Sarà un’asta competitiva a decidere a chi andrà la rete di Tim. E le offerte migliorative dovranno arrivare entro il 18 aprile. Questa mattina il cda dell’ex monopolista del telefono ha esaminato anche la seconda offerta – dopo quella di Kkr – promossa da Cassa depositi e prestiti e dal fondo Macquarie. Una proposta che, al pari di quella del fondo Usa, valuta l’infrastruttura, vale a dire le reti primaria e secondaria domestiche e i cavi internazionali di Sparkle, all’incirca 18 miliardi di euro. E il cda ripete lo stesso copione usato per Kkr. A svolgere l’istruttoria su entrambe le offerte sarà il comitato parti correlate che, visto il doppio ruolo di Cdp come offerente e grande azionista di Tim, era già entrato in scena in occasione dell’offerta del braccio finanziario del Tesoro.
La Stampa