DEUTSCHE BANK, L'INTRIGO DI LONDRA
di Federico Fubini
Dopo il caso Ricucci, licenziato il mago indiano dei derivati del colosso tedesco: buco da 43 milioni.
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17 Gennaio 2006 9:35 MILANO
(WSI) – Rusty («arrugginito») era il suo nome d’arte ma non lo stato della sua reputazione. Laureato dell’Indian Institute of Management di Bangalore, aspirante a vari premi per giovani in carriera, enfant prodige delle sale operative di Deutsche Bank, Anshul Rustagi alla fine però ha commesso una svista: andare in vacanza nella settimana sbagliata. Il collega che ne ha preso in custodia le operazioni a Londra ha contato profitti fittizi per 30 milioni di sterline (43,7 milioni di euro).
Inevitabile che ieri Deutsche Bank comunicasse alla Financial Services Authority, il regolatore della City, di essersi privata dell’apporto di «Rusty». Liberarsi dei dubbi che il ragazzo indiano ha scatenato rischia però di essere più difficile. Da tempo Rustagi trattava valori così rischiosi e opachi che i suoi stessi superiori probabilmente ne avevano perso il filo. I suoi investimenti erano concentrati sui CDO, acronimo inglese delle cosiddette «obbligazioni sintetiche collateralizzate»: nome oscuro per derivati (il valore dipende da quello di altra carta) fatti di segmenti di altri titoli, che a loro volta fungono da assicurazione contro il fallimento di imprese indebitate sul mercato. Strumenti redditizi, se tutto va bene. Ma così complessi che molte banche si rivolgono alla consulenza esterna di matematici per capire cos’hanno in portafoglio.
In un mercato di tassi bassi e rendimenti minimi, con le loro promesse di ricchezza i CDO hanno conosciuto un vero boom. Cinque anni fa non esistevano, oggi si stima ve ne siano in circolazione per un valore (teorico) di 12 mila miliardi di dollari. Nel settore Deutsche Bank è ritenuta la banca più attiva, ma nella vigilanza dei suoi geni ragazzini apparentemente non lo è altrettanto. «Dobbiamo verificare che Rustagi sia un caso isolato e non la spia di un problema generale di controllo» dice ora Gordon Scott, direttore generale per gli istituti finanziari all’agenzia di rating Fitch.
Vero, nessun cliente della banca ha perso denaro. Di sicuro però la divisione di Londra dell’istituto non è al suo primo infortunio. Mesi fa aveva fatto discutere una decisione del capo di Rustagi, l’altro indiano Anshu Jain: responsabile dei Mercati globali della banca, Jain aveva sollevato le perplessità del numero uno di Francoforte Josef Ackermann per il fido da un miliardo concesso da Londra a Stefano Ricucci. Del resto Deutsche, prima banca tedesca, sembra gestita in Europa più come una federazione che come un potere centralizzato. Quando per esempio la Banca centrale europea a dicembre ha alzato i tassi dello 0,25%, Deutsche Bank li ha subito ritoccati addirittura dello 0,37% in Italia. In molti Land tedeschi invece gli interessi a carico della clientela sono rimasti fermi.