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Stretta in vista sul capitale delle banche americane. La Fed prepara un piano più rigido di Basilea 3

di Andrea Franceschi
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Gli Stati Uniti si apprestano a varare un piano che impegnerà le grandi banche a rafforzare in maniera significativa i propri requisiti patrimoniali, sulla scia di quanto già fatto in Europa con gli accordi di Basilea 3. Lo ha detto chiaramente Daniel Tarullo, membro del board della Federal Reserve in un discorso al Peterson Institute for International Economics. I requisiti patrimoniali che la Fed potrebbe chiedere alle banche sarebbero addirittura più rigidi rispetto a quelli di Basilea 3. Il piano, che la banca centrale americana sta studiando, imporrebbe infatti agli istituti di credito un rapporto tra il capitale e totale degli asset tra l'8 e il 14 per cento. La percentuale richiesta varierebbe sulla base del profilo di rischio degli investimenti di ciascuna banca.
Nessuna decisione è stata ancora presa ma, se questi numeri fossero confermati, ci troveremmo di fronte a paletti molto più stringenti di quelli di Basilea 3. L'accordo raggiunto lo scorso settembre stabilisce che il capitale ordinario (azioni emesse e utili accantonati) debba essere pari ad almeno il 7 per cento dell'attivo ponderato. Nello specifico viene alzato al 4,5% il common equity ratio (cioè il rapporto tra la componente di migliore qualità del patrimonio di una banca e il totale degli asset) e in più si richiede un "cuscinetto" di sicurezza pari al 2,5%.




Gli Usa, che non hanno sottoscritto Basilea 3, si apprestano quindi a varare un piano che ha, in sostanza, la stessa filosofia. Daniel Tarullo, nel suo discorso, è molto chiaro: l'obiettivo di queste misure è quello di «scoraggiare» l'eccessiva crescita delle banche a meno che questa non comporti «significativi benefici per la società». Insomma una soluzione radicale all'annoso problema delle cosiddette banche troppo grandi per fallire. «Nessuno qui vuole un altro Tarp» ha detto il membro del board della Fed riferendosi al piano da 700 miliardi di dollari varato dal governo americano per salvare il sistema finanziario.
L'idea di un piano sulla scia di Basilea 3 era nell'aria da tempo. Lo stesso presidente Ben Bernanke, lo scorso 18 febbraio, aveva auspicato un'accellerazione su questo fronte. Tuttavia i numeri fatti dal suo collega Tarullo hanno scosso gli addetti ai lavori, che non si aspettavano paletti così rigidi. Gli analisti di Bank of America hanno stimato che, per raggiungere rapporto tra il capitale e il totale degli asset del 10%, un colosso come Citigroup debba raccogliere sul mercato la bellezza di 13 miliardi di dollari. A Morgan Stanley ne servirebbero quattro a Jp Morgan uno mentre Goldman Sachs sarebbe già in regola e avrebbe addirittura quattro miliardi di capitale in eccesso.




Se queste sono le premesse ci dobbiamo aspettare una settimana tutta al ribasso ???
 
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Stretta in vista sul capitale delle banche americane. La Fed prepara un piano più rigido di Basilea 3

di Andrea Franceschi



Se queste sono le premesse ci dobbiamo aspettare una settimana tutta al ribasso ???

dopo che hanno varato basilea alle ns banche cosa è successo?
 
dopo che hanno varato basilea alle ns banche cosa è successo?
la capitalizzazione delle banche americane non è la stessa di quelle europeee, poi metti che gli indici americani erano vicini al top di periodo fino a tre giorni fa, uno storno dell'SP500 ci sta tutto...(io trado quello:D)
intanto il Tase dopo un apertura al rialzo(+0.30) sta girando al ribasso di oltre mezzo punto
 

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