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Jean-Claude Pressac - Wikipedia

Pur partendo da un atteggiamento scettico nei confronti dell'esistenza delle camere a gas, lo studio meticoloso di una mole impressionante di documenti, fino a quel momento ignoti, lo porta a virare verso posizioni radicalmente opposte a quelle negazioniste. Gli studi scientifici e in particolare la conoscenza della chimica, gli permettono di comprendere a fondo le tecniche di sterminio mediante gas velenosi e di cremazione dei cadaveri nei forni crematori, così da confutare i tentativi di negazione dell'Olocausto compiuti da Faurisson
 
Jean-Claude Pressac - Wikipedia

Pur partendo da un atteggiamento scettico nei confronti dell'esistenza delle camere a gas, lo studio meticoloso di una mole impressionante di documenti, fino a quel momento ignoti, lo porta a virare verso posizioni radicalmente opposte a quelle negazioniste. Gli studi scientifici e in particolare la conoscenza della chimica, gli permettono di comprendere a fondo le tecniche di sterminio mediante gas velenosi e di cremazione dei cadaveri nei forni crematori, così da confutare i tentativi di negazione dell'Olocausto compiuti da Faurisson

PRESSAC (che non ha capito "a fondo" proprio nulla) è stato demolito da Mattogno nel libro:
«Le camere a gas di Auschwitz. Studio sugli "indizi criminali" di Pressac e sulla "convergenza di prove" di Pelt». (in mio possesso)
può leggere un piccolissimo riassunto (visto che si tratta di oltre 650 pagine) qua: Civium Libertas: Freschi di stampa: 11. C.Mattogno: «Le camere a gas di Auschwitz. Studio sugli “indizi criminali” di Pressac e sulla “convergenza di prove” di Pelt».
molli per un attimo wikipedia
dal link citato:
"(...)Il lavoro di storici come Mattogno e Graf si orienta appunto verso un confronto ed una contestazione critica dei caposaldi storici e teorici di quella che viene presentata come una verità storica acquisita, indiscussa e indiscutibile ed è addirittura sancita dal legislatore, sanzionata dall’apparato giudiziario che infligge secoli e millenni di carcere duro nelle prigioni austriache, tedesche, francesi e tutti gli altri paesi dove vigono le “leggi memoriali”, con le quali si tolgono agli storici ogni libertà di condurre le loro ricerche e si fissano i risultati e le “verità” alle quali è loro consentito di approdare.(...)
.................................
"(...)L’opera di Mattogno non è stata discussa e non viene né letta né discussa dalla storiografia ufficiale che si lascia intimorire dalle sanzioni penali e dal discredito infamante che viene gettato addosso a chi appena appena avanza la benché minima riserva critica, poniamo sul mitico numero dei “sei milioni”, ormai divenuti come un titolo per nuovi salmi e una filmistica hollywodiana a getto continuo(...)
................
"(...)A pensarci bene, se io fossi un ebreo antisionista o non sionista, mi augurerei che venissero riconosciute come fondate e scientificamente dimostrate le tesi di Mattogno e di altri storici spregiativamente detti “negazionisti”. Ma negazionisti di che o di cosa? Il grande e minuto pubblico non è abituato a distinzioni che sono invece essenziali per capire di cosa si tratta e come lo stesso grande pubblico venga menato per il naso e di come si abusi della credulità e delle buona fede della gente semplice, lasciando perdere quanti possano avere un interesse e un tornaconto anche remoto in tutta questa sporca faccenda.(...)

superbaffo... tu appartieni alla categoria della "gente semplice"???
quale libro di autori revisionisti hai letto???
Come puoi confutare ciò che non conosci???
 
Ultima modifica:
Le strategie usate dai negazionisti, a detta della Pisanty, sono semplici, ma efficaci.
In primo luogo essi operano una drastica selezione sul materiale documentario di partenza. Essi procedono con un metodo “negativo”, tentano cioè di smontare le testimonianze ed i documentari che attestano l'esistenza dello sterminio, ma non portano una testimonianza o documentazione a garanzia della loro tesi. Come dire che non possono dimostrare in modo “positivo” e quindi costruttivo, la loro teoria, dunque cercano di avvalorarla mettendo in crisi la teoria opposta.
Procedono poi con una ulteriore selezione, eliminando tutto quel materiale che non torna utile alla loro teoria. Essi, in pratica, si rendono ciechi e sordi davanti alle testimonianza dei Sonderkommandos o dei Sanitater, fanno finta di ignorare le dichiarazioni trascritte dei discorsi in cui Hitler e gli altri grandi capi della gerarchia nazista dichiaravano a chiare lettere, senza possibilità di incomprensioni, la pulizia etnica in corso, come il famigerato congresso di Posen del 1943 o la Conferenza di Wannsee, di cui negano l'autenticità.
 
