CDS e Ratings (Moody's, S&P's, Fitch) CDS, Ratings e variaz.di rating+indici mercato import. es: BDI: Baltic Dry Index etc (1 Viewer)

il Baltic Dry Index è ancora un anticipatore dei corsi azionari mondiali?

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  • Sì ma sembra aver dilatato lo sfasamento

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  • No ma vediamo se i corsi si decidono a seguirlo

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  • No, ormai si è scollegato

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f4f

翠鸟科
gita oltreoceano:

Below is a chart highlighting default risk for sixteen states that we have credit default swap (CDS) pricing for. The number next to each state represents the cost per year to insure $10,000 worth of state bonds for 5 years. The higher the price, the higher the default risk. As shown, Illinois has the highest default risk of all states at 303.2 bps -- even higher than California. California ranks 2nd, followed by Michigan, New York, and New Jersey. Not to anyone's surprise, these are basically the five states in the country with the biggest fiscal problems at the moment. States that appear to be in pretty good shape include Texas, Virginia, Maryland, and Delaware.
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State Default Risk -- Seeking Alpha



anzi tutto grazie Lorenzo63
una delle rubriche ricorrenti più gradite


mi permetto poi una osservazione sul grafico di Paleogorgo: una mia impressione è che qui si dia l'idea di un rischio puntuale... se fallisse l' Illinois, credo che a catena Cal Mic eccecc avrebbero problemi, fino a colpire con effetto domino anche il Delaware

imho eh

e ben sapendo che sono dati di mercato , che giàdovebbero scontare questa cosa
ma, con l'esperienza sulla miopia dei rischi sistemici da parte degli operatori ( Lehman docet ) , mi son permesso :)
 

lorenzo63

Age quod Agis
Sui derivati la stretta di Bruxelles. In Italia «20 mld a rischio»

Oggi la Commissione europea presenta le nuove misure su titoli strutturati e Cds Dall’America report sul potenziale default legato ai titoli italiani


È pronta la stretta di Bruxelles su derivati e Cds. Oggi la Commissione europea presenterà infatti le proposte per assicurare trasparenza in settori chiave dei mercati finanziari. Tra le misure principali, l’obbligo di centralizzare le operazioni sui derivati nelle camere di compensazione; e possibili limiti, fino al divieto, alle vendite allo scoperto in Borsa in caso di rischi per la stabilità finanziaria. Sotto tiro anche i «credit default swap». Nel dettaglio, e secondo indiscrezioni, sulle vendite allo scoperto di azioni e credit default swaps, la nuova regolamentazione prevede che l’Autorità di supervisione abbia il potere di limitarle e in casi straordinaria di proibirle «temporaneamente», in situazioni di urgenza in cui è a rischio la stabilità finanziaria. La novità rispetto a quanto indicato nelle scorse settimane è costituita dal fatto che i regolatori nazionali dovranno decidere in collegamento e di concerto con l’Autorità europea di supervisione dei mercati finanziari che si insedierà, come le altre nuove autorità di supervisione europea, il primo gennaio 2011. Ciò per evitare che, come è accaduto nel caso della Germania (in maggio vennero proibite le vendite allo scoperto di titoli sovrani, cds e di azioni di grandi società), ogni Paese proceda per proprio conto. L'interdizione potrebbe scattare anche per una singola banca sospettata di scatenare una forte caduta dei prezzi attraverso vendite allo scoperto (il riferimento dovrebbe essere un calo dei prezzi superiore al 10%).
Sempre sul fronte derivati sono emersi ieri nuovi numeri choc sull’Italia. Secondo la Depository Trust & Clearing Corporation, società americana leader nelle statistiche sui derivati, il rischio bancarotta dell’Italia vale 26,12 miliardi di dollari (20 miliardi di euro). Questo infatti è il valore nozionale dei credit default swap (i derivati che assicurano chi possiede un’obbligazione dal rischio insolvenza) sul nostro Paese. Il nozionale netto dei cds sul debito italiano è da sempre il più alto al mondo. Stupisce tuttavia il ritmo di crescita. La scorsa settimana era a quota 25,47 miliardi, un mese fa a 23,27 miliardi, mentre un anno fa era circa 5 miliardi inferiore rispetto a quello attuale. Il nozionale netto tedesco è di 15,2 miliardi.Segue la Spagna con 14 miliardi, il Brasile con 13,8 miliardi e la Francia con 11,99 miliardi..
 

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