Recordati (REC) CHIESTA INTERDIZIONE PER 8 SOCIETA' FARMACEUTICHE

Fleursdumal ha scritto:
sharnin ha scritto:
Fleursdumal ha scritto:
qualunquista un par di palle, sei tu che stai dietro alle favole , d'altronde anche se non credessi a quello che dico io con cognizione di causa, i tabulati delle intercettazioni parlano chiaro e sono inconfutabili con le chiacchiere; la Pfizer , anche lei convolta ,con una operazione di facciata ,ha spazzato via tutta la struttura di comando di zona , per questo non ne è stata chiesta l'interdizione .

Sia i farmacisti che i medici sanno benissimo quali sono le ditte che fanno comparaggio, e non sono tutte.
Dopo il processo, e non prima, sapremo come stanno le cose.
Se poi ti attieni a quello che scrivono i giornalisti ... ahahah

Non è assolutamente vero che tutti i farmaci vengono prodotti da più ditte. Ripeto, le tue affermazioni sono generiche e superficiali.

se leggi bene quello che ho scritto forse capirai che non mi baso su quello che hanno scritto sui giornali :D
per il resto puoi continuare a credere agli asini che volano , a me non interessa

Ribadisco quello che ho scritto e la chiudo qui
 
Fleursdumal ha scritto:
Stessa molecola ma nome farmaco pubblicizzato diverso , farmaco ditta X 85 euro, farmaco ditta Y 20 euro , prescrizioni mediche guarda caso 80% farmaco ditta X :down: esempio tipico

ehmmm..... avendo lavorato in 2 bigpharma (non in area vendite ma ricerca) confermo!! non so se la percentuale sia 80%, ma esiste una certa 'pressione' per far prescrivere, a parità di molecola, il prodotto della bigpharma....il termine 'tecnico' usato internamente è ' fate del corretto coaching sul fatto che il nostro prodotto è migliore'....
 
woolloomooloo ha scritto:
Fleursdumal ha scritto:
Stessa molecola ma nome farmaco pubblicizzato diverso , farmaco ditta X 85 euro, farmaco ditta Y 20 euro , prescrizioni mediche guarda caso 80% farmaco ditta X :down: esempio tipico

ehmmm..... avendo lavorato in 2 bigpharma (non in area vendite ma ricerca) confermo!! non so se la percentuale sia 80%, ma esiste una certa 'pressione' per far prescrivere, a parità di molecola, il prodotto della bigpharma....il termine 'tecnico' usato internamente è ' fate del corretto coaching sul fatto che il nostro prodotto è migliore'....

Si, ma ci sono alcuni farmaci, importanti, che sono sono prodotti solo da alcune ditte, alcune di quelle ditte, e non si può, privarne i pazienti.
Poi per alcuni farmaci l'effetto è realmente diverso, esperienza personale, cioè per sè stesso, di cugino medico (nimesulide e ... nome commerciale), la formulazione non è mai identica.
Io ho lavorato in ospedale, come psicologa clinica, molti medici, non solo per i pazienti, ma anche per è stessi o la famiglia, preferiscono, per esperienza, un certo farmaco a uno simile.
 
scusate... sapreste dirmi la casa che produce questa "pillola"?
Ru 486/ Viale: "La decisione di Storace? Sparata politica, noi andiamo avanti, siamo a quota 126 aborti"
Lunedí 30.01.2006 17:39

Storace: "Norme più rigide sull'importazione della pillola abortiva"

Aborto/ Garattini ad Affari: "La 194 non va modificata, è solo un gioco politico". Ru486?"La sperimentazione non serve"

Ru486/ FDA apre un'inchiesta per quattro morti sospette

Pillola abortiva/ Il padre della Ru486 in Italia, Silvio Viale ad Affari: "Storace ha sbagliato ministero. La pillola è sicurissima"

Aborto/ L'inventore della Ru486 difende la sua pillola: "Sicura, anzi miracolosa"

Il provvedimento del ministro della Salute Francesco Storace? "E' una sparata elettorale. Ed è anche un attacco alla 194" da parte di un ministro "che non dice mai nulla ma si pone sempre dei perché, si fa sempre delle domande retoriche. A cui risponde a modo suo, e ha dimostrato più volte di non conoscere le leggi e le normative". E' senza mezzi termini l'opinione del dottor Silvio Viale, 'padre' italiano della pillola abortiva Ru486, il farmaco della discordia che con un provvedimento annunciato oggi e diretto a rivedere il decreto del '97 che regola l'acquisto all'estero di farmaci non registrati in Italia. Il blocco della pillola, insomma. E Viale mette in guardia: "Non è un problema: per la sperimentazione non cambia nulla, perché noi abbiamo importato il farmaco mediante la normativa della sperimentazione che non prevede nessun parere del Ministero della Salute", tant'è vero che "oggi siamo arrivati a 126 donne". 126 aborti farmacologici.

