Certificati di investimento - Cap. 2

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PUNTO 1-Banche, ok da Parlamento europeo a regole più morbide su gestione nuovi Npl

MILANO, 6 dicembre (Reuters) - Il Parlamento europeo ha approvato le nuove regole bancarie che ammorbidiscono i requisiti per le coperture sulle potenziali perdite derivanti dai nuovi crediti deteriorati.

Le modifiche definite dalla Commissione per gli affari economici del Parlamento europeo dovranno essere approvate dai governi Ue prima di essere convertite in legge.

Si tratta di un'attenuazione delle norme concordate dai governi Ue, che a sua volta erano state ammorbidite rispetto alla precedente proposta della Commissione Ue, ma che hanno trovato dei gruppi di opposizione che considerano le nuove prescrizioni sugli Npl eccessivamente accomodanti.

"Questo non è un approccio prudente e non porta alla riduzione dei rischi che dobbiamo raggiungere nei bilanci delle banche europee", ha commentato Sven Giegold, un parlamentare verde che ha votato contro il testo.

In linea con il compromesso raggiunto dagli stati Ue, i parlamentari europei hanno appoggiato un testo che prevede che i crediti non garantiti che si trasformano in deteriorati dovranno essere interamente svalutati in tre anni, anziché nei due anni proposti dalla Commissione Ue.

Così come, in base al testo approvato oggi, l'avvio per l'applicazione delle nuove regole non sarà retrodatato a marzo 2018, come nelle proposto della Commissione.

Confermata anche la tempistica di nove anni per una completa svalutazione dei crediti non performing garantiti da immobili.

L'ammorbidimento delle norme avallato dal Parlamento riguarda il cosiddetto 'provisioning calendar'. Secondo il testo votato le banche avrebbero requisiti meno stringenti per coprire le perdite sui deteriorati.

Gli stati Ue hanno concordato che le banche debbano accantonare almeno il 35% della loro esposizione verso i crediti non garantiti due anni dopo il loro passaggio a deteriorati, con una completa copertura dopo tre anni. Ma il parlamento ha cancellato il requisito intermedio.

Per i crediti garantiti, la tempistica di una completa copertura sarebbe meno stringente negli anni intermedi prima della scadenza sul requisito finale.
 
Opec: con taglio di 1,2 milioni di barili al giorno il Brent tornerà a 70 dollari (analisti)
06/12/2018 12:05 di simone borghi

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Oggi parte il meeting dell’Opec che potrebbe decidere di tagliare la produzione di petrolio ed evitare così un crollo dei prezzi. Le indiscrezioni parlano di un possibile taglio dell’output nell’ordine del milione di barili al giorno per almeno sei mesi.
Il messaggio dopo il vertice del G-20 in Argentina è stato abbastanza chiaro: la Russia ha voluto continuare la sua cooperazione con l’Arabia Saudita fino al 2019, ponendo le basi per i tagli alla produzione che saranno annunciati alla riunione dell’Opec che aprirà oggi i lavori e si concluderà domani. Lo si legge in un report di Warren Patterson, Commodities Strategist di ING.
L’altra grande incognita è come il Presidente Usa Trump reagirà a qualsiasi taglio della produzione. “Mentre crediamo che Trump sarà riluttante a peggiorare la situazione, è probabile che i sauditi scelgano con molta attenzione la formulazione di qualsiasi dichiarazione riguardo ai tagli” sostiene l’analista di ING.
“Riteniamo che l’Opec e la Russia dovranno mettersi d’accordo per un taglio di circa 1,2 milioni di barili al giorno per i primi sei mesi del prossimo anno. Una riduzione di queste dimensioni dovrebbe lasciare il mercato in equilibrio nel 2019” spiega Patterson, sottolineando che, in questo caso, “il Brent dovrebbe tornare a 70 dollari al barile nel breve termine”.
“Crediamo che tutto ciò che è al di sotto di un taglio di 1 milioni di barili al giorno sarà considerato ribassista dal mercato, in quanto questo lascia ancora il mercato con un surplus abbastanza consistente anche nel primo semestre 2019, anche considerando i tagli annunciati dal Canada” conclude l’analista di ING.



Speriamo che ENI si risollevi...…

e anche TOTAL suvvia...






Tag: opec
 
Opec: con taglio di 1,2 milioni di barili al giorno il Brent tornerà a 70 dollari (analisti)
06/12/2018 12:05 di simone borghi

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Oggi parte il meeting dell’Opec che potrebbe decidere di tagliare la produzione di petrolio ed evitare così un crollo dei prezzi. Le indiscrezioni parlano di un possibile taglio dell’output nell’ordine del milione di barili al giorno per almeno sei mesi.
Il messaggio dopo il vertice del G-20 in Argentina è stato abbastanza chiaro: la Russia ha voluto continuare la sua cooperazione con l’Arabia Saudita fino al 2019, ponendo le basi per i tagli alla produzione che saranno annunciati alla riunione dell’Opec che aprirà oggi i lavori e si concluderà domani. Lo si legge in un report di Warren Patterson, Commodities Strategist di ING.
L’altra grande incognita è come il Presidente Usa Trump reagirà a qualsiasi taglio della produzione. “Mentre crediamo che Trump sarà riluttante a peggiorare la situazione, è probabile che i sauditi scelgano con molta attenzione la formulazione di qualsiasi dichiarazione riguardo ai tagli” sostiene l’analista di ING.
“Riteniamo che l’Opec e la Russia dovranno mettersi d’accordo per un taglio di circa 1,2 milioni di barili al giorno per i primi sei mesi del prossimo anno. Una riduzione di queste dimensioni dovrebbe lasciare il mercato in equilibrio nel 2019” spiega Patterson, sottolineando che, in questo caso, “il Brent dovrebbe tornare a 70 dollari al barile nel breve termine”.
“Crediamo che tutto ciò che è al di sotto di un taglio di 1 milioni di barili al giorno sarà considerato ribassista dal mercato, in quanto questo lascia ancora il mercato con un surplus abbastanza consistente anche nel primo semestre 2019, anche considerando i tagli annunciati dal Canada” conclude l’analista di ING.



Speriamo che ENI si risollevi......






Tag: opec


Il ministro dell'Energia saudita, Khalid Al-Falih, ha dichiarato, a margine dell'assemblea dell'Opec di Vienna : "Qualsiasi taglio della produzione da parte di Opec non sarà eccessivo". Contribuisce alla discesa del greggio anche la dichiarazione del ministro del Petrolio iraniano, Bijan Namdar Zangeneh, che ha annunciato la contrarietà di Teheran a diminuire l'attività di estrazione.
 
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