Certificati di investimento - Cap. 2

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Chiusa ad ulteriori risposte.
Salve a tutti, sono un nuovo utente che ha avuto un problema col rimborso del certificate di natixis DE000A11AF26
è un certificato che pagava una cedola semestrale del 4,5% e che è scaduto a dicembre 2017.
La banca mi ha rimborsato un valore di 1000, tuttavia io penso che avrebbe dovuto rimborsare 1045, in pratica hanno rimborsato il valore nominale senza pagare l'ultima cedola. Vorrei sapere se qualcuno di voi aveva questo certificato e quanto vi è stato rimborsato, per capire se ho ragione io oppure hanno sbagliato loro. Ho provato a cercare sul sito di borsaitaliana ma non ho trovato nessuna info sul valore di rimborso. I sottostanti erano tutti sopra la barriera, non trovo più nemmeno il prospetto su internet (che però avevo letto quando avevo acquistato il certificato). Dal sito certificatiederivati.it sembra che dovesse rimborsare 1045.
Ho sentito in banca e loro dicono che è corretto il rimborso a 1000 senza cedola.
Ringrazio anticipatamente il forum
Saluti
Certificato che avevo in portafoglio e rimborsato il giorno 3 gennaio con Fineco per un importo complessivo di 1045,00€ a certificato.
L'operazione è stata suddivisa tra rimborso capitale e pagamento cedola.
 
Controllando in chiusura, verificati 2 eseguiti:
IT0005279283 (incremento)
NL0012161590 (dopo la pesante chiusura di DB, timido ingresso sul certificato)
 
Salve a tutti, sono un nuovo utente che ha avuto un problema col rimborso del certificate di natixis DE000A11AF26
è un certificato che pagava una cedola semestrale del 4,5% e che è scaduto a dicembre 2017.
La banca mi ha rimborsato un valore di 1000, tuttavia io penso che avrebbe dovuto rimborsare 1045, in pratica hanno rimborsato il valore nominale senza pagare l'ultima cedola. Vorrei sapere se qualcuno di voi aveva questo certificato e quanto vi è stato rimborsato, per capire se ho ragione io oppure hanno sbagliato loro. Ho provato a cercare sul sito di borsaitaliana ma non ho trovato nessuna info sul valore di rimborso. I sottostanti erano tutti sopra la barriera, non trovo più nemmeno il prospetto su internet (che però avevo letto quando avevo acquistato il certificato). Dal sito certificatiederivati.it sembra che dovesse rimborsare 1045.
Ho sentito in banca e loro dicono che è corretto il rimborso a 1000 senza cedola.
Ringrazio anticipatamente il forum
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Benvenuto...
Errore della banca... però sarebbe importante presentare il prospetto...
 
Salve a tutti, sono un nuovo utente che ha avuto un problema col rimborso del certificate di natixis DE000A11AF26
è un certificato che pagava una cedola semestrale del 4,5% e che è scaduto a dicembre 2017.

Ringrazio anticipatamente il forum
Saluti

Anch'io penso come Maurizio che il rimborso avrebbe dovuto essere a 1000 + cedola finale del 4,5%. Qui penso ci sia tutto : Equity Solutions, innovative investment solutions
 
Ringrazio tutti quelli che hanno già risposto alla mia domanda, ho ritrovato il prospetto sul sito postato da amanita. Visto che il certificate era quotato sul sedex non esiste un documento o un avviso in cui scrivono il valore di rimborso del certificato? Comunque guardando il prospetto (che mi ricordo di aver guardato a suo tempo quando effettuai l'aquisto) mi sembra ci siano pochi dubbi.
Comunque scandaloso quello che è successo con la banca... E se non mi fossi accorto di nulla? bisogna sempre fare attenzione ma questo mi sembra troppo... adesso speriamo di risolvere
 
Ringrazio tutti quelli che hanno già risposto alla mia domanda, ho ritrovato il prospetto sul sito postato da amanita. Visto che il certificate era quotato sul sedex non esiste un documento o un avviso in cui scrivono il valore di rimborso del certificato? Comunque guardando il prospetto (che mi ricordo di aver guardato a suo tempo quando effettuai l'aquisto) mi sembra ci siano pochi dubbi.
Comunque scandaloso quello che è successo con la banca... E se non mi fossi accorto di nulla? bisogna sempre fare attenzione ma questo mi sembra troppo... adesso speriamo di risolvere

Scrivi quale banca è così incompetente, così la possiamo evitare tutti!
 
