Cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

GRECIA: SPREAD SU BUND CALA A 726 PUNTI, SALE IN SPAGNA

(AGI) - Londra, 29 apr - Il differenziale di rendimento tra i decennali greci e gli analoghi titoli tedeschi, cala 726 punti base dagli 800 punti di ieri, mentre quelli spagnoli salgono da 117 a 127 punti base, dopo il declassamento del rating sovrano di madrid da parte di Standard And Poor's.
 
Europee: In Recupero, Atene Vola a +5%
giovedì, 29 aprile 2010 - 10:43
(AGI) - Roma, 29 apr. - Recuperano le Borse europeer, doo un andamento altalenante. Atene vola a +5,34%, a dimostrazione che i mercati scommettono sul piano di aiuti. Londra sale dello 0,56%, Milano dello 0,51%, Francoforte dello 0,34%, parigi dello 0,67%, Madrid del 2,08%, nonostante il declassamento di Standard And Poor's e Lisbona del 2,08%. .

Ieri la grecia si nn sbaglio è salita del 3% oggi la Spagna sale del 2% e noi ancora una volta al palo, siamo proprio fuori di testa

saluti
 
GRECIA: ALTISSIME PROBABILITA' DI CRACK
di WSI

Dai prezzi dei CDS (credit default swaps) sui debiti sovrani dei paesi a rischio, oggi si vede che i bond di Atene sono al massimo storico di 1249, pre-fallimento. Riveliamo anche la posizione dell'Italia. Con buona pace di Tremonti e Bonaiuti.


La classifica dei CDS (credit default swaps, cioe' quegli strumenti dell'ingegneria finanziaria con cui gli investitori istituzionali si proteggono dal rischio di fallimento di un'azienda o di un paese) con scadenza a 1 anno, e' la fotografia piu' precisa e nitida della situazione attuale sul mercato, piu' che i CDS a 2, 3, 4, 5, 7 e 10 anni, che ovviamente spostano l'evento di un eventuale default troppo in la' nel tempo perche' la previsione possa avere un minimo di attendibilita' (nessuno sa esattamente cosa accadra' la settimana prossima in borsa, con questi mercati; anzi: se esistesse un CDS a 1 settimana, andrebbe a ruba, tra i gestori di hedge funds).
 
Grecia: Trichet, fiducioso piano completo e coraggioso
di ANSA

Appello presidente Bce: 'parlamento tedesco sia veloce su aiuti'


(ANSA) - ROMA, 29 APR - I negoziati sui prestiti alla Grecia 'devono concludersi con un programma pluriennale coraggioso' di risanamento delle finanze pubbliche. Cosi' il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, dicendosi fiducioso sui risultati dei colloqui fra Atene, Commissione Ue, Bce e Fmi. In merito all'ok tedesco necessario per sbloccare gli aiuti europei alla Grecia, Trichet sottolinea che 'nelle attuali circostanze' occorre che la Germania dia il via libera attraverso 'una veloce procedura parlamentare'. 'Quello che serve maggiormente in questo momento - ha detto Trichet durante un suo intervento a Monaco - e' un forte senso dell'orientamento che ci guidi e ci faccia uscire da questi eventi turbolenti'. A giudizio di Trichet, la crisi finanziaria globale e quella greca insegnano che 'deve esserci un rinnovamento del Patto di stabilita' e di crescita e l'inserimento di uno schema di sorveglianza sulle politiche nazionali per la competitivita''. Il presidente della Bce chiede di 'migliorare con risolutezza l'efficacia della sorveglianza reciproca sulle politiche economiche e fiscali' e di 'correggere le debolezze della sorveglianza multilaterale' fin qui adottata come principio.
 
GRECIA: BANCHE CREDONO AL PIANO AIUTI, +14% IN BORSA

(AGI) - Atene, 29 apr. - Le banche greche festeggiano in rialzo di oltre il 14% in Borsa sulla scia delle notizie dalla Germania e da Bruxelles sull'imminenza degli aiuti. L'indice che raggruppa i titoli delle banche sulla piazza ateniese avanza del 14,01%. Geniki Bank, controllata di Societae' Generale, trascina l'indice intero in rialzo del 29,79%. Secondo alcuni analisti, le banche stanno salendo sulle voci di speculazioni di un possibile aiuto di oltre 120 miliardi di euro e cio' vorrebbe dire che eviterebbero in tal modo il rischio di una ristrutturazione del debito pubblico che danneggerebbe la loro adeguatezza patrimoniale. -
 
:lol::lol::lol::lol::down::down:

FELDSTEIN: LA GRECIA FALLIRA' E IL PORTOGALLO SARA' IL PROSSIMO
di WSI

La crisi della Grecia finira' con un inevitabile default dei suoi bond e altri Paesi della zona euro potrebbero fare la stessa fine, a partire dal Portogallo. Ne e' convinto Martin Feldstein, professore di Harvard e consulente di presidenti Usa
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La crisi fiscale della Grecia finira' con un inevitabile default dei suoi bond e altri Paesi della zona euro potrebbero fare la stessa fine, a partire, con ogni probabilita', dal Portogallo. Ne e' convinto Martin Feldstein, professore di Harvard.

