(Reuters) - La questione di come, quando e se fissare un tetto ai prezzi del gas dominerà oggi un'altra riunione degli Stati membri dell'Unione europea, alla ricerca di un piano comune per abbattere i prezzi del gas, un compromesso che da settimane continua a sfuggire.
I 27 Paesi Ue stanno pianificando la prossima mossa per domare l'impennata dei prezzi dell'energia e proteggere i consumatori dall'aumento delle bollette, con l'Europa che si avvia ad ampie falcate verso un inverno caratterizzato dalla scarsità di gas russo, dalla crisi del costo della vita e dalle ombre di una recessione incombente.
I ministri dell'Energia, riuniti a Praga, cercheranno di fornire istruzioni più chiare alla Commissione europea su quelle che dovrebbero essere le proposte per le prossime misure energetiche d'emergenza del blocco.
"Siamo tutti d'accordo sulla necessità di fare qualcosa di più. I meccanismi esatti potrebbero richiedere del tempo", ha detto il ministro irlandese per il Clima, Eamon Ryan, arrivando alla riunione.
La commissaria per l'Energia, Kadri Simson, ha detto che Bruxelles proporrà nuove misure la prossima settimana e che qualsiasi ulteriore misura a livello europeo dovrebbe essere sostenuta da un "ampio consenso" tra i Paesi.
Ma questo ampio consenso è stato, fino ad ora, difficile da raggiungere.
Con i prezzi del gas più alti di quasi il 90% rispetto a un anno fa, la maggior parte dei Paesi Ue si è detta favorevole ad un tetto al prezzo del gas, ma è sulle modalità di questo tetto che manca l'accordo.
I colloqui tra i leader della scorsa settimana non sono serviti a chiarire la questione. Le discussioni sono andate "in tutte le direzioni", ha riferito un diplomatico Ue in merito alle numerose opzioni ventilate, tra cui un tetto al prezzo di tutto il gas, del gas dei gasdotti o solo del gas utilizzato per produrre elettricità.
"Dobbiamo disaccoppiare i prezzi dell'energia, i prezzi del gas da quelli dell'elettricità", ha detto il ministro svedese dell'Energia, Khashayar Farmanbar, indicando come esempio lo schema nazionale di Spagna e Portogallo per limitare il prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia.
Entrambi i Paesi hanno messo in atto tale regime a giugno, contribuendo a contenere i prezzi locali dell'energia elettrica. Un alto funzionario Ue ha detto che si sta rafforzando il sostegno per l'introduzione di questo sistema in tutta la Ue, anche se alcuni avvertono che potrebbe aumentare la domanda di gas, dal momento che l'uso di gas in Spagna è aumentato con la misura.
Alcuni Paesi, tra cui la Germania, il più grande consumatore di gas d'Europa, si oppongono a un ampio tetto ai prezzi, temendo che l'inverno prossimo l'Europa faticherà ad attirare forniture dai mercati globali competitivi dal punto di vista dei prezzi.
La Germania e i Paesi Bassi hanno presentato le proprie proposte prima dell'incontro di oggi, suggerendo 10 misure "senza rimpianti" da parte Ue, tra cui un nuovo prezzo di riferimento per il gas naturale liquefatto, obiettivi più severi di risparmio di gas e la negoziazione di prezzi più bassi con altri fornitori, come la Norvegia.
"I negoziati con i nostri partner per cercare partnership reciprocamente vantaggiose sono di gran lunga preferibili a un tetto ai prezzi di importazione del gas", si legge in un documento visto da Reuters.
Il ministro dell'Energia norvegese, Terje Aasland, che ha partecipato alla riunione insieme ad altri Stati non appartenenti alla Ue, ha detto che il suo Paese "non raccomanda" un tetto al prezzo del gas.
I Paesi Ue hanno già approvato in fretta e furia prelievi d'emergenza sugli utili indotti dall'energia, obblighi di riempimento degli stoccaggi di gas e limitazioni della domanda di elettricità per far fronte all'impennata dei prezzi causata dal taglio delle forniture di gas da parte della Russia dopo l'invasione dell'Ucraina.
Ma la pressione per concordare ulteriori misure a livello europeo è aumentata dopo che la Germania ha detto di voler spendere fino a 200 miliardi di euro per proteggere i suoi consumatori e le sue imprese dagli alti costi dell'energia, provocando una reazione da parte di alcuni Paesi per la disomogeneità del sostegno che i singoli Stati sono in grado di fornire.
Detto tutto questo, io, se fossi un politico europeo, mi vergognerei come un ladro...