QUANDO NE PARLANO... E' PER PRENDERLO PER IL C@LO


«Il più incazzato sono io, e se glielo dice uno dei 5 stelle… » . Dunque siamo al Balby Cafè, epicentro del quartiere Vallette, oltre che del malumore di tutti quelli che qui hanno votato la sindaca Appendino, cioè oltre il 70 per cento.
Armando Monticone, presidente del circolo Legambiente, ex verde, ex Rifondazione, grillino ora dissidente, dice: «Ha fatto qui il comizio di chiusura. Era piaciuta molto, eh sì. Peccato che poi sia sparita. Sono passati quasi sedici mesi dal trionfo, ma lei non si fa più vedere. Logico che chi l’ha votata ora le volti le spalle. Chieda in giro, chieda anche agli attivisti » . Il 26 ottobre Appendino è stata contestata proprio qui, dove era venuta a presentare il mese dell’arte contemporanea. L’aspettavano al varco, quelli del comitato Vallette- Lucento: « Dove sono le case che ci avevi promesso? Dov’è il dialogo?».
Dice il padrone del bar, Salvatore detto Balby, che «da me passano tutti, avrò un cento clienti al giorno. Tutti molto delusi. Ha promesso molto, ma la gente non vede il risultato, quindi non è contenta. Io li ho aiutati, i 5 stelle. Questo bar era il loro ufficio elettorale, io gli ho dato la mia corrente. Deborah faceva la cameriera da me prima di venire eletta. E io stesso ho invitato la gente a votarli».
Deborah è la Montalbano, siede in Consiglio comunale, « era qui stamattina, è l’unica che si sbatte per il quartiere, neanche lei è contenta di come stanno andando le cose», dice Monticone.
E lo dice anche Sabrina, « disoccupata, separata con due figlie. Sono scontenta. Ho votato Appendino, come tutti. Non so se lo rifarei » . E via andare, basta entrare al mercato, proprio nella piazza Don Giuseppe Pollarolo « veniva a parlare con noi, ci ha detto tante belle cose, non ne ha fatta una » , spiega la signora che sta trattando sul prezzo delle cime di rapa. «Ma lo sa, la sindaca, quanto costano le cime di rapa? Io penso di no».
Questo è un quartiere dignitosamente povero, dove si discute del prezzo del pane e « si cerca sempre l’offerta, ma solo chi ha la macchina per andare all’iper, agli altri resta il mercatino, bisogna accontentarsi». Un posto dove per anni è mancato un supermercato, i cittadini hanno fatto una raccolta firme per ottenerlo, « la Appendino ci ha appoggiati, infatti ha poi aperto. Ma è troppo caro per noi. Volevamo un discount, invece questo è più caro di quelli in centro».
E in effetti, mezzo chilo di pasta Barilla costa 89 centesimi, contro i 79 di un supermercato in città. « Guarda qua, le Macine vengono 3,95 » , al Carrefour di via Madama Cristina solo 2,85. Tanto, per chi vive in una casa popolare.
Per come la pensa, l’anziana signora delle cime di rapa potrebbe benissimo aver preso a sassate l’installazione “ Luci d’artista” di piazza Montale. Non è stata lei, l’alibi è che «a quell’ora sono già a letto » , ma molti devono aver pensato che era giusto farlo. E qualcuno l’ha fatto, forse un gruppo di giovani, chissà. Appena montate e prontamente distrutte. Poi rimontate. Luci misere, a dire il vero. Diciotto piccoli pannelli a raffigurare dei coni gelato, « ci siamo sentiti presi in giro », dice Sabrina, «questa roba è un fru fru, mentre noi abbiamo bisogno di cose concrete». Salvatore: «Ce le hanno vendute come luci di Natale, ma allora mettimi delle stelle, o una renna. La gente veniva a chiedere dov’era la gelateria nuova». «Portare le luci d’artista in periferia non significa portare cultura », dice Marco Novello, presidente della Circoscrizione 5. Novello è Pd, riconosce ai 5 stelle « una campagna elettorale sfrenata, soprattutto qui. Molte promesse, pochi risultati. Qui i problemi sono veri, e sono due: lavoro, casa. Punto». Perché qui tutti hanno votato 5 Stelle? « Perché gli piace il vaffa..., stanno dalla parte di chi urla più forte». Dopodiché, « dopo questa ventata populista, adesso dobbiamo occuparci di quella sovranista e xenofoba, quella sì ci preoccupa».
Alle Vallette ci sono questioni più importanti delle luci d’artista, anche se i coni gelato hanno offeso molti. «Serve un ambulatorio, un posto di primo soccorso. Sa quale è l’ospedale di riferimento? Il Maria Vittoria. Uno può ben morire, nel frattempo » . Luca, elettricista con qualche problema di salute, ha evidentemente paura, basta un niente, il traffico, l’ambulanza che tarda. La gente chiede cose semplici, utili, « ci sono tanti spazi vuoti, strutture abbandonate, ad esempio i locali sopra le Poste. Ma lì c’è l’amianto, e chi ci mette i soldi per bonificare il vecchio dopolavoro? Nessuno, così restiamo tutti senza un posto dove andare, vecchi e giovani». Luca ha votato Appendino, al primo turno e dopo, sa che « è difficile trasformare la cacca in cioccolato, e qui della prima ce n’è tantissima, dai precedenti sindaci » . Però, « poi siamo sempre noi a pagare».
« I locali ci sono, manca la volontà ». Monticone elenca le strade ancora da asfaltare, e ci vorrà ancora un po’, forse si comincia in primavera. Aggiunge lo scandalo dell’erba alta, « alta come me, nessuno che venisse a tagliarla » . Va detto che Vallette è quartiere verdissimo, di grandi alberi e prati, « ma se non tagli… Un mese di ritardo, poi la ditta che aveva l’appalto si è pure ritirata. L’erba è cresciuta ancora, la gente era furiosa. Lì la giunta sembrava davvero fatta di dilettanti allo sbaraglio».
E dire che «qui abbiamo avuto il risultato più alto, siamo stati un simbolo di vittoria. C’era una grande attesa, ci siamo ritrovati in una giungla di erbacce. Insomma, tra tempi tecnici e dilettantismo, il quartiere è malridotto » . In più, c’è « lo scontento di noi attivisti, a fronte di una sindaca che si è arroccata nel castello » . Anche con i suoi, per un anno non si è fatta un’assemblea.
Giovanna Gallo, 63 anni, che abita in via delle Primule, non è attivista, ma invalida civile: « Chiara mi piaceva, era giovane e ricca, diceva che ci avrebbe aiutato. Potrebbe anche darci qualcosa lei, basterebbe aprire la borsetta.
Comunque la prossima volta voto Maurizio Sarlo » . E chi è? « Quello del Coemm, il Progetto per un Mondo Migliore, lui sì che aiuta il popolo», paghi un euro al mese con la speranza di vincerne 1500, ma chissà quando.