Ecco l'intervista


Il dott. Silvio Viale

Dottor Viale, che cosa pensa del provvedimento annunciato dal ministro Storace?
"Mah, è una sparata elettorale. Difronte alla platea di An, come fa di solito il ministro Storace, ha deciso di vietare la RU486 in Italia come campagna elettorale. E' un attacco alla 194, alla faccia di tutte le cose dichiarate fino all'altro ieri; peraltro questo è un ministro che non dice mai nulla ma si pone sempre dei perché, si fa sempre delle domande retoriche. A cui risponde a modo suo, e ha dimostrato più volte di non conoscere le leggi e le normative".

Ma a questo punto, con questa decisione a parte gli effetti elettorali che cosa accade in Italia?
"Per la sperimentazione, che non è come dice il ministro "si sperimenta per vedere se funziona", il che dimostra ancora una volta quanto sia ignorante in materia, ma è uno studio clinico fra due dosaggi. E' come se al Sant'Anna studiassimo gli effetti dell'aspirina in alcuni campi. Non è una cosa nuova, ecco. A parte questo, per la sperimentazione non cambia nulla, perché noi abbiamo importato il farmaco mediante la normativa della sperimentazione che non prevede nessun parere del Ministero della Salute".

Quindi voi continuerete a importarla...
"Noi l'abbiamo già importato, io ce l'ho in magazzino e continuo a utilizzarlo, e oggi siamo arrivati a 126 donne. Non cambia nulla per noi, cambia per chi come a Pontedera, in Toscana, importava il farmaco paziente per paziente. Con una decisione vergognosa, antieuropea, contro ogni principio sanitario e anticostituzionale, si trova un meccanismo per cui il farmaco arrivi dopo la possibilità di suo utilizzo".

Cioè?
"Viene ritardato l'arrivo del farmaco. Siccome esiste un lasso di tempo tra la richiesta e quando si può utilizzare il farmaco, lasso abbastanza breve, se io pongo degli ostacoli burocratici e tempi morti, il farmaco mi arriverà dopo che la signora ne avrà avuto bisogno, quindi sarà costretta a ricorrere all'aborto chirurgico. Cosa succede? Che nei posti come Pontedera, dove veniva usata questa strada che è un po' una presa in giro, perché bisogna tenere presente che in Italia un farmaco che all'estero è solo sperimentato può essere importato collettivamente, senza indicare in chi lo si somministrerà. Un farmaco invece, come in questo caso, o registrato, e quindi approvato dalle rispettive agenzie farmacologiche (francese, inglese, tedesca e via dicendo), e riconosciuto dalla Comunità Europea, dev'essere importato caso per caso. Ecco perché è proprio un'incongruità, insomma."

E quindi?
"E quindi succedeva che il farmaco già arrivava in ritardo, ma veniva utilizzato per un'altra signora che nel frattempo ne aveva fatto richiesta. Allora, come si vede difronte a leggi inique e un po' ridicole come sono spesso quelle italiane, frutto di normative, circolari, decreti non sempre coerenti tra di loro, la via è una via tortuosa ma legittima, soprattutto sul piano del principio. Adesso il ministro cercherà d'impedire che il farmaco venga importato in questo modo, ma secondo me finirà per avere un effetto opposto, che è quello di far prendere coscienza a più Aziende sanitarie, Regioni, ospedali di questo divieto anacronistico e iniquo, per cui ci si attiverà molto di più per importarlo. Ed essendo un farmaco della Comunità europea, registrato in paesi europei, è praticamente impossibile che un giudice o una persona di buon senso dicano di no".


A questo punto che cosa pensa?
"Penso quello che ho sempre detto in questa vicenda, difronte alle manovre dilatorie di chi ritiene che le donne debbano essere costrette solo all'aborto chirurgico, cioè che è solo una questione di tempo. E l'ultima cosa: quando Storace parla di salute della donna, sono parole stonate e ipocrite".

