Stasera, molto incazzata, cercavo Catullo fra i libri...strano...non c'era.
Ma mi sono arrivate queste pagine fra le mani...stranissimo o no?
Cesare a Bruto:
"Non era un sogno, Bruto, il vivere dei mortali, non era la virtù un nome vano se tu soffrivi di non essere Cesare, non volesti essere Cesare neppure per salvare te stesso.
Ed io non gettai la mia vita, un Impero a uno schiavo, ma al più grande di tutti i tirannicidi, tu che non cambiasti la tua sconfitta in una turpe vittoria, e così fosti invitto perchè noi non possiamo essere vinti se non da noi stessi.
Avesti cuore di uccidere Cesare con la tua mano, ma non pugnalasti la libertà rantolante per nutrirti di carni morte.
Cosi doveva essere, Bruto, la fine della Repubblica.la lotta di due spiriti più grandi delle loro persone
Nè tu, ne io, forse,fummo uomini liberi, perchè non possedemmo perfetta purezza, ma questa fu la nostra libertà:averla amata ed essere morti per lei.
Bruto...torneremmo ancora a morire....
Che importano le passioni,gli errori, le cose perdute, le nostre stesse ferite se...il dovere è compiuto?
Ringraziamo Bruto, gli Dei che hanno posto la virtù su un altissima cima, così alta che gli uomini posson dubitare che ci sia,cosi certà,che, senza di lei, non esiste la nostra esistenza"
Elena Bono"Odio et amo...tu forse mi chiedi"