I negazionisti, insomma, secondo l'autrice metterebbero in dubbio la veridicità di alcune testimonianze simbolicamente importanti, per arrivare a sostenere che tutte siano state fraintese, più o meno volutamente, nel loro vero significato. Appigliandosi ai minimi errori commessi dai testimoni (sia da parte dei superstiti, sia da quella delle SS), i negazionisti saltano precipitosamente alla conclusione che, se il testimone si è sbagliato su un dettaglio, nulla garantisce che egli non sia sia sbagliato anche sul resto (è la logica del "Falsus in uno, falsus in omnibus").
 
superbaffo... tu appartieni alla categoria della "gente semplice"???
quale libro di autori revisionisti hai letto???
Come puoi confutare ciò che non conosci???

lei appartiene alla categoria della gente semplice?
lei è stato nei campi di concentramento?
lei ne sa di più della gente che ha vissuto quella tragedia ed ha testimoniato l'accaduto?


non mi pare ci sia altro da aggiungere
 
il razzismo crea solo divisione conflitto e odio verso gli altri.
Questi razzisti difendono Hitler, il più grande razzista,
e il nazismo
senza rendersi conto a cosa ha portato.

Negano l'olocausto... ne hanno bisogno...

perchè se realizzassero le atrocità e l'orrore
che ha prodotto questa ideologia
si vomiterebbero addosso.....
e sarebbe una bella catarsi
per diventare semplici esseri umani
 
I negazionisti, insomma, secondo l'autrice metterebbero in dubbio la veridicità di alcune testimonianze simbolicamente importanti, per arrivare a sostenere che tutte siano state fraintese, più o meno volutamente, nel loro vero significato. Appigliandosi ai minimi errori commessi dai testimoni (sia da parte dei superstiti, sia da quella delle SS), i negazionisti saltano precipitosamente alla conclusione che, se il testimone si è sbagliato su un dettaglio, nulla garantisce che egli non sia sia sbagliato anche sul resto (è la logica del "Falsus in uno, falsus in omnibus").

come già scritto Carlo Mattogno ha abbondantemente risposto alla SEMIOLOGA (la cui tesi di laurea era incentrata sulla figura di Cappuccetto Rosso) Valentina Pisanty nello scritto di 127 pagine a lei dedicato:
"L'irritante questione delle camere a gas, ovvero da Cappuccetto Rosso ad Auschwitz - Risposta a Valentina Pisanty"
La scritto è accessiile a chiunque, lo può leggere qua in pdf: http://www.vho.org/aaargh/fran/livres7/CMCappuccetto.pdf
La semiologa improvvisatasi esperta di olocausto NON ha MAI risposto a Carlo Mattogno, ho mandato personalmente tre e-mail alla signora chiedendole di rispondere... la risposta non è mai arrivata e - credo - mai arriverà.
 
lei appartiene alla categoria della gente semplice?
lei è stato nei campi di concentramento?
lei ne sa di più della gente che ha vissuto quella tragedia ed ha testimoniato l'accaduto?
non mi pare ci sia altro da aggiungere

1 - dal punto di vista della Shoah ho letto tutto il materiale revisionista a disposizione e tutti gli scritti degli storici che affermano che l'olocausto c'è stato, ho letto anche i vari libri di racconti di Primo Levi, Elie Wiesel e Shlomo Venezia... quindi non appartengo alla categoria dei sempliciotti, nel senso che non è facile infinocchiarmi con racconti sul sapone fatto con il grasso umano (affermazione di Simon Wiesenthal), sulla gente che entra nelle camere a gas pochi minuti dopo una gasazione senza maschera antigas e senza morire (affermazione di Shlomo Venezia), sulle fosse di incinerazione a cielo aperto dentro le quali venivano gettate le persone vive (cit. il libro "La Nuit" di Elie Wiesel), ecc... ecc...
2 - sì... li ho visitati, se mi chiede se ci sono stato nel 1943, la risposta è no.
3 - ovviamente sì... uno storico che si occupa della rivoluzione francese ha molte più informazioni sulla suddetta rivoluzione di un sanculotto che ha partecipato alla stessa. Il "testimone" è a conoscenza di pochi particolari, lo storico conosce il quadro completo perchè ha la possibilità di consultare TUTTE le testimonianze, cosa che ad un testimone non è possibile.
4 - a me sembra che ci sia tantissimo da aggiungere... siamo solo all'inizio, diciamo che abbiamo solo "sfiorato" l'argomento... non abbiamo ancora trattato le questioni tecniche.
 
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