Come mai?
"Perché la salute della donna si tutela dandole la possibilità di scelta, e soprattutto di poter usare il metodo chirurgico o medico che preferisce. E oggi non c'è nessun pericolo nell'usare il metodo medico. Nel senso che ci sono i normali effetti collaterali o complicazioni di qualsiasi atto medico e chirurgico, insomma. Ma non c'è nessun pericolo, per cui la questione sanitaria a tutela della donna è chiusa con dei documenti dell'Organizzazione mondiale della Sanità e delle principali agenzie e società scientifiche anglosassoni, francesi e via dicendo. Mentre invece il ministro parla di tutela della donna come slogan vuoto per il suo unico obiettivo, che è quello di trasmettere un messaggio rassicurante ai propri elettori, e nemmeno ai suoi elettori, ma ai suoi militanti".

Allora?
"Peraltro la polemica sull'aborto è nata proprio grazie a Storace, perché se non avesse reagito in modo così non documentato e non conoscendo la normativa sul Sant'Anna, "lo blocco, lo fermo, non è autorizzato e non ne so nulla", mentre invece ero in regola, si poteva partire e non competeva a Storace, tant'è vero che continuo a fare la sperimentazione. Da qui dico che il ministro ora cerca di salvare la faccia in un modo vergognoso e codardo. Vergognoso perché impedisce alle donne di poter avere un trattamento sia adesso che in prospettiva futura. E codardo perché da settembre 2005 continua a rifiutare ogni confronto con me, con noi del Sant'Anna. Ogni volta nelle trasmissioni televisive in cui è invitato mi dicono abbia rifiutato l'invito dicendo: "Se c'è lui non ci vado io". Adesso non so se come medico o come esponente della Rosa del Pugno, lascio a lui...".

Dottore, quale sarà il futuro? C'è una possibile via d'uscita alla decisione del ministro?
"Le vie d'uscita sono semplici: uno è permettere alla Ru486 di essere importata come tutti gli altri farmaci. Peraltro per tutti gli altri farmaci vi sono già difficoltà, perché poi bisogna capire che cosa farà Storace: peraltro dal Ministro che sponsorizza la terapia Di Bella, bisogna tenere presente che lui si è schierato e continua a sostenere la terapia Di Bella.
L'altra cosa è che oggi la RU 486, il mifepristone (principio attivo della pillola, N.d.R.) è già autorizzato per essere importato per la sindrome di Cushing di origine paraneoplastica. Quindi è già un farmaco riconosciuto dall'Agenzia italiana per il farmaco che si può importare per quella patologia per la quale non è registrato in Europa. Si tratta di fare richiesta: e la possono fare le Aziende sanitarie, le Regioni, le associazioni dei malati (che da noi non ci sono, ma ci sono quelle dei consumatori), perché venga allargata l'indicazione d'importazione".

E che cosa accadrà, quindi?
"Quello che accadrà tra alcuni mesi è che la ditta francese prenda finalmente coraggio, capisca che in Italia non siamo il Terzo mondo e non c'è un clima culturale soggiogato dalla sudditanza politica al Vaticano, e chieda la registrazione. Nel momento in cui la ditta francese o qualcunaltro chiedesse la registrazione in Italia del farmaco, questa sarebbe automatica, per procedure di mutuo riconoscimento. Potrebbero impiegarci sei mesi oppure due anni, ma alla fine è inevitabile la registrazione. Non si può tornare indietro, la scienza e la medicina vanno avanti: una volta si faceva tutto in chirurgia, oggi si fanno molte cose mediche. E anche per gli aborti, è corretto che oltre al metodo chirurgico ci possa essere anche il metodo medico. Io non dico mai: "è meglio uno piuttosto che un altro": io dico che è ridicolo che uno sia quasi l'aborto 'buono', e l'altro l'aborto 'cattivo'".