"La Grecia fallira' nonostante quello che si vuol far credere e malgrado il pacchetto di aiuti", ha detto oggi a Bloomberg Radio il professore, che quasi vent'anni fa avverti' che l'euro sarebbe diventata una "passivita' economica".
 
ROUBINI: LA GRECIA E' LA PUNTA DELL'ICEBERG
di WSI

Dagli Usa fino al Giappone, passando per la Grecia, il debito sovrano in espansione scatenera' un rincaro dei prezzi o, nella peggiore delle ipotesi, un default delle nazioni stesse. Vigilanti di bond europei in sciopero. Non negli Stati Uniti
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Il debito sovrano dall'Usa, fino al Giappone, passando per la Grecia, scatenera' un rincaro dei prezzi o, nella peggiore delle ipotesi, ad un default delle nazioni coinvolte.

Lo ha dichiarato a Bloomerg TV una delle piu' autorevoli voci in materia economico-finanziaria: Nouriel Roubini, il professore di economia della New York University che previde la caduta degli Stati Uniti in recessione piu' di un anno prima che questa si verificasse.

La capitalizzazione di borsa e' scesa di quasi mille miliardi di dollari in un solo giorno, quel 27 aprile in cui il duplice declassamento di S&P sul rating del debito di Grecia e Portogallo ha gettato nel panico i mercati. Gli investitori ora temono che il debito provochera' il default e il deragliamento dell'economia globale che gia' viaggia su binari dissestati.

La cancelliera tedesca Angela Merkel e il Fondo Monetario internazionale hanno promesso di fare tutto il possibile per risolvere la crisi fiscale ellenica, dopo che i mercati obbligazioni e azionari europei sono crollati la settimana scorsa.

"I vigilanti dei bond di Grecia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna e Islanda sono in sciopero", ha osservato ieri il guru 52enne durante un intervento sui mercati finanziari in California, cosi' come riportato da Bloomberg. "Sfortunatamente negli Stati Uniti, le autorita' che si occupano di controllare il mercato obbligazionario non se ne stanno andando da nessuna parte".
 
Bottarelli - E ora nascerà il nuovo euro made in Germany

Purtroppo è andata a finire come diciamo da giorni, se non da settimane: la Grecia è fallita, il Portogallo sta per seguirla e Spagna e Italia sono nel mirino, basti vedere i crolli delle borse di ieri di Madrid e Milano rispetto, ad esempio, a quella di Londra, paese in piena instabilità politica per il voto del 6 maggio, con un debito e una disoccupazione record e la sterlina non certo in ottima salute.

Il contagio, come diciamo da giorni, ci sarà. E darà vita a una nuova Europa a due velocità con un’area denominata Euro 1 che manterrà l’attuale assetto monetario e un’altra, facente capo ai Pigs più l’Irlanda, denominata Euro2 e dotata di una valuta assolutamente identica a quella che abbiamo oggi nelle nostre tasche ma legata all’Euro1, quello che continuerà ad essere trattato sui mercati, da un cambio fisso.

I tedeschi, autori di questo capolavoro delinquenziale (ora capite perché l’altro giorno dicevo che l’atteggiamento di Berlino era molto più grave delle pur poco simpatiche abitudini di Goldman Sachs?), ci contavano e ora posso lavorare ai dettagli: appare scontato, oramai, che sarà Alex Weber il sostituto di Trichet alla Bce, non Mario Draghi che paga il peccato originale di essere italiano.

D’altronde un continente in cui lo spread tra i titoli decennali di uno Stato membro e quelli di un altro tocca gli 847 punti base è destinato a non esistere più: ieri era questo il rapporto tra i bond ellenici e i bund tedeschi. Ma non pensate che gli altri non pagheranno il costo.

In base ai dati ufficiali della Bank of International Settlements, le banche francesi sono le più esposte verso il mercato del debito greco: qualcosa come 75 miliardi di dollari, il 25% di tutta l’esposizione estera di Atene. Auguri a madame Lagarde. Fa pensare una cosa, però: ovvero, che in sede Ue o sono tutti deficienti (nel sono che mancano di intelligenza) oppure sapevano e hanno lasciato andare le cose fin dal 2009, esattamente dal terzo trimestre, quando la Svizzera, che era esposta in Grecia per il 21% del totale di esposizione ellenica, ha cominciato a scaricare e ora si ritrova “solo” 3,6 miliardi di scoperto da tappare.

