Certificati di investimento - Cap. 2

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In USA preferisco le azioni perché i sottostanti utilizzati per i certificati sono molto volatili e, comunque, non di mio gradimento.

Prima c'era Apple, ma oggi lo vedo un pò appannato in quanto è sempre più assediata dai competitors che propongono prodotti similari a prezzi concorrenziali ed i multipli sono quelli che sono.

Piacerebbe anche a me qualche certificato in $ con sottostanti meno volatili o con migliori possibilità di crescita degli utili. Penso a Google, Facebook, Jonson&Jonson, MasterCard, Visa, PayPall, CocaCola, Pepsi, Colgate, Procter&Gable, Colgate, Henkel, Chevron, Exxon e similari.
 
In USA preferisco le azioni perché i sottostanti utilizzati per i certificati sono molto volatili e, comunque, non di mio gradimento.

Prima c'era Apple, ma oggi lo vedo un pò appannato in quanto è sempre più assediata dai competitors che propongono prodotti similari a prezzi concorrenziali ed i multipli sono quelli che sono.

Piacerebbe anche a me qualche certificato in $ con sottostanti meno volatili o con migliori possibilità di crescita degli utili. Penso a Google, Facebook, Jonson&Jonson, MasterCard, Visa, PayPall, CocaCola, Pepsi, Colgate, Procter&Gable, Colgate, Henkel, Chevron, Exxon e similari.

Una certa volatilità del sottostante è condizione necessaria per la creazione dello strumento certificato.
Pertanto i certificati USa in dollari poggiano di solito su sottostanti poco conosciuti in Europa e comunque non su quelli più noti tipo exxon o Coca- Cola, etc.
Se qualcuno li trova, fatelo sapere anche a me !!!
 
BNP ha messo la data di verifica il giorno prima dei risultati trimestrali. Guarda caso risultati ottimi (comunicati oggi) mentre fino a ieri buio profondo, come se nessuno sapesse i dati in anticipo.....
Comportamento sospetto..... e forse truffaldino !

quindi stai dicendo che nel 2013 BNP sapeva con esattezza il giorno in cui sarebbero stati rilasciati i dati trimestrali 4 anni dopo e come sarebbero stati...
 
Per chi come me ha certificati con sottostante TESLA:

Sono da incubo i conti della Tesla Motors di Elon Musk, che continua a bruciare denaro più che mai, archivia il trimestre estivo con il più pesante rosso di bilancio di sempre, e soprattutto sposta ancora in avanti gli ambiziosi target produttivi per la sua Model 3: l'auto elettrica con cui punta a fare il grande salto da costruttore di nicchia a produttore di massa.

Si allarga il rosso
L’azienda californiana ha annunciato ieri sera dopo il close di Wall Street di aver chiuso il terzo trimestre con una perdita netta di 671,45 milioni di dollari - pari a una perdita per azione di 3,7 dollari - rispetto all’utile di 30,01 milioni del terzo trimestre del 2016: nella versione adjusted, con l'esclusione cioé delle componenti straordinarie, la perdita per azione è stata di 2,92 dollari, molto peggio rispetto alla stima di consenso di 2,23 dollari.

Peggiori del previsto anche i dati sul free cash flow (negativo) dell'azienda di Palo Alto: per finanziare gli investimenti del suo impianto di produzione californiano di Fremont e della "gigafactory" di batterie in Nevada, Tesla ha bruciato nel terzo trimestre 1,42 miliardi di dollari. Più dei 1,16 miliardi del trimestre precedente e oltre il pronostico del mercato di 1,2 miliardi.

Salgono invece più delle attese i ricavi, che raggiungono quota 2,98 miliardi dai 2,79 miliardi del periodo periodo luglio-settembre del 2016 e contro una stima di consenso a 2,39 miliardi.

Nuovi ritardi di produzione
A peggiorare le cose, Musk ha anche confermato di aver sbagliato le previsioni e ha annunciato che si allungano i tempi per la platea di oltre 500 mila potenziali clienti in lista d'attesa per la Model 3, la nuova berlina economica che affianca da quest'estate le più costose Model S e Model X. La società stima adesso di poter produrre circa 5000 auto a settimana nell'ultima parte del primo trimestre 2018 - e non più già alla fine del 2017 come precedentemente preventivato.
 
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