Antonino D'Anna

http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/viale.html?pg=1
 
tontolina ha scritto:
scusate... sapreste dirmi la casa che produce questa "pillola"?
Ru 486/ Viale: "La decisione di Storace? Sparata politica, noi andiamo avanti, siamo a quota 126 aborti"
Lunedí 30.01.2006 17:39

Storace: "Norme più rigide sull'importazione della pillola abortiva"

Aborto/ Garattini ad Affari: "La 194 non va modificata, è solo un gioco politico". Ru486?"La sperimentazione non serve"

Ru486/ FDA apre un'inchiesta per quattro morti sospette

Pillola abortiva/ Il padre della Ru486 in Italia, Silvio Viale ad Affari: "Storace ha sbagliato ministero. La pillola è sicurissima"

Aborto/ L'inventore della Ru486 difende la sua pillola: "Sicura, anzi miracolosa"

Il provvedimento del ministro della Salute Francesco Storace? "E' una sparata elettorale. Ed è anche un attacco alla 194" da parte di un ministro "che non dice mai nulla ma si pone sempre dei perché, si fa sempre delle domande retoriche. A cui risponde a modo suo, e ha dimostrato più volte di non conoscere le leggi e le normative". E' senza mezzi termini l'opinione del dottor Silvio Viale, 'padre' italiano della pillola abortiva Ru486, il farmaco della discordia che con un provvedimento annunciato oggi e diretto a rivedere il decreto del '97 che regola l'acquisto all'estero di farmaci non registrati in Italia. Il blocco della pillola, insomma. E Viale mette in guardia: "Non è un problema: per la sperimentazione non cambia nulla, perché noi abbiamo importato il farmaco mediante la normativa della sperimentazione che non prevede nessun parere del Ministero della Salute", tant'è vero che "oggi siamo arrivati a 126 donne". 126 aborti farmacologici.

Ecco l'intervista


Il dott. Silvio Viale

Dottor Viale, che cosa pensa del provvedimento annunciato dal ministro Storace?
"Mah, è una sparata elettorale. Difronte alla platea di An, come fa di solito il ministro Storace, ha deciso di vietare la RU486 in Italia come campagna elettorale. E' un attacco alla 194, alla faccia di tutte le cose dichiarate fino all'altro ieri; peraltro questo è un ministro che non dice mai nulla ma si pone sempre dei perché, si fa sempre delle domande retoriche. A cui risponde a modo suo, e ha dimostrato più volte di non conoscere le leggi e le normative".

Ma a questo punto, con questa decisione a parte gli effetti elettorali che cosa accade in Italia?
"Per la sperimentazione, che non è come dice il ministro "si sperimenta per vedere se funziona", il che dimostra ancora una volta quanto sia ignorante in materia, ma è uno studio clinico fra due dosaggi. E' come se al Sant'Anna studiassimo gli effetti dell'aspirina in alcuni campi. Non è una cosa nuova, ecco. A parte questo, per la sperimentazione non cambia nulla, perché noi abbiamo importato il farmaco mediante la normativa della sperimentazione che non prevede nessun parere del Ministero della Salute".

Quindi voi continuerete a importarla...
"Noi l'abbiamo già importato, io ce l'ho in magazzino e continuo a utilizzarlo, e oggi siamo arrivati a 126 donne. Non cambia nulla per noi, cambia per chi come a Pontedera, in Toscana, importava il farmaco paziente per paziente. Con una decisione vergognosa, antieuropea, contro ogni principio sanitario e anticostituzionale, si trova un meccanismo per cui il farmaco arrivi dopo la possibilità di suo utilizzo".

Cioè?
"Viene ritardato l'arrivo del farmaco. Siccome esiste un lasso di tempo tra la richiesta e quando si può utilizzare il farmaco, lasso abbastanza breve, se io pongo degli ostacoli burocratici e tempi morti, il farmaco mi arriverà dopo che la signora ne avrà avuto bisogno, quindi sarà costretta a ricorrere all'aborto chirurgico. Cosa succede? Che nei posti come Pontedera, dove veniva usata questa strada che è un po' una presa in giro, perché bisogna tenere presente che in Italia un farmaco che all'estero è solo sperimentato può essere importato collettivamente, senza indicare in chi lo si somministrerà. Un farmaco invece, come in questo caso, o registrato, e quindi approvato dalle rispettive agenzie farmacologiche (francese, inglese, tedesca e via dicendo), e riconosciuto dalla Comunità Europea, dev'essere importato caso per caso. Ecco perché è proprio un'incongruità, insomma."

E quindi?
"E quindi succedeva che il farmaco già arrivava in ritardo, ma veniva utilizzato per un'altra signora che nel frattempo ne aveva fatto richiesta. Allora, come si vede difronte a leggi inique e un po' ridicole come sono spesso quelle italiane, frutto di normative, circolari, decreti non sempre coerenti tra di loro, la via è una via tortuosa ma legittima, soprattutto sul piano del principio. Adesso il ministro cercherà d'impedire che il farmaco venga importato in questo modo, ma secondo me finirà per avere un effetto opposto, che è quello di far prendere coscienza a più Aziende sanitarie, Regioni, ospedali di questo divieto anacronistico e iniquo, per cui ci si attiverà molto di più per importarlo. Ed essendo un farmaco della Comunità europea, registrato in paesi europei, è praticamente impossibile che un giudice o una persona di buon senso dicano di no".


