Val
Torniamo alla LIRA
Quasi ogni giorno scroscia dal mondo intero un diluvio di caveat agli inglesi che andranno a votare il 23 giugno: se sarà Brexit futuro torvo, catastrofi scontate per economia, finanza, moneta, commercio, lavoro.
E corollario di sondazioni di instabilità a livello globale.
Di Europa, la controparte del possibile divorzio in cantiere, si parla poco, ricorda “il Sole 24 Ore“.
Si sussurra di un piano nel cassetto, ma si incrociano le dita sperando che il referendum celebri il grande flop del partito del no.
«Non si può dire ad alta voce ma a questo punto, se uscisse, la Gran Bretagna farebbe all’Unione un favore maggiore che se restasse, perché i negoziati che seguirebbero sarebbero più facili e lineari e l’integrazione del continente o comunque dell’eurozona potrebbero finalmente fare un balzo in avanti»,
dice un diplomatico europeo.
E corollario di sondazioni di instabilità a livello globale.
Di Europa, la controparte del possibile divorzio in cantiere, si parla poco, ricorda “il Sole 24 Ore“.
Si sussurra di un piano nel cassetto, ma si incrociano le dita sperando che il referendum celebri il grande flop del partito del no.
«Non si può dire ad alta voce ma a questo punto, se uscisse, la Gran Bretagna farebbe all’Unione un favore maggiore che se restasse, perché i negoziati che seguirebbero sarebbero più facili e lineari e l’integrazione del continente o comunque dell’eurozona potrebbero finalmente fare un balzo in avanti»,
dice un diplomatico europeo.