CERTE PERSONE SI DEFINISCONO TUTTE D'UN PEZZO... BISOGNA VEDERE PERO' CHE TIPO DI PEZZO!!

Quasi ogni giorno scroscia dal mondo intero un diluvio di caveat agli inglesi che andranno a votare il 23 giugno: se sarà Brexit futuro torvo, catastrofi scontate per economia, finanza, moneta, commercio, lavoro.
E corollario di sondazioni di instabilità a livello globale.
Di Europa, la controparte del possibile divorzio in cantiere, si parla poco, ricorda “il Sole 24 Ore“.

Si sussurra di un piano nel cassetto, ma si incrociano le dita sperando che il referendum celebri il grande flop del partito del no.

«Non si può dire ad alta voce ma a questo punto, se uscisse, la Gran Bretagna farebbe all’Unione un favore maggiore che se restasse, perché i negoziati che seguirebbero sarebbero più facili e lineari e l’integrazione del continente o comunque dell’eurozona potrebbero finalmente fare un balzo in avanti»,

dice un diplomatico europeo.
 
Per chi non fosse convinto, un recente sondaggio, condotto in 8 paesi Ue, 6.000 intervistati, dice che il 33% in media degli europei voterebbe per la propria Brexit: in testa italiani (57%) e francesi (55).

Dove è il nucleo duro su cui costruire in democrazia? «L’idea europea è vuota perché partorita da intellettuali, il che spiega il suo genuino appello alla mente e il suo flebile appello al cuore», ripeteva il filosofo francese Raymond Aron.
 
“Siamo entrambi un po’ puntigliosi, non ci vediamo più”.
Così Raffaele Cantone a proposito dei suoi rapporti con Roberto Saviano.

“Continuo a volergli bene, ma non accetto questa sua tendenza nichilista” ha spiegato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione intervenendo al Festival Economia di Trento: “Come si fa a dire ‘non credo nella giustizia, credo alla bontà’? È una frase che fa rabbrividire, lascia perplessi”.

Quanto a Gomorra, il bestseller firmato da Saviano,

“è un prodotto eccellente ma di fantasia, si fa una operazione commerciale non corretta perché Napoli” non è assolutamente come viene rappresentata in Gomorra. “Alcuni quartieri romani – ha concluso – non sono meno pericolosi di certi quartieri di Napoli”.
 
“Avete mai visto una banca che manda a casa un amministratore delegato e non ne ha uno pronto? A me sembra che ci sia da prendere gli azionisti e mandarli tutti a casa”.

Alessandro Penati
, numero uno del fondo Atlante, dalla platea del festival dell’Economia di Trento attacca le fondazioni socie di Unicredit, che hanno spinto per l’uscita dell’amministratore delegato Federico Ghizzoni ma non si sono accordate sul nome del successore.

Penati è presidente di quella Quaestio sgr che – ufficialmente senza alcuna “spinta” pubblica – ha messo in campo il veicolo partecipato da tutti gli istituti che come prima operazione è intervenuto in soccorso proprio di Piazza Gae Aulenti facendosi carico integralmente dell’aumento di capitale da 1,76 miliardi della Popolare di Vicenza di cui Unicredit inizialmente si era fatta garante. E ora auspica che non sia necessario un intervento altrettanto massiccio per Veneto Banca, che ha bisogno di una ricapitalizzazione da 1 miliardo:

“Vediamo e speriamo. Ci sono tanti imprenditori veneti che speriamo se la comprino”.
Quanto alla Vicenza, “voglio dimostrare entro quest’anno che anche in Italia si possono fare delle ristrutturazioni“:
“Delle sorprese possono arrivare entro la fine dell’anno, possiamo tentare di trovare anche un partner: non siamo pazzi ma tentiamo”, ha aggiunto.
 
La scomparsa dell'on.Buonanno mi rattrista e considero una grande perdita per la lega.

In tutte le apparizioni televisive lo abbiamo visto sempre prendere le difese dei cittadini italiani, che metteva prima di tutto.
Simpatico e mai volgare, veniva seguito con molta attenzione dalle donne, durante le trasmissioni televisive in cui veniva invitato.

L'Italia e il suo popolo perde uno dei pochi difensori rimasti.Riposa in pace onorevole.
 
"Io amo tutti: alcuni amo averli attorno. Altri amo evitarli. Qualcuno amerei prenderlo a calci nel culo. Praticamente vivo di amore".

Era così il sindaco leghista di Borgosesia. Era così anche quando vestiva gli abiti da Europarlamentare. Ironico, diretto.
 
LECCO – 7^ edizione della ResegUp da record quella che si è corsa sabato 4 giugno sotto un meteo incerto e che ha incoronato i nuovi Re e Regina di Lecco: lo svizzero Pascal Egli e la compagna Katrina Villumsem, norvegese, hanno infatti vinto la skyrace lecchese con due tempi record che resteranno nella storia della gara.

24 km,
1800 metri di dislivello,
dal centro città fino alla vetta del Resegone e poi giù di nuovo in picchiata verso il traguardo in Piazza Cermenati a Lecco.


A chiudere la gara, ma non ultimo in 5 ore 53 minuti e 46 secondi, è stato l’84enne Severino Aondio, l’atleta più anziano alla sua seconda ResegUp.

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