Cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

:ciao:



Il popolo e' una ***** (come e perche')

Scritto da Uriel Fanelli il 10/28/2011

Mi e' stato contestato il tag dello scorso post, "il popolo e' una *****". Chi me lo contesta afferma che se il popolo "avesse potere" sarebbe tutto migliore e finirebbero certi sprechi etc etc. Invece no, e non solo: moltissime delle problematiche odierne sono il prodotto di decisioni prese dal popolo, e non mediante il voto ma mediante decisioni vere e proprie, che sono diventate effettive perche' quella ***** che e' il popolo ha TROPPO potere, e nessuna coscienza di se'. Faccio un esempio.

Tutti voi andate raccontando che le delocalizzazioni in Cina siano una decisione "della finanza" e "degli industriali". Ora, se consideriamo solo il movente -manodopera a basso costo- sembra che le cose vadano cosi'. Ma il movente non basta: il fatto che ad un contadino faccia comodo la pioggia non dimostra che siano i contadini a far piovere.



Per capire come siano andate le cose c'e' un solo modo di procedere: capire come siano andate le cose.


Allora, ad un certo punto la famiglia italiana decide che i propri figlioli NON debbano piu' lavorare in fabbrica. O meglio: decidono che OGNI VOLTA POSSIBILE i loro figli devono prendere una laurea e fare un lavoro di concetto. Il modo di procedere e' questo: se il ragazzo (o la ragazza) e' un lavativo, uno stupido o uno che non impara , cioe' rimane ignorante, allora "lo mando a lavorare". Nel caso invece sia leggermente piu' intelligente di una scimmia e riesca in un qualsiasi percorso scolastico, il suo destino e' di divenire un dottore.


Negli ultimi tre decenni, CHIUNQUE sia stato leggermente piu' intelligente di una scimmia e' stato infilato in un liceo , e poi all'universita'. Anche coloro che facevano scuole come l' ITIS, qualora superassero il minimo facevano domanda per le forze dell'ordine, oltre il mediocre andavano all'universita', e solo dal minimo al mediocre -se non vuole studiare che vada a lavorare- decretava il pater familias.


La logica "se non gli piace la scuola o non va bene a scuola o non ce la fa a scuola vada a lavorare , ALTRIMENTI NO" . Adesso vediamola dall'altra parte della barricata, cioe' dal lato degli industriali: quei pochi che vogliono innovare hanno bisogno di manodopera sempre piu' qualificata: non ingegneri, ma quello che io definirei "perito+", cioe' un perito che ha ancora voglia di studiare e di migliorare non tanto sul piano teorico, ma su quello realizzativo.


Ma quando il nostro industriale mette un annuncio per trovare operai, in coda si trova tutto coloro che "sono andati a lavorare perche' AVEVANO FALLITO OGNI POSSIBILE PERCORSO SCOLASTICO". Chi sono questi ragazzi? Lavativi, ignoranti ed imbecilli, cioe' quelli che non avevano voglia di studiare, che non riuscivano ad imparare o che erano troppo stupidi per farlo. Adesso vi faccio una domanda: secondo voi, l'industriale AVEVA SCELTA?


Signori, gli industriali che delocalizzano hanno delocalizzato in Cina, ma se non ci fosse stata la Cina sarebbero andati in Germania, dove per fare l'universita' occorre il Gymnasium, e tutti gli altri si fermano e vanno a lavorare -dopo aver studiato-.


E se oggi gli industriali decidessero di tornare, non POTREBBERO: avrebbero bisogno di una manodopera qualificata che NON ESISTE PIU', perche' il laureato non e' manodopera utilizzabile in fabbrica, mentre chi ha lasciato la scuola prima e' una capra a cui NESSUNO darebbe in mano 200.000 euro di attrezzature.


E cosi', torniamo al punto di partenza: SIETE PROPRIO CERTI CHE LE DELOCALIZZAZIONI SIANO STATE UNA DECISIONE DEGLI INDUSTRIALI, E NON UN ADATTAMENTO AD UNA VOSTRA DECISIONE?


Facciamo un secondo esempio. Se cercate lavoro attorno a casa, e non siete disposti a muovervi, avete un raggio di azione di circa 50-60 km. Dopodiche', difficilmente potrete fare i pendolari. Quanto crescono le probabilita' di trovare lavoro se siete disposti a muovervi?


Beh, se supponiamo che il lavoro sia distribuito sulla superficie del paese , e calcoliamo un valore medio di imprese per km2, la vostra opportunita' cresce col QUADRATO della distanza che siete disposti a percorrere per inseguire il lavoro stesso. E' per questo che gli emigrati sembrano cosi' riusciti e fortunati: se passiamo da 50 km a 1000, con un rapporto lineare di 20, abbiamo 400 volte la possibilita' trovare il lavoro che volevano nel raggio di 1000km, rispetto a quella che abbiamo nel raggio di 50km.