IN PRIMO PIANO
Tonfo a Wall Street. Ecco perché è cambiato il vento sui mercati
di Morya Longo
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La narrazione che per mesi ha guidato le Borse sui massimi storici, negli ultimi due giorni è stata scossa dalle fondamenta. È per questo che i listini nell'ultima seduta della settimana hanno chiuso in forte calo, con Wall Street che ha registrato la peggior performance da quando Donald Trump è stato eletto presidente: perché il film che nelle sale operative tutti proiettano da mesi ha subìto un'improvviso cambio di copione. Forse nei prossimi giorni tutto tornerà come prima. Forse i campanelli d'allarme smetteranno di suonare. Ma ciò che è accaduto in questi ultimi giorni dimostra quanto i mercati finanziari siano appesi a un filo sottile. È infatti bastato un venticello contrario per far cadere non solo Wall Street di oltre il 2%, ma anche tutti gli altri listini: Londra -0,63%, Parigi -1,64%, Francoforte -1,68%, Madrid - 1,81% e Milano -1,44%. Ed è bastato per far salire i rendimenti dei titoli di Stato bruscamente, sia negli Usa (dove il Treasury decennale è arrivato al 2,85%) sia in Europa (il BTp decennale è arrivato al 2,04%).

Per capire la caduta delle Borse di questi ultimi giorni bisogna prima comprendere i motivi per cui fino alla settimana scorsa Wall Street e i listini di tutto il mondo correvano come forsennati. A guidare le Borse sui massimi storici sono stati per molti mesi quattro concetti condivisi da tutto il mondo finanziario.

Uno: che l'economia anche quest'anno crescerà in tutto il mondo sincronizzata. Si stima che solo 6 Paesi su 206 al mondo possano chiudere il 2018 ancora in recessione. Se così fosse sarebbe il record da molti decenni.

Due: che l'inflazione, pur più elevata rispetto a qualche anno fa, resterà bassa e sotto gli obiettivi delle banche centrali.

Tre: che proprio grazie alla bassa inflazione le banche centrali potranno ridurre gli stimoli monetari molto, ma molto, lentamente.

Quattro: che questo contesto di crescita economica e di tassi ancora bassi possa pompare gli utili delle aziende. A livello mondiale si attende per il 2018 una crescita dei profitti del 12%: quasi il doppio della media storica.

Questo scenario ha guidato le Borse sui massimi storici. Ma negli ultimi giorni alcune notizie hanno cambiato la percezione dei mercati. O meglio: hanno insinuato qualche dubbio su uno scenario tanto ottimistico.

Le preoccupazioni sono partite in Germania (non a caso quella di Francoforte è tra le Borse peggiori nelle ultime sedute), dove il sindacato IG Metall chiede consistenti aumenti salariali: questo - teme il mercato - potrebbe far salire l'inflazione nel Paese oltre le attese, spingendo la Bce a chiudere il quantitative easing (cioè la politica di stimoli) prima del previsto. Ieri questi stessi timori si sono estesi agli Stati Uniti, dove si è appreso che a gennaio i salari sono aumentati del 2,9%. Una buona notizia per i lavoratori (si tratta dell'incremento maggiore dal 2009) è subito diventata un pessimo segnale per i mercati: se salgono i salari - si pensa in Borsa - l'inflazione può crescere davvero, e questo potrebbe indurre la Federal Reserve ad alzare i tassi più velocemente del previsto.

Questo timore è diventato ancora più pressante quando il presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, ha lasciato intendere che nel 2018 la Fed potrebbe alzare i tassi più di tre volte. Apriti cielo: per mercati ormai anestetizzati dalle iniezioni di liquidità delle banche centrali e dalla politica dei tassi bassi, si è trattato di un sonoro schiaffo. In questo contesto, anche la convinzione che gli utili aziendali saliranno abbondantemente nel 2018 è stata incrinata ieri da alcune notizie controcorrente: Deutsche Bank e BT Group hanno deluso sui conti in Europa, mentre Exxon Mobil e Chevron l'hanno fatto in America.

Morale: lo storytelling che per mesi ha guidato i mercati verso l'alto improvvisamente si è incrinato. E il mercato, che è tutto orientato verso il rialzo delle Borse, è stato preso in contropiede. In molti casi sono anche scattate le vendite degli algoritmi, che producono il 66% degli scambi sulle Borse mondiali, alimentando i ribassi. Forse lunedì il cielo tornerà sereno. Ma i mercati in questi giorno un monito l'hanno lanciato.
 
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