A questo punto che cosa pensa?
"Penso quello che ho sempre detto in questa vicenda, difronte alle manovre dilatorie di chi ritiene che le donne debbano essere costrette solo all'aborto chirurgico, cioè che è solo una questione di tempo. E l'ultima cosa: quando Storace parla di salute della donna, sono parole stonate e ipocrite".

Come mai?
"Perché la salute della donna si tutela dandole la possibilità di scelta, e soprattutto di poter usare il metodo chirurgico o medico che preferisce. E oggi non c'è nessun pericolo nell'usare il metodo medico. Nel senso che ci sono i normali effetti collaterali o complicazioni di qualsiasi atto medico e chirurgico, insomma. Ma non c'è nessun pericolo, per cui la questione sanitaria a tutela della donna è chiusa con dei documenti dell'Organizzazione mondiale della Sanità e delle principali agenzie e società scientifiche anglosassoni, francesi e via dicendo. Mentre invece il ministro parla di tutela della donna come slogan vuoto per il suo unico obiettivo, che è quello di trasmettere un messaggio rassicurante ai propri elettori, e nemmeno ai suoi elettori, ma ai suoi militanti".

Allora?
"Peraltro la polemica sull'aborto è nata proprio grazie a Storace, perché se non avesse reagito in modo così non documentato e non conoscendo la normativa sul Sant'Anna, "lo blocco, lo fermo, non è autorizzato e non ne so nulla", mentre invece ero in regola, si poteva partire e non competeva a Storace, tant'è vero che continuo a fare la sperimentazione. Da qui dico che il ministro ora cerca di salvare la faccia in un modo vergognoso e codardo. Vergognoso perché impedisce alle donne di poter avere un trattamento sia adesso che in prospettiva futura. E codardo perché da settembre 2005 continua a rifiutare ogni confronto con me, con noi del Sant'Anna. Ogni volta nelle trasmissioni televisive in cui è invitato mi dicono abbia rifiutato l'invito dicendo: "Se c'è lui non ci vado io". Adesso non so se come medico o come esponente della Rosa del Pugno, lascio a lui...".

Dottore, quale sarà il futuro? C'è una possibile via d'uscita alla decisione del ministro?
"Le vie d'uscita sono semplici: uno è permettere alla Ru486 di essere importata come tutti gli altri farmaci. Peraltro per tutti gli altri farmaci vi sono già difficoltà, perché poi bisogna capire che cosa farà Storace: peraltro dal Ministro che sponsorizza la terapia Di Bella, bisogna tenere presente che lui si è schierato e continua a sostenere la terapia Di Bella.
L'altra cosa è che oggi la RU 486, il mifepristone (principio attivo della pillola, N.d.R.) è già autorizzato per essere importato per la sindrome di Cushing di origine paraneoplastica. Quindi è già un farmaco riconosciuto dall'Agenzia italiana per il farmaco che si può importare per quella patologia per la quale non è registrato in Europa. Si tratta di fare richiesta: e la possono fare le Aziende sanitarie, le Regioni, le associazioni dei malati (che da noi non ci sono, ma ci sono quelle dei consumatori), perché venga allargata l'indicazione d'importazione".

E che cosa accadrà, quindi?
"Quello che accadrà tra alcuni mesi è che la ditta francese prenda finalmente coraggio, capisca che in Italia non siamo il Terzo mondo e non c'è un clima culturale soggiogato dalla sudditanza politica al Vaticano, e chieda la registrazione. Nel momento in cui la ditta francese o qualcunaltro chiedesse la registrazione in Italia del farmaco, questa sarebbe automatica, per procedure di mutuo riconoscimento. Potrebbero impiegarci sei mesi oppure due anni, ma alla fine è inevitabile la registrazione. Non si può tornare indietro, la scienza e la medicina vanno avanti: una volta si faceva tutto in chirurgia, oggi si fanno molte cose mediche. E anche per gli aborti, è corretto che oltre al metodo chirurgico ci possa essere anche il metodo medico. Io non dico mai: "è meglio uno piuttosto che un altro": io dico che è ridicolo che uno sia quasi l'aborto 'buono', e l'altro l'aborto 'cattivo'".