Ma anche andando al doppio, per dire, non si scherza: se pensiamo a 50 km di un pendolare, e raddoppiamo a 100km, siamo a 4 volte le probabilita' di trovare il lavoro che vogliamo. Se passiamo a 150km, siamo a nove volte. Morale: la mobilita' di breve e medio termine e' fondamentale. Quando mio padre lavorava nel suo zuccherificio ferrarese, c'erano molti veneti rodigini , i soliti meridionali, e molti del vignolese e della montagna romagnola. I quali si erano spostati di distanze che andavano dai 100 ai 150km. Non tanto distanti da sentire il peso dell'emigrazione come succedeva ai meridionali, ma comunque abbastanza da aver lasciato le proprie radici.


Ma oggi , la famiglia italiana ha deciso di accendere un mutuo. Col che , quando papa' perde il lavoro, deve cercarne uno nuovo NELLE VICINANZE. E quindi, deve prendere quel poco che c'e'. A qualsiasi condizione.

Ma se questo e' devastante per il singolo lavoratore, e' devastante per l'impresa: se io apro un'impresa e mi servono 100 operai, o la apro in una zona densissima (un hinterland o una citta'), oppure posso trovare lavoratori SOLO nel raggio del pendolarismo: 50 km, o poco piu'. Un tempo, pescavo nei 150 km, anche 200. Le persone che vivevano in affitto erano disposte a traslocare in regione, con una certa falicita'. In piu' c'erano i soliti emigrati dal meridione.

Ma oggi, chi ha gia' un lavoro -la manovalanza esperta che mi serve- ha acceso un mutuo. Anche se oggi ne cerca un altro, o anche se io offrissi di piu' , tanto da convincerlo a lasciare il vecchio lavoro, NON LO LASCIEREBBE PERCHE' NON PUO' MUOVERSI.

Cosi', gia' aprendo la mia impresa NON trovero' alcun operaio esperto, se non quei pochi che possono vivere nel raggio di 50KM. Se consideriamo una densita' della popolazione di 200 ab kmq, mi serve circa un operaio specializzato disoccupato ogni 16.000 persone. Se consideriamo una percentuale lavorante di circa 5000 persone, e una disoccupazione attorno al 7%, ho a disposizione circa 350 disoccupati per trovarci dentro 100 operai specializzati nel MIO preciso campo di applicazione. RIDICOLO: richiede che il 28% dei disoccupati siano tutti nello stesso settore!

Se invece moltiplichiamo la cifra per 4, allargandoci a 100km, gia' abbiamo 1400 disoccupati.Che significa che il 7% dei disoccupati sono nello stesso settore. Se ci allarghiamo , diciamo a 150 km, beh, siamo ad un livello per cui , onde trovare i miei 100 operai, mi basta un 3% dei disoccupati provenienti dal mio settore. Ragionevolmente facile.

Cosi', adesso mettiamoci nei panni di uno che voglia aprire un'azienda da 100 operai in Italia.

I giovani e' meglio dimenticarli: chiunque sia piu' intelligente di una scimmia si sta laureando, e non verra' in fabbrica. Gli unici che trovero' sono quelli che sono andati a lavorare perche' hanno fallito OGNI possibile percorso scolastico: drogati, lavativi, ignoranti e stupidi.

Posso cercare tra quelli al secondo lavoro, che sono esperti e piu' vecchi, quando ancora si studiava PER LAVORARE e non per NON lavorare: ma tutti questi hanno acceso un mutuo alla prima busta paga e non possono muoversi. Solo in alcuni interland molto densi ne trovero' a sufficienza. Ma se anche ne trovassi, al loro pensionamento non avro' rimpiazzi. Se non i famosi giovani drogati, lavativi, ignoranti e stupidi.

Ora, secondo voi apriro? No.

Questo e' il punto: con sole DUE decisioni, DUE decisioni DEL POPOLO, il POPOLO (e non gli industriali, e non la finanza) ha decretato che nessuna impresa dia piu' lavoro in Italia, se non di microscopiche proporzioni: non troverebbero il personale che cercano.
Si, ci sono disoccupati, ma "disoccupato" non significa "persona adatta al lavoro che fa la mia azienda".

Due sole decisioni: aprire un mutuo alla prima busta paga regolare e laureare qualsiasi ragazzo sia piu' intelligente(1) di una scimmia, lasciando alle imprese solo la feccia. (2)

Come vedete, il popolo di potere ne ha, ECCOME.Ha distrutto l'economia italiana in due sole decisioni.Due.

