tutto rientrato a seguito delle misure fiscali straordinarie annunciate dal governo greco ? Non del tutto. Gli investitori iniziano a preoccuparsi della dimensione del debito dei singoli Stati e chiedono rendimenti maggiori ai più indebitati. Approfittando dei tassi tenuti bassi dalla Banca centrale europea Giulio Tremonti ha avuto buon gioco a collocare i titoli del debito italiano che rendevano poco sopra il tasso di riferimento, ma nel 2010 tutti sanno che la musica cambierà e i suonatori non saranno più le Banche centrali e i governi ma gli investitori.

Il governo greco è stato costretto dai mercati a correre ai ripari annunciando misure fiscali e tagli alle spese senza precedenti, il governo italiano corre sul filo di un rasoio di cui solo il ministero delle Finanze sembra avere idea di quanto possa essere tagliente.

Il patto politico vero stipulato fra Berlusconi-Tremonti-Bossi e gli italiani si basa su tre principi fondamentali per gli imprenditori: fate quello che volete in termini fiscali (o evadete pure); per le famiglie a reddito fisso: non aumenteremo le tasse; per un grosso ceto dipendente da spesa pubblica e appalti: non taglieremo le spese improduttive e aumenteremo i grandi lavori pubblici. In cambio la società italiana lascia libero il presidente del Consiglio e i suoi alleati di perseguire i propri fini. Ma nello scenario greco tutto si inceppa.

O salta lo Stato o salta il patto. Le misure impopolari colpirebbero tutti e farebbero venire alla luce una finanza pubblica fatta di rinvii e condita da un incosciente tiriamo a campare. Sono in molti in questi giorni a dire che l’Italia di oggi è molto simile a quella che precedette Tangentopoli. Sono in pochi a ricordare che prima di questa ci fu la crisi del debito pubblico italiano e la svalutazione della lira. A buon intenditor...
 
Qualche mese fà Obama aveva avvertito le banche che non avevano distribuito ai cittadini il denaro della Fed e del Tesoro, ora li ha mandati a fare in qulo e saranno cazzì amari,,,,anche quì da Noi non vogliono aiutare le banche perchè hanno casini interni....Ucg e Isp hanno rinunciato ai Tremonti bond (destinati al credito ai cittadini)e hanno emesso bond ad altissimo rendimento per aumentare le loro risorse finanziarie per altre cose interne.

Temo che i nodi verranno al pettine prima o poi:(
 
:ciao:





Usa: popolarita' Obama cala al 46%
Usa: popolarita' Obama cala al 46% - Top News - ANSA.it




SPAGNA BOCCIATA DA S&P, OUTLOOK PASSA A NEGATIVO DA STABILE
SPAGNA BOCCIATA DA S&P, OUTLOOK PASSA A NEGATIVO DA STABILE - Wall Street Italia




Juncker, Grecia crisi ma no default
Trichet, Atene adotti misure urgenti ma nessun rischio ArgentinA
Juncker, Grecia crisi ma no default - Economia - ANSA.it






OBAMA ORDINA AD UN MILIONE DI SOLDATI USA “DI PREPARARSI ALLA GUERRA CIVILE”
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6557






C'E' L'IMPRONTA DI SOROS SUL "NO-B-DAY" ?
ComeDonChisciotte - C'E' L'IMPRONTA DI SOROS SUL "NO-B-DAY" ?






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La crisi di Dubai è la crisi del sistema dei “salvataggi” centrato a Londra

Quella che viene chiamata la “crisi di Dubai” è in realtà il crollo del sistema monetario globale centrato a Londra. Lungi dall’essere un luogo periferico, Dubai svolge un ruolo chiave nell’organizzazione di riciclaggio dei proventi criminali dell’impero. La cosiddetta crisi è diventata ufficiale il 25 novembre, quando Dubai World, l’azienda della famiglia reale dell’Emirato, ha chiesto una moratoria sui debiti di sei mesi. Dubai World ha circa 60 miliardi di dollari di debiti, la metà dei quali verso le banche europee. L’annuncio ha ovviamente provocato una frana nei mercati azionari di tutto il mondo, colpendo particolarmente i titoli bancari.
I debiti di Dubai World hanno finanziato una delle fantasie più bizzarre dell’attuale bisca finanziaria: trasformare il Dubai in un centro ricreativo internazionale creando isole artificiali, centri commerciali, hotel di lusso e torri vertiginose piene di ogni amenità, tranne che il buon gusto. Il sistema è sembrato funzionare per un po’, ma poi il sistema finanziario è scoppiato, e i valori immobiliari sono crollati del 50%.
Ma l’ammontare del debito e dei valori immobiliari è quasi triviale, paragonato ai flussi di denaro sotterranei che formano l’economia di Dubai. Questo piccolo emirato è il centro del mercato nero dell’impero, la capitale finanziaria del flusso di denaro sporco della droga e di altre attività illecite. Dubai oggi svolge un ruolo simile a quello di Hong Kong all’inizio dell’Impero Britannico, e ospita nei suoi grattacieli i più potenti narcotrafficanti, tra cui i signori della droga dell’Afghanistan. Questo è il segreto della sua fortuna come centro finanziario.
Dubai è gestito completamente da Londra, costruito con soldi della City e da imprese di costruzione del Regno Unito. La maggior parte degli enti governativi ha un membro della famiglia reale come titolare, e un suddito britannico come vice e vero manager. Non dovrebbe sorprendere che lo sceicco Mohammed, il sovrano di Dubai, si è recato a Londra per incontrare la Regina Elisabetta, il Primo ministro Gordon Brown e altri dignitari della City nei giorni immediatamente precedenti all’annuncio di moratoria. Come ha poi dichiarato lo stesso sceicco, la cosa è stata “accuratamente pianificata in anticipo”.
 

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