Certificati di investimento - Capitolo 9

💵Gli Stati Uniti cercano di interrompere la fuga dei capitali e il crollo del Dollaro con le stablecoin centralizzate.


Il sistema finanziario globale è sul punto di essere riscritto. A guidare questa metamorfosi non è un consorzio multilaterale né un’iniziativa tecnologica emergente, ma gli Stati Uniti stessi. Con una strategia tanto ambiziosa quanto rischiosa, Washington intende orchestrare un doppio obiettivo apparentemente contraddittorio: svalutare il dollaro per rilanciare la manifattura domestica e, contemporaneamente, consolidarne il ruolo di valuta di riserva globale. Per riuscirci, l’amministrazione Trump ha deciso di volgere lo sguardo al mondo delle criptovalute. In un atto che segna una clamorosa inversione di rotta rispetto alla retorica del passato, la Casa Bianca ha avviato una serie di iniziative per costruire un’infrastruttura nazionale attorno a Bitcoin e alle stablecoin, valute digitali ancorate a riserve in dollari. Il primo passo è stato la creazione di una riserva strategica di Bitcoin—una mossa che posiziona il governo federale al centro di un settore che fino a poco tempo fa veniva etichettato come minaccia alla stabilità finanziaria.
Ma perché Trump, notoriamente ostile alle criptovalute, ha abbracciato il mondo digitale? La risposta è tanto politica quanto economica. Sul fronte interno, la manovra rafforza il legame con una base elettorale sempre più diffidente verso le istituzioni tradizionali. Sul piano geopolitico, invece, si tratta di un tentativo calcolato di evitare che la fuga dei capitali dal dollaro finisca nelle mani dell’euro o, peggio, dello yuan. Offrendo un’alternativa digitale sotto controllo americano, si crea un nuovo canale per assorbire le pressioni deflattive sulla valuta senza cedere potere. La Casa Bianca ha poi rafforzato la propria posizione ospitando il primo Digital Assets Summit, dove il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha dichiarato senza mezzi termini: “Manterremo il dollaro come valuta di riserva dominante nel mondo… attraverso le stablecoin.”
Dietro queste parole si nasconde una rivoluzione monetaria in piena regola. Due leggi in discussione al Congresso—lo Stable Act e il Genius Act—prevedono che solo istituzioni regolamentate possano emettere stablecoin coperte da riserve interamente denominate in dollari.
JP Morgan ha lanciato la propria moneta digitale, la JPM Coin, mentre Wells Fargo esplora modelli di deposito tokenizzato. Circle, società dietro USDC, sta integrando il proprio token nei circuiti di pagamento globali, inclusi quelli di Visa.
La domanda ora è se ci troviamo di fronte a un nuovo free banking digitale, come nel XIX secolo, quando negli Stati Uniti le banche emettevano monete proprie, in concorrenza tra loro.
 
💵Gli Stati Uniti cercano di interrompere la fuga dei capitali e il crollo del Dollaro con le stablecoin centralizzate.


Il sistema finanziario globale è sul punto di essere riscritto. A guidare questa metamorfosi non è un consorzio multilaterale né un’iniziativa tecnologica emergente, ma gli Stati Uniti stessi. Con una strategia tanto ambiziosa quanto rischiosa, Washington intende orchestrare un doppio obiettivo apparentemente contraddittorio: svalutare il dollaro per rilanciare la manifattura domestica e, contemporaneamente, consolidarne il ruolo di valuta di riserva globale. Per riuscirci, l’amministrazione Trump ha deciso di volgere lo sguardo al mondo delle criptovalute. In un atto che segna una clamorosa inversione di rotta rispetto alla retorica del passato, la Casa Bianca ha avviato una serie di iniziative per costruire un’infrastruttura nazionale attorno a Bitcoin e alle stablecoin, valute digitali ancorate a riserve in dollari. Il primo passo è stato la creazione di una riserva strategica di Bitcoin—una mossa che posiziona il governo federale al centro di un settore che fino a poco tempo fa veniva etichettato come minaccia alla stabilità finanziaria.
Ma perché Trump, notoriamente ostile alle criptovalute, ha abbracciato il mondo digitale? La risposta è tanto politica quanto economica. Sul fronte interno, la manovra rafforza il legame con una base elettorale sempre più diffidente verso le istituzioni tradizionali. Sul piano geopolitico, invece, si tratta di un tentativo calcolato di evitare che la fuga dei capitali dal dollaro finisca nelle mani dell’euro o, peggio, dello yuan. Offrendo un’alternativa digitale sotto controllo americano, si crea un nuovo canale per assorbire le pressioni deflattive sulla valuta senza cedere potere. La Casa Bianca ha poi rafforzato la propria posizione ospitando il primo Digital Assets Summit, dove il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha dichiarato senza mezzi termini: “Manterremo il dollaro come valuta di riserva dominante nel mondo… attraverso le stablecoin.”
Dietro queste parole si nasconde una rivoluzione monetaria in piena regola. Due leggi in discussione al Congresso—lo Stable Act e il Genius Act—prevedono che solo istituzioni regolamentate possano emettere stablecoin coperte da riserve interamente denominate in dollari.
JP Morgan ha lanciato la propria moneta digitale, la JPM Coin, mentre Wells Fargo esplora modelli di deposito tokenizzato. Circle, società dietro USDC, sta integrando il proprio token nei circuiti di pagamento globali, inclusi quelli di Visa.
La domanda ora è se ci troviamo di fronte a un nuovo free banking digitale, come nel XIX secolo, quando negli Stati Uniti le banche emettevano monete proprie, in concorrenza tra loro.

ma una cosa simile non ha successo solo se vengono comprate massicciamente queste stable coin?
 
Vontobel s'è portata avanti con il ponte...
Vontobrut se non rimborsa nemmeno domani il DE000VD39CH4 allunga per il terzo contro premio award del forum dopo il contro premio 5 punti di spread (record!) che su alcuni certificati facevano oltre il 7 per cento e il contro premio prodotti in bo appena si è alzata la volatilità
Vuole anche il contro premio rimborsi in ritardo, per fare l'en plein 🥇🥈🥉🏅🎖️

Per arrivare a sti livelli UBS ne deve fare di strada...
 

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