Antonino D'Anna

http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/viale.html?pg=1


Per l'Europa la la francese Exelgyn produce il Mifegyne, per gli USA Mifeprex™ (mifepristone) is licensed to Danco Laboratories LLC in the United States
Sono entrambe la stessa cosa.

Ma non l'ha inventata un italiano, l'ha inventata Emile Etienne Beaulieu.

E' un po' un giallo perchè con la registrazione europea dovrebbe automaticamente essere registrata anche in Italia, dopo accordo tra la ditta produttrice e il ministero per il prezzo.
Anche la "sperimentazione italiana" non ha senso visto che esiste la registrazione europea.
Personalmente non credo ai motivi "etici" dell'opposizone all'aborto
 
woolloomooloo ha scritto:
Fleursdumal ha scritto:
Stessa molecola ma nome farmaco pubblicizzato diverso , farmaco ditta X 85 euro, farmaco ditta Y 20 euro , prescrizioni mediche guarda caso 80% farmaco ditta X :down: esempio tipico

ehmmm..... avendo lavorato in 2 bigpharma (non in area vendite ma ricerca) confermo!! non so se la percentuale sia 80%, ma esiste una certa 'pressione' per far prescrivere, a parità di molecola, il prodotto della bigpharma....il termine 'tecnico' usato internamente è ' fate del corretto coaching sul fatto che il nostro prodotto è migliore'....

ciao wooloo , era un esempio minimalista , chiaro sulle pneumologie, p.e., sono come minimo in 10 a contendersi il mercato in modo ferocissimo

ultime notizie dicono che parte delle aziende inquisite si sono offerte di risarcire il sistema sanitario della regione.......
 
Recordati si sgonfia, ma non mancano gli stimoli positivi

05-05-2006 14:15



Recordati ritraccia dal top intraday a 6,68 euro, ma non mancano gli stimoli positivi. L'azione questa mattina era partita bene, spinta dai risultati del primo trimestre superiori alle attese degli analisti e, come tutto il comparto, dai buoni dati di Sanofi-Aventis. Il colosso farmaceutico ha infatti chiuso il primo trimestre con un utile netto in forte rialzo: +53,6% a 2,17 miliardi di euro a fronte della cessione all'americana Pfizer dei suoi diritti sul medicamento antidiabetico Exubera.

E il fatturato è ammontato a oltre 7 miliardi, in aumento del 9,6%. Da parte sua invece Recordati, ora in calo dello 0,23% a 6,47 euro, ha registrato nello stesso periodo ricavi in crescita del 9,2% a 161,7 milioni, con l'area farmaceutica salita dell'11,2% e con un balzo del 30% delle vendite di lercanidipina, il farmaco di punta di Recordati. "E se il risultato operativo a 34,5 milioni, +23,7% sul primo trimestre 2005, ha battuto le nostre attese di 32 milioni", sottolineano gli analisti di AbaxBank, "anche l'utile netto ha registrato un progresso del 28,6%, superiore alle attese".

In consistente miglioramento poi la posizione finanziaria netta che è passata dai 26,2 milioni di fine 2005 ai 49,9 milioni del primo trimestre 2006, grazie alla generazione di cassa e ai 13 milioni derivanti dalla cessione dello stabilimento di chimica farmaceutica. Il gruppo ha anche confermato gli obiettivi 2006: ricavi a 600 milioni, Ebit a 120 milioni e utile netto superiore a 75 milioni. Particolarmente aggressivi i target al 2010 che indicano un tasso composto medio di crescita annuo del 12% dei ricavi, del 12,5% dell'Ebit e del 13% dell'utile netto.

Il piano sconta una serie di acquisizioni, con un investimento massimo di 500 milioni, tali da generare un gagr in eccesso dei ricavi del 7% rispetto al 5% prodotto dalla crescita organica. Piano aggressivo, forte motivazione del management alla crescita, disponibilità di cassa, buon prodotto di punta, aumento della penetrazione nei mercati europei, spinta sulla ricerca, questi per AbaxBank gli elementi positivi che continuano a caratterizzare il titolo Recordati per il quale viene confermato l'attuale rating di outperform (farà meglio del mercato) e il target a 7,2 euro.

