C'HO UNA SFORTUNA CHE SE DECIDO Di SUICIDARMI, POI MI REINCARNO IN ME STESSA

Qualcuno spieghi alla signora che il loro inverno non è come il nostro .....

In Siria il clima è mediterraneo sulla costa, con inverni miti e piovosi ed estati calde e soleggiate, mentre diventa subtropicale arido nelle vaste zone interne, con inverni moderatamente freddi ed estati torride e soleggiate. Dunque in Siria l'estate è soleggiata ovunque, ma l'aria è umida sulla costa, e secca nel resto del Paese.

"Adesso che è inverno - spiega la presidente della Camera - se non realizzeremo un corridoio umanitario funzionante noi conteremo i morti. E chi ne sarà responsabile?".
 
Buongiorno :)

:-o:-o
 

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Le ATER sono enti pubblici economici dotati di personalità giuridica, di autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile.
Sono Organi dell' ATER il Consiglio di Amministrazione, il Presidente, il Direttore, il Collegio dei Revisori dei Conti.

Presso ciascuna ATER à stato istituito un Comitato tecnico con funzioni consultive.

L'ATER offre servizi di vario tipo sia ad enti pubblici, quali ad esempio i Comuni, sia ad utenti ed aziende private.


SE guardiamo il problema da un lato....quello umanitario. Fa ribrezzo.

BASSANELLO. «Voglio morire a casa mia, questa è casa mia». Ha le lacrime agli occhi, la voce tremante, lo sguardo di chi ha paura gli venga tolto l’unico punto fermo della sua vita. Giovanna Barison, 74 anni, invalida al 100% e con un tumore che la sta consumando, ma che lei sta cercando di combattere da anni, il 29 gennaio verrà sfrattata. Dovrà abbandonare l’appartamento dell’Ater di via Bottacin, al Bassanello, che per diciassette anni è stato la sua casa e che prima era anche la casa dei suoi genitori. «Mi dicono che sono abusiva, che sono senza titolo per stare qua, che devo andarmene, ma io da quando è mancato mio marito ho sempre abitato qui e ho sempre pagato regolarmente l’affitto», spiega preoccupata Giovanna Barison. L’anziana abita al primo piano del condominio di edilizia popolare, fatica a camminare, e non esce mai di casa. «Ho problemi a muovermi e a causa delle cure sono diventata quasi completamente sorda», dice. «Mi aiuta tanto con le spese e i piccoli lavoretti domestici una vicina di casa, solo così riesco ad andare avanti». L’appartamento dove vive è il suo rifugio, ha tutte le sue cose e i suoi ricordi. L’unico posto dove può e vuole stare: «Ho due figli ma loro non mi possono ospitare perché hanno appartamenti molto piccoli e poi io voglio rimanere in casa mia». Giovanna Barison paga un affitto di 60 euro al mese all’Ater e spiega di farlo sempre puntualmente. «Non ritardo mai neanche di un giorno nonostante non riceva neppure la pensione di invalidità ma solo la pensione di reversibilità di mio marito defunto».

SE lo guardiamo da un altro lato....cosa dire alla signora. L'idea che un appartamento popolare arrivi "per eredità".......mi sembra esagerato. Forse, se la signora avesse concordato un canone più equo ora non sarebbe in queste condizioni. E - signora mia - con la pensione di reversibilità (che nessuno dice a quanto ammonta) e con 2 figli.....cambi casa. Suvvia.


