Il fondo Kkr e' pronto ad approfondire il dossier Tim e ad avviare il cantiere propedeutico al lancio dell'Opa. In una missiva inviata ieri ai vertici del gruppo telefonico, a quanto risulta al Sole 24 Ore, il fondo ha risposto punto per punto ai quesiti posti dalla telco. Sul perimetro dell'operazione, il fondo Usa avrebbe chiarito di essere interessato all'intero gruppo e non a singoli "pezzi". Dunque, confermato il disegno che prevede un'offerta volta al delisting dell'ex monopolista italiano delle tlc. Inoltre, sulle modalita' di finanziamento, il fondo avrebbe fatto sapere di avere allo studio una operazione che non cambierebbe l'attuale struttura finanziaria di Tim, dunque finanziata quasi interamente a equity e solo per una parte minoritaria a debito. Si tratterebbe, riferisce una fonte al quotidiano, del piu' grosso equity investment di un fondo nelle tlc in Europa. Quanto ai tempi, il fondo attende l'accesso o meno alla due diligence. La palla, dunque, passa a Tim e all''ad Pietro Labriola chiamato in questa fase a definire tempistica e l'avvio della due diligence da parte di Kkr. Un percorso, comunque, che viaggia parallelo ad almeno altre due ipotesi di lavoro. Alla finestra ci sono anche i fondi. Cvc -e altri private equity- potrebbero in futuro entrare in campo per alcune delle attivita' di Tim. Il nuovo scenario emerge alla luce del piano che prevede la scissione di Telecom Italia in quattro business principali: rete, servizi, consumer ed enterprise. Secondo fonti finanziarie citate dal giornale, questa suddivisione potrebbe creare tre differenti categorie di interessi: da una parte quelli di Cdp, ma anche di Kkr, di Macquarie e di qualche altro fondo infrastrutturale per il progetto di rete unica. Dall'altra parte, ci sarebbe l'interesse di Vivendi, azionista di Tim, a conservare l'area consumer e dei servizi, quindi la piu' strategica per l'operatore francese. Infine, ci sarebbe l'area business, che potrebbe finire nel radar dei fondi di private equity, che gia' da tempo stanno esaminando con attenzione il dossier. Discorso a parte meriterebbero invece le attivita' in Brasile di Tim che da tempo sono nel radar di operatori internazionali delle tlc. Su questo scenario, che pero' e' ancora tutto da definire e non e' certo, si poggia l'interesse del fondo di private equity Cvc come pure di altri operatori finanziari del settore. Resta dunque abbastanza ovvio che in questa situazione di incertezza, subordinata anche a una possibile Opa di Kkr, siano in corso analisi e approfondimenti. Del resto, il fondo inglese Cvc, affiancato dalla banca d''affari Nomura, e' da un anno che sta seguendo con interesse l'evoluzione societaria di Tim. Cvc, che in Italia e' tra i private equity piu' attivi e che nel recente passato ha guardato anche alla torta dei diritti tv del campionato italiano di calcio, sarebbe secondo i rumors interessato in particolare ai business di Noovle, Olivetti e Telsy, controllate di Telecom. Il progetto sarebbe quello di riunire Telsy (cybersecurity), Noovle (cloud) e Olivetti (IoT) in un'unica societa' denominata EntepriceCo. Nei mesi scorsi Cvc aveva avuto un abboccamento anche con Kkr.