Ieri sera i mercati sentivano odore di default e il dollaro, che negli ultimi 12 mesi ha perso il 20% sul rublo, saliva del 2,8% a quota 57. Questo perche'' il Dipartimento del Tesoro Usa non rinnovera'' l''esenzione alla Russia che da fine febbraio, quando ha invaso l''Ucraina, al 25 maggio ha permesso a Mosca di pagare i bond emessi in dollari ai creditori. Questo significa, scrive MF, che una volta scaduta la data di stacco cedola o la vita di un''emissione, scattano i 30 giorni di grazia per il debitore, terminati i quali, se gli investitori esteri non ricevono i pagamenti in conto corrente, chi ha emesso l''obbligazione va in default. Sarebbe il terzo default dopo il 1917 (era sul debito estero) e il 1998 (in quel caso sul debito interno). Si tratterebbe forse del primo caso nella storia di un fallimento tecnico di un Paese, visto che grazie a gas e petrolio la Russia ha la liquidita'' necessaria per pagare. Ieri il ministero delle Finanze di Mosca ha risposto che rimborsera'' il debito estero in rubli "con la possibilita'' di convertirli successivamente nella valuta originale tramite il National Settlement Depository che fungera'' da agente-pagatore". Se si va a leggere la nota del Dipartimento del Tesoro Usa, viene specificato che "il disinvestimento, il trasferimento, ogni tipo di facilitazione in questo senso nei confronti di istituzioni finanziarie russe per quanto riguarda il debito e le azioni non e'' ammesso da parte dei cittadini statunitensi". A indicare forse che gli americani non possono accettare il pagamento dei bond russi su cui avevano investito a prescindere dalla valuta.
Pur di far defaultare la Russia, sacrificano i creditori...