Come Intermonte (outperform con un target price a 7,4 euro), soddisfata dei risultati sia a livello di top line sia a livello di risultato operativo. "Anche alla luce delle indicazioni per il 2006 le nostre stime sono state alzate e abbiamo confermato la nostra raccomandazione positiva basata sull'aspettative di acquisizioni che ci aspettiamo nel breve periodo e che, come insegna la storia di Recordati, avranno effetto value accreative sulla società", si legge nella nota di questa sim. Giudizi lusinghieri sono arrivati infine da Euromobiliare (buy), che ha alzato il target price da 7,7 a 8 euro, e da Mediobanca (outperform).

Francesca Gerosa
http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?nl=true&chkAgenzie=TMFI&id=160574
 
sharnin ha scritto:
Mmh ... stante l'improbabiltà, per non dire la risibilità, della richiesta, viene da pensare che il giudice ... ehm ... abbia qualche ... desiderio ...
desiderio esaudito dalla guardia di finanza


Recordati affonda, arrestati tre manager del gruppo

19/06/2006 12.00



Affondo di Recordati a seguito dell'annuncio dell'arresto di tre manager del gruppo farmaceutico. L'azione, positiva in apertura, all'improvviso ha preso la via al ribasso fino a scivolare a quota 5,75 euro (-9,76%). Ingenti gli scambi passati di mano prima delle sospensione per eccesso di ribasso: 605 mila pezzi pari allo 0,29% del capitale.

A far crollare l'azione è stata la notizia che il direttore generale e vicepresidente della casa farmaceutica Recordati è agli arresti domiciliari nell'ambito di un'indagine condotta dalla Guardia di finanza di Milano per associazione a delinquere e corruzione in relazione alla prescrizione di specialità medicinali prodotte dalla società.

Gli arresti, eseguiti questa mattina, riguardano anche due manager della casa farmaceutica, responsabili di alcune regioni del centro e sud Italia.
Uno di loro, capo area per il centro Italia, verrà trasferito in carcere a San Vittore, arrivando da Roma mentre un secondo manager, una donna responsabile per il centro-sud, è ai domiciliari perché madre di un bambino di un anno e non può quindi essere tradotta in carcere.

Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, coordinati dal pm milanese Francesco Prete, l'associazione a delinquere sarebbe finalizzata a favorire la prescrizione di una serie di farmaci della Recordati da parte di decine di medici convenzionati con il servizio sanitario nazionale, alcuni dei quali già coinvolti in altre indagini. A quanto appreso dall'agenzia Ansa anche la società farmaceutica è indagata con le stesse accuse.

"La notizia è poco rassicurante per il titolo", commenta a caldo un analista di una sim milanese. "Ricordiamo però che già lo scorso mese di gennaio era emersa una responsabilità amministrativa per due dipendenti della società in relazione a presunti reati nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Non sappiamo al momento se si tratta della stessa vicenda. In attesa di avere altri dettagli, la nostra raccomandazione sul titolo, che ovviamente non tiene conto di queste vicende, è positiva con un target a 7,40 euro".

Sicuramente non ha favorito l'azione in Borsa, da metà maggio in un movimento laterale, anche la notizia, peraltro già nota, che in Italia, a causa della forte crescita della spesa farmaceutica (+10% nei primi 4 mesi 2006), l'Aifa ha deciso un taglio dei prezzi dei farmaci da luglio con due modalità: un taglio indistinto dello 0,6% e uno selettivo temporaneo fino al 12% sui farmaci che crescono più del mercato (inclusa la Zanediplercanidipina).

Comunque, gli analisti di Euromobiliare (rating di buy confermato con un target price a 8 euro), come riporta l'agenzia Mf-Dow Jones, non si aspettano modifiche della guidanca della società, essendo il taglio una conseguenza di volumi superiori alle attese e sostanzialmente in linea con l'effetto prezzi negativo medio ipotizzato dalle linee guida. Diventano però meno probabili eventuali ulteriori revisioni al rialzo per l'anno in corso.

Francesca Gerosa
http://libero.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=165120&chkAgenzie=TMFI
 
indagata per corruzione


Da un comunicato Ansa del 21.06 stralciamo:

"Il direttore generale e vicepresidente della casa farmaceutica Recordati S.p.A. è agli arresti domiciliari nell'ambito di un'indagine condotta dalla Guardia di finanza di Milano per associazione per delinquere e corruzione in relazione alla prescrizione di specialità medicinali prodotte dalla Recordati.

Gli arresti riguardano anche due manager responsabili di alcune regioni del centro e sud italia.

Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, coordinati dal pm milanese Francesco Prete, l'associazione a delinquere sarebbe finalizzata a favorire la prescrizione di una serie di farmaci della Recordati da parte di decine di medici convenzionati con il servizio sanitario nazionale, alcuni dei quali già coinvolti in altre indagini. A quanto si apprende anche la società farmaceutica è indagata con le stesse accuse.

Oltre ai tre dirigenti della Recordati, sono coinvolti nell'indagine 18 informatori scientifici, 12 medici e un farmacisti. Devono rispondere, a vario titolo, di corruzione e comparaggio. I tre dirigenti, a quanto si apprende dal Nucleo Regionale della Guardia di Finanza della Lombardia, avrebbero costituito una rete criminosa con Sales Area Manager, Area Manager e informatori scientifici del farmaco per indurre i medici a prescrivere prodotti medicinali della Recordati.

Agli informatori scientifici sarebbe spettato il compito di reclutare, con promesse e omaggi, medici convenzionati con il servizio sanitario nazionale perchè prescrivessero medicinali della casa madre. E le farmacie, ricevendo prescrizione dello stesso farmaco da almeno trenta pazienti, avrebbero richiesto il prodotto direttamente alla Recordati, evitando il passaggio dei grossisti. Questi erano alcuni dei metodi che, secondo gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Francesco Prete, avrebbero portato a una lievitazione indebita del fatturato della Recordati grazie alla vendita dei farmaci.

Ogni medico "fidelizzato" alla casa farmaceutica, avrebbe non solo ricevuto compensi di circa 500 euro, ma avrebbe potuto disporre anche di un "kit multicare", offerto dalla stessa Recordati, con cui fare analisi diagnostiche a pagamento nel proprio studio senza autorizzazione".

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La Recordati, con comunicato stampa del 19 u.s. ha puntualizzato:

"Recordati informa che nell'ambito di una indagine condotta dall'autorità giudiziaria di Milano sono state adottate misure cautelari personali nei confronti di tre funzionari della società. Uno di essi è il Direttore Generale Farmaceutico, sottoposto agli arresti domiciliari, il quale ha rinunciato ai suoi incarichi.

La società precisa altresì che l'indagine non riguarda il Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della società stessa.

La società conferma la propria estraneità rispetto ai fatti contestati, comunque di entità economica marginale rispetto al complesso delle proprie attività, e la liceità del proprio operato. Conferma, inoltre, di essere dotata di un modello organizzativo atto a prevenire la commissione di reati da parte dei propri dipendenti e che tale modello viene costantemente monitorato e aggiornato.

Recordati informa, infine che i fatti in questione non incidono sulla continuità operativa dell'attività aziendale nè sulle prospettive di raggiungimento degli obiettivi annunciati.

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A fronte di contestazioni estremamente documentate anche dei vertici operativi (responsabili della gestione della Società) la Recordati ha replicato con un comunicato stampa che (se l'argomento non fosse estremamente serio) farebbe sorridere.

Il "modello organizzativo" atto a prevenire la commissione di reati da parte dei dipendenti, evidentemente è del tutto inadeguato e privo di validità pratica.

Sorprende che Giovanni Recordati Presidente, Amministratore Delegato e Direttore Generale con pienezza di deleghe ( e di stock options) evidentemente non segue ciò che avviene in azienda, nè in un settore di particolare rilievo quale quello commerciale.

E' grave, molto grave, la carenza di vigilanza da parte del Collegio Sindacale (Manusardi Alessandro Enea (Presidente), Severgnini Oreste e Aguzzi de Villeneuve Emilio (Sindaci effettivi), Gastaldi Angelo e Severgnini Carlo (Sindaci supplenti) con specifico riferimento all'esistenza di un fondo destinato a pagamenti in nero.

Ci si augura un'approfondita indagine interna ed un ampio e dettagliato rapporto nella Relazione che i Sindaci dovranno redigere per la prossima assemblea di bilancio.

La Recordati si è sempre vantata di essere una casa di vetro. Nella fattispecie, viene da considerare che se è vetro, è un vetro smerigliato e per di più molto sporco.

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Da "Il Sole 24Ore" del 22 giugno:

Recordati indagata per corruzione
"La società farmaceutica Recordati è stata iscritta nel registro degli indagati ai sensi del d.lgs 231/2001 nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano sui regali ai medici per ottenere prescrizioni di farmaci".



http://www.socquot.com/2006/606_12bis_recordati.htm
 

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