C'E' SEMPRE UN MODO. ANCHE SE ANCORA NON LO CONOSCI. ANCHE SE ANCORA NON L'HAi TROVATO. MA C'E'

Bastava una parola, una parolina soltanto: bavaglio.
È la parola che da decenni faceva irruzione sulle pagine dei giornali, Repubblica in testa - commenti, titoloni, editoriali, retroscena - ogni qualvolta qualche sciagurato di politico si sognava di invocare un argine alla diffusione di intercettazioni che nulla avevano a che fare con le inchieste, e che invece venivano zelantemente trascritte, puntualmente depositate, immediatamente consegnate ai giornali e spudoratamente pubblicate.


«Legge bavaglio», veniva definito qualunque tentativo di mettere argine alla gogna.

Ecco, quella parola oggi è tabù.
Adesso che alla gogna finiscono gli uomini di Matteo Renzi, gli stessi giornali e gli stessi giornalisti che fino all'altro ieri gridavano al bavaglio hanno rimosso la parola dal dizionario.

Per rendersene conto basta dare un'occhiata alla rassegna stampa di questi giorni, e in particolare alla stampa più vicina al premier. Ieri sul tema si esibisce una cronista che alla parola bavaglio è affezionata: negli ultimi anni i suoi articoli hanno contenuto questa parola la bellezza di 360 volte, e sempre con riferimento ai tentativi di mettere argine alle intercettazioni irrilevanti.
Quasi un tic lessicale, verrebbe da dire.
Ebbene, adesso che si tratta di parlare dell'inchiesta di Potenza, e di come fatti privati siano finiti invano ai giornalisti, e di come si potrebbe combattere questo malcostume - e l'articolo lo fa, va detto, con precisione e buon senso - la parola «bavaglio» non compare mai, nemmeno una volta.
Quando i brogliacci servivano a dileggiare i nemici, chi si opponeva era marchiato come il sicario di un nuovo Minculpop.
Adesso che la stessa sorte tocca ai ministri renziani, della possibilità di imporre per legge un filtro al diluvio si parla laicamente, magari cautamente, un colpo al cerchio dei pm e uno alla botte dei politici amici.
Ma quella parola-anatema, «bavaglio», non compare più.
 
Anestesista non vuole essere disturbata e abbassa il volume dell’allarme dei respiratori: donna finisce in coma dopo il parto. E’ accaduto a Catanzaro, all’ospedale “Pugliese”. Il padre della paziente, l’oncologa Caterina Viscomi, ha fatto aprire una inchiesta. E dalle testimonianze degli altri medici dell’ospedale viene fuori che l’anestesista, Loredana Mazzei, nel frattempo morta, aveva delle strane tendenze al “misticismo esasperato”, qualcuno l’ha definita persino “emotivamente instabile”, tanto che le era stato vietato di entrare in sala operatoria da sola: ci doveva entrare con un tutor come supporto psicologico. Eppure le era stato permesso di chiedere di abbassare il volume degli allarmi dei respiratori, e così Caterina Visconti la notte del 6 maggio 2014, dopo aver partorito il suo primo figlio, è entrata in coma per mancanza di ossigeno.
 
“Prima Mollo aveva un lavoro come serigrafo (esperto di una tecnica di stampa legata alla seta), un appartamento che divideva con la compagna, sempre a Caluso in via Vittorio Veneto. Una vita normale. Poi la coppia si è separata, lui ha perso il lavoro e anche l’anziana mamma che abitava a Montanaro.

L’indigenza è arrivata in fretta: niente lavoro, soldi e auto. Per spostarsi usa una bicicletta. L’acqua per lavare la prende dal canale de Brissac, che scorre lì vicino. L’accampamento è pulito e ordinato. Mollo raccoglie l’immondizia e sistema le stoviglie nella tenda da cucina. Da un piccolo tronco d’albero ha ricavato un appendiabiti. E su altri rami ha affisso immagini sacre. I panni li lava in una bacinella e quando qualche amico lo ospita si fa una doccia.

Quando andiamo a trovarlo, martedì scorso sono le 12: per prepararsi un piatto caldo Mollo accende il fuoco dopo aver tagliato alcuni rami. Sulle tende ha fatto dei disegni, ed ha scritto una frase dedicata a un amico che è partito per l’Australia. Anche sulla chitarra, che è diventata il suo unico svago, ha disegnato dei simboli indiani. Dice di essere felice così.

«Ma se qualcuno mi offrisse un alloggio – confessa – lo accetterei volentieri, soprattutto quando fa freddo e piove. Qui sto bene: anche se sono stato costretto dalle necessità. Però mi sento libero. In mezzo alla natura il tempo scorre lento e lo passo a riflettere sull’esistenza o a dipingere. Se qualcuno viene a trovarmi lo accolgo volentieri, in uno spirito di condivisione».