Sicuramente gli industriali e i finanzieri sono caduti in piedi, finendo in Cina. Ma il disastro NON nasce da una LORO decisione. Nasce dalle decisioni del "POPOLO".

Qualcuno dira' che il popolo non sapeva , ed era compito del governo informarli. Aha. Cioe', il popolo e' ignorante.
Qualcun altro dira' che il popolo non poteva capire, ed era compito del governo spiegare. Cioe', il popolo e' stupido.
Qualcun altro dira' che il popolo non conosce bene le conseguenze globali delle azioni individuali. Cioe', il popolo non ha autocoscienza.

In definitiva, sommando le tre cose, il famoso "popolo" cui vorreste dare ancora piu' potere e' una *****: stiamo parlando di una versione stupida di un maiale, nessuna autocoscienza, nessuna capacita' di scegliere gli obiettivi, nessuna capacita' di scegliere i mezzi.

Questo e' il popolo: un maiale , ma piu' stupido. Purtroppo, un maiale che ha sin troppo potere.

Uriel.


(1) Prima che puntiate il dito su di me, vi informo che nella mia classe di scuole elementari (classe 1970) su 24 bambini, solo 2 oggi hanno una laurea. Se prendiamo il dato eurostat, la fascia di eta' dai 25 ai 64 e' dell' 11%. Se andiamo dai 30 ai 34 siamo gia' attorno al 15%. Se andiamo ai piu' giovani, siamo attorno al 39% per i maschi e 41% per le donne. Quattro volte tanti.Avete interamente assorbito tra i laureati quelli che prima si diplomavano e cercavano lavoro. In pratica, al mondo del lavoro rimane solo l'abbandono scolastico.

(2) feccia che comunque, spessissimo rifiuta il lavoro in fabbrica, ritendendosi "a ben altro destino destinata".
http://www.keinpfusch.net/2011/10/il-popolo-e-una-*****-come-e-perche.html




Ci mette bocca anche Fini
http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=33140



Crisi/ Fmi: piani anti-contagio allo studio già da un anno
http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=33140




:ciao::ciao::ciao:
 
In antitesi di quanto sopra.
Tutto è diventato business, ogni cosa deve funzionare ed essere utilizzabile. Non esiste un sentimento di identità, esiste un vuoto interiore. non si hanno convinzioni, né scopi autentici. Il carattere mercantile è l'essere umano completamente alienato, privo di qualunque altro interesse che non sia quello di manipolare e funzionare. È proprio questo il tipo di umano conforme ai bisogni sociali. Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo. La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda. E già da bambino l'uomo impara quale sia il tipo più richiesto.


Oltre al conformismo inteso come mezzo per superare l'isolamento, un altro fattore nella vita contemporanea deve essere preso in considerazione: la routine del lavoro e del piacere. L'uomo diventa un 'dalle nove alle cinque', è parte della forza del lavoro, della forza burocratica degli impiegati e dei dirigenti. Ha scarsa iniziativa, i suoi compiti essendo prescritti dall'organizzazione; vi è ben poca differenza tra chi è in cima alla scala, e chi è in basso. Tutti seguono schemi prestabiliti, con una velocità prestabilita, in modo predisposto. Perfino le reazioni sono prescritte: allegria, tolleranza, amabilità, ambizione e capacità di andare d'accordo con tutti senza attrito. Il divertimento è organizzato nello stesso modo, sebbene non con lo stesso sistema; i libri sono selezioni da biblioteche, i film dagli impresari, e gli slogans pubblicitari coniati da loro; il resto è pure uniforme; la gita domenicale in automobile, i programmi televisivi, le riunioni e i ricevimenti ufficiali. Dalla nascita alla morte, dal lunedì alla domenica, da mattina a sera, tutte le attività sono organizzate e prestabilite. Come potrebbe un uomo prigioniero nella ragnatela della routine ricordarsi che è un uomo, un individuo ben distinto, uno al quale è concessa un'unica occasione di vivere, con speranze e delusioni, dolori e timori, col desiderio di amare e il terrore della solitudine e del nulla?
 
:ciao:



Io se non ce la facessi a governare la mia ditta, o la vendo o fallisco.

Zilvio è come avesse messo un amministratore delegato all’Italia, non è mai successo nella storia del pianeta che uno stato si faccia governare da un altro, è come si fosse venduto l’Italia.

E poi l’altro compra una pagina di un giornale per dire agli Italiani di comprarsi il debito, che hanno fatto, politici fannulloni, lecchini, mantenuti, e no eh!.

Pensate che qui in Italia andavano in pensione dopo 15 anni di finto lavoro.




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:ciao::ciao::ciao:
 
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