NoWay
It's time to play the game
ok ho controllato sul sito di unicredit, dovrebbe essere 0,3% annuo + 0,1% alla fine se sopra strike... abbastanza miserino oserei dire
Sì, stando al sito Unicredit, la scheda C&D dovrebbe essere sbagliata...
ok ho controllato sul sito di unicredit, dovrebbe essere 0,3% annuo + 0,1% alla fine se sopra strike... abbastanza miserino oserei dire
Basket da brividiParlavate di coinbase ?
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Non dipende dal rendimento?
Era questo quello che mi chiedevo, se vi era un btp simile per scadenza e rendimento a mercato e vedere la sua quotazione, immaginando che il btp futura possa avere lo stesso valore.
In sintesi, se un btp con simile rendimento e scadenza quotasse102, è facile immaginare che il btp futura possa quotare anch’esso 102.
In questo caso potrebbe convenire prenderlo in sottoscrizione e, casomai, rivenderlo dopo poco con un guadagno del 2% lordo.
Il primo Btp credo sempre futura o Italia, ora quota oltre i 106, in questo caso lo mantengo ancora in ptf.
Tutto vero, impossibile calcolare il fair value di un certificato. Però ci sono 2 modi (anzi 3) per capire se un certo prezzo è conveniente o no:
1. Vedere gli scostamenti tra prezzo del certificato e prezzo dei sottostanti. A volte un sottostante si muove bruscamente e il certificato non si adegua subito, oppure repricing del certificato.
2. Confrontare 2 certificati che hanno circa la stessa configurazione. I famosi certificati "gemelli".
3. Seguire questo forum dove altri fanno proprio questo monitoraggio intraday e segnalano queste situazioni. Ovviamente nessuna responsabilità per nessuno, le imbeccate vanno tutte verificate!!!!
Comunque anche calcolare il fair value di un'azione è complicatissimo. Il prezzo non si basa sui dati di oggi ma quasi esclusivamente su aspettative, rumours di cui spesso si scopre l'esistenza quando è già tardi e infine una buona dose di casualità (almeno nell'intraday).
Sul punto 1 mi riferisco alle "inefficienze" del sistema, come ad esempio il mancato aggiornamento dei prezzi del MM quando i sottostanti hanno fatto movimenti repentini o ci sono alte variazioni in premarket.Non lo so, in questo non trovo un modello che mi piace.
Questo è un benchmark che ho fatto per cercare di assegnare un "max drawdown" al certificato X, usando gli andamenti di alcuni certificati "gemelli" durante la pandemia. Ma è un'attività che ho trovato parecchio lacunosa e che tra la ricerca dei certificati benchmark e l'analisi dei sottostanti (per vedere a esempio se erano confrontabili come volatilità) mi portava via troppo tempo e somigliava al "cerca trova" di Vasari.
A volte però sono "viziate" dalla propria attitudine al rischio e dal relativo modello decisionale, che porta a trascurare parametri che magari per qualcun altro sono importanti.
Calcolare il fair value di un'azione è molto più semplice di un certificato perché esistono modelli (cioè formule) universali in finanza, che uno li consideri validi o meno, in cui basta mettere numeri che sono liberamente a disposizione. Così si può vedere anche quanta fiducia c'è sopra il prezzo e darsi una regolata.
Per non parlare appunto delle serie storiche.
Per i certificati invece i numeri da mettere nelle formule ci sono, ma mancano le formule. Non esistono modelli matematici universali che schematizzino questo o quel certificato. Anche sapendo che c'è dentro, il retail non ha alcun accesso al prezzo dei componenti.
Sul punto 1 mi riferisco alle "inefficienze" del sistema, come ad esempio il mancato aggiornamento dei prezzi del MM quando i sottostanti hanno fatto movimenti repentini o ci sono alte variazioni in premarket.
Si tratta comunque di operazioni mordi e fuggi.
Per il resto convengo con le tue risposte.
Proprio per questo, ritengo che la strategia migliore per me sia quella di avere sempre certificati ampiamente "in the money" cioè con sottostanti sopra strike e giocarsi il rendimento sulla variazione di volatilità e sul tempo che passa (theta). Se voglio più rendimento cerco un sottostante altamente volatile o con tempo di autocall più lontano, ma in ogni caso sempre sottostanti sopra strike. In questo modo una parte delle variabili (appunto incalcolabili e imponderabili) cerco di escluderla a costo di perdere un pò di rendimento. Viceversa, avere un certificato che ha sottostanti sotto strike subisce molte più fluttuazioni che magari portano più gain, ma che sono più incontrollabili, per me troppo. Piuttosto se penso che un'azione debba salire mi compro l'azione stessa e non il certificato.