CERTE PERSONE SI DEFINISCONO TUTTE D'UN PEZZO... BISOGNA VEDERE PERO' CHE TIPO DI PEZZO!!

DANY1969

Forumer storico
:-o
:mumble: Anche a Voi, se pensate al nostro Premier, viene in mente lo stesso tipo di pezzo :-?:mmmm::d:... anche perchè i
suoi autoproclami e la boria con cui si loda emanano un odore che poco lascia alla fantasia :rottentomato::confused:
Di tutt'altro genere di pezzo il siciliano che ha dominato le Alpi :-o... Bravo Nibali :bow:
Buona settimana a tutti :)

W la bici :daisy:

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Non ricordo bene......ma gli 80 euro non dovrebbero andare a chi ha un reddito basso ....?????

Eugenia Pages, 31 anni, è cuoca. Nel 2015 si è vista riconoscere il bonus da 80 euro, salvo poi scoprire, quasi un anno dopo, che non ne aveva diritto.
Perché il suo reddito è stato troppo basso.

Ma se il bonus è stato erogato un po’ alla volta in busta, ora la ragazza deve restituire tutto in un’unica soluzione. E non è l’unica.
Nel 2015 si sono contati 1,4 milioni di italiani obbligati a rinunciare al bonus, praticamente uno ogni otto beneficiari dello sgravio.

Di questi 341mila avevano un reddito sotto i 7.500 euro all’anno. Un sacrificio, ma soprattutto una beffa
 
L’uso abnorme dei voucher e i notevoli sgravi contributivi irregolari registrati, impongono correttivi.

“Entro dieci giorni, porteremo in Consiglio dei Ministri il decreto”, lo ha detto il Ministro Poletti, parlando del decreto legislativo, che riformerà alcuni punti del Jobs Act, ed in particolare la regolamentazione dei Voucher.

Una forma di lavoro a cottimo, che seppur creata per gestire la regolarizzazione dei rapporti di lavoro per le attività stagionali, come ad esempio, le attività agricole, queste ultime sono coinvolte attualmente nell’acquisto di voucher per il solo 2 per cento;
 
VIGEVANO – Da mesi le mamme glielo andavano dicendo: gli zainetti per andare a scuola sono troppo pesanti.
Alla fine Alberto Panzarasa, preside di una scuola media di Vigevano ha deciso di vederci chiaro: si è messo di fronte alla porta della sua scuola
e con una bilancia ha pesato uno per uno i fardelli che i piccoli alunni erano costretti a portare. Il risultato: “Sono rimasto sbalordito”.

“In prima media – riferisce – la cartella più leggera pesava 8,4 kg e la più pesante 10 kg”.
E il bello è che il blitz non è neppure stato fatto nel giorno di massima zavorra:
“Gli insegnanti mi hanno riferito che in alcuni giorni gli zaini sono ancora più pesanti perché gli alunni devono portare a scuola i volumi triennali”.
 
“C’è mica Bitonci in sala? Sì, figurati se viene a vedere me. Da quando c’è lui a Padova anche il Palazzo della Ragione è passato dalla parte del torto. Bitonci sta facendo la lotta contro le Unioni civili, ha detto che lui non le celebrerà mai a Palazzo Moroni, ce l’ha così tanto con i gay che in confronto a lui Adinolfi (il leader del Popolo della famiglia, ndr) è Ricky Martin. Beh, Padova è figlia di Antenore, quindi siete abituati a essere governati da figli di troiani”.

“Ringrazio il signor Maurizio Crozza, per aver offeso dal palcoscenico me e i miei familiari, dandomi del figlio di tr… proprio nel giorno dell’anniversario della morte di mia mamma, scomparsa nel 2008 per un tumore, dopo mesi di agonia”.
 
E dire che la mattina era iniziata così: Bossetti come sempre al suo posto, nell’ aula di Bergamo, in polo a maniche corte. A prima vista granitico, come sempre.

Solo la demenzialità e la fame di notizie della nostra categoria può trasformare in un titolo per i contenitori della mattina un passaggio offerto alla moglie dall’ investigatore Ezio Denti: «Marita arriva in Porsche».

«Questa inchiesta è una follia! Una follia!». Ha messo tutto il cuore, nel suo j’ accuse contro le tante falle dell’ indagine, ha raccontato anche i dilemmi del collegio di difesa, i dubbi, il percorso consapevole che ha portato i difensori di Bossetti alla loro battaglia: «Sono padre di una ragazza, mi sono fatto tutte le domande: se avessimo trovato un solo elemento di colpevolezza, sia io che i miei colleghi avremmo abbandonato la difesa». Pausa: «Qui lavoriamo tutti gratis, non ci importa di diventare famosi, crediamo all’ innocenza di un uomo».
 
Non si dilunga. Ma spiega e demolisce, punta l’ indice accusatore: «Sapevate che sulla sabbia comprata da Bossetti quello che stavate suggerendo, che servisse per una sepoltura, non era vero! Lo sapevate, anzi peggio: voi avevate la prova che non fosse così. Avevate l’ agenda del direttore dei lavori del cantiere di Bossetti, persino le foto della gettata. Ma – affonda l’ avvocato – non l’ avreste mai resa nota se non lo avessimo scoperto nel controinterrogatorio del teste. È grave!».

Pausa: «Si conoscevano Yara e Bossetti? Non si conoscevano, ci dice il processo». Pausa: «Si sono parlati? Non c’ è traccia. Il giorno del rapimento Yara non comunica, nessun messaggio. Si sarebbero incontrati per una coincidenza?».
 
Salvagni diventa un caterpillar: «La calce nei polmoni di Yara non c’ è! Non c’ era! L’ avete messo nell’ ordinanza della custodia cautelare, e adesso sappiamo anche noi che non era vero!».
Pausa. «E allora perché lo avete fatto? Anche qui vi serviva una suggestione. Poter dire che era stata rapita da qualcuno che lavorava nel mondo dell’ edilizia. Invece era solo silicio – aggiunge Salvagni sarcastico – il quarto elemento più diffuso sulla terra! Volevate dirci che era qualcuno che lavorava in cantiere».

Pausa, battuta ad effetto: «Invece avrebbe potuto essere benissimo anche un direttore di banca che ha portato il corpo in un cantiere! Ma a voi serviva quella suggestione».
 
«Avete costruito un puzzle suggestivo, pieno di tasselli. Ma quando una tessera non torna, l’ avete buttata via. Ebbene – attacca sarcastico – le celle telefoniche non tornano, la sabbia non torna, le testimonianze, gli orari non tornano: a furia di buttare via quello che non vi serviva nel vostro puzzle non combacia più nulla!».

Non torna il famoso video dei furgoni illustrato in Aula dal colonnello Lago: «È stato un pacchetto dono, per tranquillizzare la gente, per avere il mostro, il pedofilo, il mentitore seriale».
Non torna la famosa «erba radicata», che serve all’ accusa per individuare il campo di Chignolo come luogo del delitto: «Lorusso sotto giuramento ha detto di averla vista, e persino che c’ è una foto agli atti. Bene, sapete che non c’ è!

Adesso sappiamo che non è vero, ha giurato il falso, per un ufficiale è gravissimo».
 

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