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TREVISO - La parola giusta è: imbarazzo. A Treviso, roccaforte della Lega dominata dai "tosiani", la notizia di Barbara Tosi, sorella di Flavio, numero uno del Carroccio veneto ed emblema del cambiamento e della pulizia, entrata nel cda della Cassa di Risparmio di San Miniato è piombata come un fulmine a ciel sereno. In pochi parlano, al telefono è una mitragliata di «Non sono cosa dire, non ci siamo mai sentiti». Commentare significa esporsi, vuol dire iniziare a gettare qualche ombra sulla nuovelle vague in salsa leghista.
La vicenda è spinosa. Barbara Tosi è leghista fin nel midollo: a Verona è capogruppo in consiglio comunale. Tratta, in poche parole, da pari a pari con il fratello: uno rappresenta la voce della giunta, l'altra quella della maggioranza. E adesso è finita dritta dritta nel cda della Cassa di Risparmio di San Miniato (Carismi), ruolo ambito, ambitissimo per lustro e ritorni economici.
Non ce l'ha spedita però il Comune, sia chiaro. È stata indicata dalla Cattolica Assicurazione, un'istituzione veronese, che detiene il 25 per cento delle azioni della Cassa di Risparmio. Sulla carta nulla da eccepire: nel cda si era aperto un buco per le dimissioni di un componente, un commercialista, e per tapparlo la Cattolica ha pensato alla Tosi. Sulla convenienza politica invece la discussione è aperta. E i primi a farlo sono stati i leghisti. Alcuni leghisti. Si mormora che ai più alti livello la cosa non sia piaciuta per niente. Mentre a Treviso, che si appresta ad affrontare una delicata stagione elettorale, la Lega è stata percorsa da brividi. Anzi: una parte, quella dei laelisti che mai hanno dimenticato Bossi, ha ridacchiato di gusto. L'altra, i "tosiani rinnovatori" ha abbozzato.
«La sorella di Tosi? Non chiedete a me, chiedete a lui» dice Gian Paolo Gobbo, predecessore di Tosi alla guida della Lega veneta. Poi però aggiunge, senza nascondere una punta di malizia: «Se io ho fratelli? Ho una sorella di 55 anni, non fa politica ma è un'insegnante precaria in una scuola statale». Giorgio Granello, segretario provinciale, si contiene: «Ho appreso dai giornali di questa vicenda, spero che sia all'altezza del ruolo che andrà a ricoprire».
L'argomento è scivoloso. Leonardo Muraro, presidente della Provincia e vice di Tosi, rimane sulla difensiva: «Sinceramente non conosco tutta la storia, bisognerebbe apprendere i dettagli prima di dare qualche giudizio». Più o meno le stesse parole di Arnaldo Pitton, vice segretario provinciale: «Non sapevo nemmeno che Tosi avesse una sorella, ma se è stata nominata in un cda vuol dire che ha i requisti per poterlo fare».
A difendere Tosi ci pensa Luca Baggio, presidente della Liga Veneta: «Flavio e la politica non c'entrano niente - dice -, la nomina arriva direttamente dalla Cattolica con la supervisione della Banca d'Italia. Capisco poi che qualcuno ci voglia marciare sopra, ma è una vicenda molto chiara».