A tenergli compagnia Aleandro, un delizioso cagnolino, felice come il padrone quando vede arrivare delle persone. Del caso di Mollo si è interessato il sindaco Mariuccia Cena.
Però, prima dei servizi sociali ha mandato i carabinieri.
 
«Mi avevano detto che un vagabondo si era accampato dietro l’ex Sferal – dice Cena – Così avevo pensato ad un balordo. Poi, compresa la situazione, abbiamo avvisato gli assistenti sociali del Cissac. Ora siamo alla ricerca di una soluzione, perché questa persona non può continuare a vivere in quelle condizioni degradate. Ho chiesto al sindaco di Chivasso la disponibilità di un posto nel dormitorio pubblico, mentre le assistenti sociali gli consegneranno dei buoni pasto, con i quali potrà almeno consumare un piatto caldo. Per il momento non possiamo fare di più»”.

Qualcun altro viene trattato in modo diverso .......che strano il mondo.
 
MILANO – Una novità sul bollo auto, almeno per chi abita in Lombardia.
La giunta regionale, con il disegno di legge sulla Semplificazione, ha stabilito la possibilità di domiciliazione bancaria del bollo auto, prevedendo uno sconto del 10% per gli utenti.
In buona sostanza, con il bollo si potrà fare ciò che già avviene per le bollette di luce, gas e telefono: chi lo paga in banca avrà un cospicuo sconto.

L’obiettivo della Regione è quello di ridurre l’evasione della tassa, molto alta anche in Lombardia: con lo sconto si mira ad abbassare il numero di chi dribbla la gabella.
L’assessore regionale al Bilancio, Massimo Garavaglia, ha spiegato: “Non essendo una tassa con una scadenza fissa, che dipende dalla data di acquisto del mezzo, in tantissimi casi di mancato pagamento abbiamo visto che si tratta di banali dimenticanze.
Dunque “con questo provvedimento vogliamo andare incontro agli utenti”.

Nella legge di Semplificazione, per inciso, è stata inserita anche la proroga della sanatoria sui mancati pagamenti del bollo auto: è stata allungata fino a settembre
la possibilità di mettersi in regola senza pagare more (la data di scadenza precedente era stata stabilità al 31 marzo).
 
La moglie entra in sala parto per partorire. Quando dà alla luce la bambina scoppia il putiferio. E' successo la settimana scorsa a Casagiove, in provincia di Caserta. La donna ha partorito una...

... bimba di colore e il marito, accecato dalla furia, ha sfasciato la vetrata della sala parto. Rabbia anche dei familiari che si sono resi conti dell'adulterio e hanno presa di mira il reparto.
:confused:
 
Il fatto che Renzi sia soddisfatto... mi inquieta :brr::confused:


Via libera definitivo alle riforme. Renzi: 'Giorno storico, ora chiediamo referendum'

L'opposizione non prende parte al voto. Boschi: 'Maggioranza ampia, risultato storico. Dopo trent'anni lavoro godiamoci il momento'

La Camera ha approvato il ddl Boschi sulla riforma della Costituzione con 361 sì e 7 no. Non hanno votato i deputati dell'opposizione. Il premier Renzi e il ministro delle riforme Boschi hanno definito 'storico' il risultato subito dopo il via libera.

Dopo due anni di lavoro, il Parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale! Grazie a quelli che ci hanno creduto". Lo scrive su Twitter il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e aggiunge l'hashtag #lavoltabuona.

"Godiamoci il momento, è un risultato storico dopo trent'anni di lavoro. Siamo molto soddisfatti", ha detto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi dopo il voto della Camera sulla riforma costituzionale. E ha sottolineato che la maggioranza è stata "ampia".

Soddisfatto anche Renzi: "una giornata storica per l'Italia, la politica dimostra di essere credibile e seria. Adesso noi chiederemo il referendum", ha detto il premier aggiungendo che "la politica ha dimostrato che riforma sè stessa e la democrazia vince".

SCHEDA: l'ABC del ddl Boschi

E dopo il voto della riforma costituzionale, documento di Roberto Speranza, Gianni Cuperlo e Sergio Lo Giudice, che guidano le tre aree della minoranza Pd: Bisogna adesso "riaprire il capitolo della legge elettorale per la Camera. Legge da rivedere nel capitolo su consistenza e modalità di attribuzione del premio di maggioranza, sul nodo dei capolista plurimi a rischio di costituzionalità e su quelli bloccati. D'altronde è in corso una raccolta di firme per i referendum che chiedono di modificare l'Italicum".

Berlusconi, riforma pericolosa, battaglia referendum - Una "riforma sbagliata e pericolosa": così Silvio Berlusconi che in una nota aggiunge: "Ci batteremo al referendum per difendere la Repubblica Italiana dalla voglia di potere di un premier mai eletto".
 

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