 
:lol::lol::lol: ridiamo ridiamo ....non siamo nei suoi....panni :lol::lol::lol:

Se l’ex rifila patacche alla showgirl, i cocci sono tutti suoi. E anche i problemi.
La presunta showgirl in questione è la paraguaiana Claudia Galanti.
Una che l’america l’aveva trovata qui da noi.
Avvenente, volitiva e sempre ammiccante.
Dopo alcuni flirt andati a male, la suddetta però il fidanzato riccone l’aveva scelto transalpino.
Ma evidentemente non si era trattato di una scelta oculata.
Perché la signorina, nota per essere nota e per nient’altro, una volta messa alla porta dal finanziere francesce Arnaud Mimran s’è pure accorta di avere rimediato parecchi regali fasulli. La Galanti pare abbia prudentemente fatto stimare alcuni cadeau rimediati dal francese per poterli rivendere e pagare alcuni conti. Ed è così che avrebbe scoperto che parecchi dei regali pregiati del suo ex amante Arnaud sarebbero delle colossali “patacche”.

Disperata avrebbe confessato ad un’amica: “Vuol dire che ritornerò a fare il mio lavoro…”.

Ma quale? :rolleyes::rolleyes::D:D
 
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Bevi la coca cola che ti fa bene, bevi la coca cola che ti fa digerire, con tutte quelle, tutte quelle bollicine :up: Il diabete è gratis:rolleyes:
 
...autocertificazione ? .......

L’etichetta europea non è sempre un valido aiuto nell’acquisto dei pneumatici, dice l’ADAC, sulla base dei risultati ottenuti nel test di frenata su bagnato – uno dei tre parametri considerati dall’etichetta – nel corso dei suoi test comparativi sui pneumatici invernali.

A quanto pare, infatti, se delle case premium ci si può fidare, i marchi meno noti dichiarano prestazioni migliori della realtà.
In particolare il club tedesco ha riscontrato significative differenze tra la classificazione dichiarata in etichetta in merito allo spazio di frenata da 80 km/h a 20 km/h e le misurazioni effettive.


Nel test condotto sulla misura 165/70 R14 T, infatti, il modello di Continental WinterContact TS 850 ha avuto bisogno di 36,3 metri, mentre il modello Mentor M200 è arrivato addirittura a 49,6 metri. Eppure entrambi, nell’etichetta, hanno dichiarato per la frenata su bagnato la classificazione “C”.


Analogo risultato nella misura 205/55 R16 H, dove il modello Alpin 5 di Michelin ha ottenuto la decelerazione da 80 a 20 km/h in 36,2 metri, mentre l’Avon Ice Touring ST ha avuto bisogno di 44,5. E anche in questo caso, stessa etichetta: “B”.


Il limite dell’etichetta europea è proprio quello che si tratta di una autocertificazione e che, ad oggi, non si svolgono molte verifiche sul mercato.

Nel caso verificato dall’ADAC, i due pneumatici Mentor e Avon avrebbero dovuto dichiarare rispettivamente le classi di frenata su bagnato rispettivamente F ed E (D e G non esistono).


Affinché il valore delle etichette non venga completamente vanificato e con esso l’enorme sforzo fatto in questi anni dalle aziende serie per adeguarsi, è dunque evidente che ci sarebbe più che mai bisogno di verifiche da parte di enti terzi indipendenti.

Con l’autorità naturalmente di avviare le azioni correttive conseguenti nei confronti delle aziende che dichiarano il falso.
 
I vertici delle nuove Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti costano 2,4 milioni di euro.

Da quanto si apprende i compensi di un anno per i consigli di amministrazione e i collegi sindacali dei quattro istituti salvati dal premier Matteo Renzi ammontano infatti in media a 600mila euro. Nella somma è compreso lo "stipendio" da 400mila euro complessivi del presidente Roberto Nicastro.

Roberto Nicastro, presidente delle quattro banche ponte nate dal salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti, guadagnerà in totale 400mila euro (120mila per Banca Marche e Banca Etruria e 80mila per Carife e CariChieti).
Come spiegano fonti finanziarie riportate da Radiocor, gli emolumenti concessi a Nicastro corrispondono a circa un quarto della sua ultima remunerazione.

"In totale - fanno sapere le fonti - le remunerazioni dei consigli e degli organi sindacali della quattro banche ponte, ammontano mediamente a circa 600mila euro complessivi, il livello più basso tra le banche italiane".
 

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