Cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

:ciao:




Tesoro scova spesa 'colabrodo'
C'e' anche l'indennita' 'alta quota' per chi lavora al mare
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Governo/ Brunetta: Basta con la politica dei no. Ripresa a rischio
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Ginevra, il super acceleratore riparte
Il Large Hadron Collider (Lhc) torna in funzione al Cern dopo una pausa di oltre un anno
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:ciao::ciao::ciao:
 
USA, FANNIE E FREDDIE ANCORA NELLA BUFERA.


Il deterioramento del mercato immobiliare - in particolare quello commerciale - degli Stati Uniti sta colpendo duramente Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie semi-governative salvate lo scorso anno da Washington dopo aver registrato miliardi di dollari di perdite sul fronte del real estate residenziale.

Le due compagnie, che insieme hanno ricevuto iniezioni di capitali dal Tesoro americano per 110 miliardi di dollari, stanno infatti registrando una rapida crescita delle perdite, causate proprio dalle difficoltà del mercato commerciale. Tra le due, Fannie è quella che versa in condizioni peggiori. Il tasso di insolvenze (superiori ai 60 giorni) è passato allo 0,62% nel mese di settembre, rispetto allo 0,16% dello stesso periodo dell’anno precedente.
D’altra parte, almeno un quarto di 180 miliardi di prestiti legati al “commercial real-estate” dell’agenzia sono riconducibili al periodo in cui il mercato segnò il suo picco massimo, nel 2007. Non a caso, è proprio tra tali prestiti che si può riscontrare il 50% circa delle insolvenze complessive. Già poche settimane fa, il colosso specializzato nel rifinanziamento dei mutui ha annunciato una perdita netta di 18,9 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2009.
Un risultato meno pesante del 35% rispetto a un anno fa, ma in netto aumento rispetto ai 14,8 miliardi di dollari dei secondi tre mesi del 2009. Per questo Fannie Mae ha chiesto al governo aiuti altri per 15 miliardi di dollari. Il tutto è frutto di una politica giudicata da molti “aggressiva”, senza la quale però «le compravendite immobiliari potrebbero fermarsi», ha spiegato all’inizio dell’anno uno studio del Joint Center for Housing Studies dell’università di Harvard. Un circolo vizioso insomma.
E un’altra patata bollente per l’amministrazione Obama. ( Fonte: valori.it)
 
GEITHNER FINALMENTE SILURATO? AL TESORO USA VA DIMON (JPMORGAN CHASE) di WSI

Secondo alcune voci che si sono diffuse tra New York e Washington in ambienti del Congresso e Casa Bianca il Ceo di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, potrebbe sostituire il ministro del Tesoro Timothy Geithner.
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Jamie Dimon (JpMorgan Chase)

Secondo alcune voci che si sono diffuse tra New York e Washington in ambienti del Congresso e della Casa Bianca il Ceo di JPMorgan Chase Jamie Dimon potrebbe sostituire il ministro del Tesoro Timothy Geithner.

Geithner e' sotto accusa da mesi per non aver fatto assolutamente nulla di cio' che veniva richiesto dal mercato nella fase di recupero post-collasso finanziario. Leggi e regolamenti - a parte i salvataggi di emergenza del sistema bancario - sono esattamente gli stessi di prima, i titoli tossici sono ancora li', nulla e' cambiato. La linea di Geithner (e il presidente Barack Obama che ha una visione diversa l'ha accettata supinamente) e' stata: difesa degli interessi di potere del sistema bancario, indifferenza nei confronti di decine di milioni di consumatori, piccole imprese e famiglie, oberati da enormi debiti sulle carte di credito e mutui, con in piu' il rubinetto dei nuovi prestiti assolutamente serrato.

Il ministro del Tesoro dell'Amministrazione Obama e' sempre stato criticato, praticamente dal momento dell'incarico, per essere troppo vicino al sistema di potere di Wall Street, con legami eccessivamente stretti con le grandi banche e finanziarie Usa. Prima di essere Treasury Secretary Geithner era il responsabile della Federal Reserve Bank di New York, e sotto la sua responsabilita' sono avvenuti il fallimento di Bear Stearns, di Lehman Brothers e il salvataggio di AIG nel 2008.

La possibile scelta del Ceo di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, non si vede come possa sanare i dubbi del mercato finanziario in merito alla eccessiva vicinanza ai poteri forti di Wall Street, trattandosi di un altro banchiere al vertice di una delle piu' grandi banche commerciali degli Stati Uniti e del mondo.
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