Certificati di investimento - Cap. 2 (4 lettori)

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Banche: Fabi; -76 mld Npl in 2 anni, no nuova stretta Ue-Bce

ROMA (MF-DJ)--Le sofferenze delle banche italiane sono calate di quasi 76 miliardi di euro negli ultimi due anni, nell'ambito di un percorso che sta progressivamente riportando il settore alla redditivita', anche grazie al calo degli accantonamenti. La massa di crediti deteriorati e' diminuita da 360 miliardi del 2015 a 284 miliardi del 2017 e ulteriori riduzioni sono gia' previste da tutti i piani industriali, che indicano, per il periodo 2018-2020, una discesa dei non performing loan (npl) di oltre il 38%. Ne consegue che una nuova stretta normativa da parte dell'Unione europea danneggerebbe le banche del Sud Europa e le italiane in particolare: cio' perche' i livelli attuali di npl del settore bancario del Paese sono piu' che doppi rispetto alle sollecitazioni che si vorrebbero imporre. Quanto emerge da un rapporto della Fabi, principale sindacato del settore bancario, diffuso alla vigilia del Consiglio europeo in programma domani che discutera', nell'ambito del negoziato sull'Unione bancaria, la proposta, avanzata da Germania e Francia, di una forzatura regolatoria sulla pulizia dei bilanci delle aziende creditizie. Il tema sara' oggi al centro della riunione della Vigilanza della Bce. Tutto questo, secondo il report della Fabi, mentre nei portafogli dei colossi europei, assai meno osservati da parte dei regolatori, e' fortissimo il peso di asset finanziari ad alto rischio: sul totale degli attivi bancari, i derivati pesano il 17% in Inghilterra, il 16% in Francia e Germania contro il 9% dell'Italia. "Imporre vendite sotto pressione di crediti deteriorati favorisce il mercato degli speculatori, danneggiando le aziende bancarie e i loro lavoratori che hanno gia' contribuito al risanamento del settore", commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, secondo il quale "la Bce e i regolatori Ue dovrebbero preoccuparsi non solo del rischio di credito rappresentato dagli npl, stoppando la controproducente e ossessiva pulizia dei bilanci, ma anche delle minacce insite nelle banche del Nord Europa". La proposta franco-tedesca e' volta a ridurre le sofferenze lorde e nette rispettivamente al 5% e al 2,5% del totale degli impieghi. Ma, secondo l'analisi della Fabi, una nuova stretta normativa dettata dall'ossessione della solidita' a ogni costo, anche in un contesto di ripresa economica e di forte e fisiologico decremento dello stock di sofferenze e dei nuovi flussi in ingresso, ha un sapore anti-ciclico pericoloso. Proprio ora che il sistema bancario italiano ha ritrovato la strada della redditivita' grazie al calo drastico dei nuovi accantonamenti e al calo forte dello stock di crediti deteriorati. Il percorso di rientro dallo choc della crisi e' ben avviato. Le banche, peraltro, hanno deliberato ricapitalizzazioni per oltre 50 miliardi negli ultimi anni finalizzate a coprire le perdite indotte dalle rettifiche sui crediti malati e hanno alzato fortemente i tassi di copertura sui prestiti deteriorati. In questo contesto di svolta e di minori rettifiche le banche italiane sono tornate a produrre utili. Le stime Fabi indicano in 10 miliardi i profitti netti che le prime 10 banche potrebbero realizzare a fine 2018. "Piu' utili alle banche si traducono in maggiori dividendi agli azionisti e per questo - dichiara Sileoni - in sede di rinnovo contrattuale, chiederemo aumenti economici per tutti i lavoratori, che hanno contribuito, con 40mila pensionamenti e prepensionamenti volontari, a ridurre il costo del lavoro di circa 3 miliardi". Per la Fabi, le buone prospettive delle banche italiane, che potrebbero peggiorare di fronte a una nuova stretta normativa, sono supportate anche dalle valutazioni dell'Autorita' bancaria europea (Eba): il Roe (utile su capitale) delle banche italiane viene indicato (2017) al 9,1% contro il modesto 1,7% delle tedesche, il 6,4% delle francesi e il 3,9% delle inglesi. Oltre alla buona redditivita', le aziende bancarie del nostro Paese presentano anche rischi di mercato contenuti: per quanto riguarda il trading finanziario, sulle banche italiane pesa il 6% degli attivi rispetto al 18% delle francesi, del 19% delle tedesche e del 23% delle inglesi.


Vediamo se il Governo farà la sua parte...
 

albicocco

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Ma come non te lo hanno detto ? la Cannata sta andando in tribunale con i libri sottobraccio per dichiarare il default, il tribunale credo che sia a Berlino ! :jack:
La Cannata ha cannato sui derivati ( perdita 5mld) e ora si gode la maxi pensione, anzi no, sembra rediviva al Tesoro, come consulente gratuito perchè gli altri non sanno come muoversi Sempre peggio....
Toh, la ex signora del debito rispunta al Tesoro. Maria Cannata, sotto processo per danno erariale, recuperata come advisor | La Notizia giornale.it
 

marietto

Forumer storico
La Cannata ha cannato sui derivati ( perdita 5mld) e ora si gode la maxi pensione, anzi no, sembra rediviva al Tesoro, come consulente gratuito perchè gli altri non sanno come muoversi Sempre peggio....
Toh, la ex signora del debito rispunta al Tesoro. Maria Cannata, sotto processo per danno erariale, recuperata come advisor | La Notizia giornale.it

ho "cannato" il nome , ho scritto il primo fra quelli che mi venivano in mente, tutti fenomeni e c'era l'imbarazzo della scelta? ricordi Ciampi ? cosa non ci ha fatto perdere nel 92 per la difesa della lira che poi non è servito a nulla ? eppure è anche diventato Presidente della Repubblica , ovviamente non metto in discussione le qualità umane.
 

Nemo trader

Forumer storico
Buonasera a tutti..... Ho visto questo certificato xs1447046142 con sottostante unicredit...... Potrebbe essere una buona idea avendo io purtroppo in portafoglio XS1189333039 che scade il prossimo giugno???
 
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