La reazione dei mercati al downgrade di S&P del rating ellenico e portoghese è stata davvero seria ma anche curiosa, ovvero chiunque sapeva che il destino di Atene era questo, ma dopo un periodo di relativa calma tutti si sono messi a forzare sul tasto della ristrutturazione del debito per fare soldi con i contratti cds: insomma, ve lo dico chiaro, la Germania ha fatto il gioco dei mercati. E il perché è facile da capire.


Quando un uomo navigato come Mark Tinker, gestore del portafoglio globale di Axa Framlington, dice a chiare lettere che «non è proprio il caso di voler fare i furbi e gettarsi su questa storia, comprate equities asiatiche e titoli industriali su piazze dove c’è crescita, perché in questo momento molti attori stanno continuando a lavorare alla “tragedia greca”», c’è da credergli e preoccuparsi. D’altronde, Tinker non parla a caso: oggi come oggi assicurarsi dal debito greco costa più che assicurarsi da quello venezuelano (da sempre in cima alla lista dei 70 paesi che vengono tracciati sul debito per denominare il valore dei cds), visto che ieri i cds di Atene sul sovereign debt hanno toccato la quota “islandese” di 912 punti base.

Insomma, il mercato scommette su una percentuale implicita di default greco pari al 52,6% contro il 44,4% del Venezuela sui cinque anni. Pensate la follia, dall’inizio di aprile i cds greci sono saliti di 500 punti base, quelli venezuelani sono scesi di 100 punti base: a qualcuno questa Europa non piaceva e ha deciso di cambiarla. Gli attori finanziari di questa recita a soggetto ci hanno fatto i soldi, quelli politici - come i tedeschi, soprattutto - il resto.

Peccato che il contagio che sta per partire picchierà duro anche sugli istituti bancari tedeschi e il progetto di Europa forte basata sull’export andrà a scontrarsi contro la realtà di un periodo prolungato di contrazione: l’austerità imposta ad Atene, da sola, non servirà. Non lo dice il “catastrofista” Mauro Bottarelli, lo dice Angel Gurria, capo dell’Osce, secondo cui «non si tratta di parlare del rischio di contagio, perché il contagio è già in atto. Questa crisi greca è come l’Ebola, quando te ne accorgi devi tagliarti la gamba se vuoi sopravvivere».

Ripeto, una nuova Europa sta per nascere e il processo di incubazione sarà decisamente pesante e pericoloso. I mercati e le loro reazioni nei prossimi giorni ci diranno qualcosa di più su tempi e modalità: una cosa è certa, l’Italia non entrerà unita nella nuova Europa a due velocità. La previsione di Giulio Tremonti di dieci anni fa sta per avverarsi. Chapeau a lui.

Mauro Bottarelli
 
CRISI GRECIA: ECONOMISTI TEDESCHI DENUNCIANO ANGELA MERKEL ALLA CORTE COSTITUZIONALE
di WSI-AGI

Il ricorso: gli aiuti ad Atene infrangono il Trattato di Maastricht, in base al quale nessun Paese dell'Ue puo' assumersi la garanzia dei debiti di un altro. Tre tedeschi su 4 dicono: "La Grecia non restituira' mai il debito".


Quattro noti economisti tedeschi si apprestano a presentare ricorso al "Bundesverfassungsgericht", la Corte Costituzionale di Karlsruhe, contro la decisione del governo di Angela Merkel di soccorrere finanziariamente la Grecia. Il capofila dei quattro, Joachim Starbatty, ha motivato il ricorso con il fatto che gli aiuti alla Grecia infrangono il Trattato di Maastricht, in base al quale nessun Paese dell'Ue puo' assumersi la garanzia dei debiti di un altro.

Inoltre i tedeschi bocciano Angela Merkel sul prestito alla Grecia, in larghissima parte convinti che Atene non restituira' mai il debito. Da un sondaggio dell'Istituto Emnid per la televisione all news "N24" emerge che 3 tedeschi su 4 (76%) sono certi che la Grecia non restituira' mai i prestiti che si appresta a ricevere dalla Germania e dagli altri Paesi dell'Ue.

L'amministratore delegato di Deutsche Bank, Josef Ackermann e' in prima fila nella creazione di un consorzio di banche e industrie tedesche disponibili a dare un loro contributo agli aiuti alla Grecia. Il consorzio si e' gia' impegnato a contribuire con 1-2 miliardi di euro, anche se non ha ancora raggiunto un accordo ufficiale col governo.
 

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