La cittadinanza si può acquisire:
- in virtù dello ius sanguinis (diritto di sangue), per il fatto della nascita da un genitore in possesso della cittadinanza (per alcuni ordinamenti deve trattarsi del padre, salvo sia sconosciuto);
- in virtù dello ius soli (diritto del suolo), per il fatto di essere nato sul territorio dello stato;
- per il fatto di aver contratto matrimonio con un cittadino (in certi ordinamenti la cittadinanza può essere acquistata dalla moglie di un cittadino ma non dal marito di una cittadina); vi sono anche ordinamenti in cui il matrimonio non fa acquistare automaticamente la cittadinanza ma è solo un presupposto per la naturalizzazione;
- per naturalizzazione, a seguito di un provvedimento della pubblica autorità, subordinatamente alla sussistenza di determinate condizioni (come, per esempio, potrebbero essere la residenza per un lungo periodo di tempo sul territorio nazionale, l'assenza di precedenti penali, la rinuncia alla cittadinanza d'origine ecc.) o per meriti particolari. In molti ordinamenti, a sottolinearne la solennità, il provvedimento di concessione della cittadinanza è adottato, almeno formalmente, dal capo dello stato.
La scelta fondamentale che si trovano a fare gli ordinamenti è quella tra
ius sanguinis e
ius soli, avendo gli altri due istituti una funzione puramente integrativa. Lo
ius sanguinis (o modello tedesco) presuppone una concezione "oggettiva" della cittadinanza, basata sul sangue, sull'etnia, sulla lingua (
Johann Gottlieb Fichte). Lo
ius soli (o modello francese) presuppone, invece, una concezione "soggettiva" della cittadinanza, come "plebiscito quotidiano" (
Ernest Renan). Attualmente la maggior parte degli stati
europei adotta lo
ius sanguinis, con la rilevante eccezione della
Francia, dove vige lo
ius soli fin dal
1515.
L'adozione dell'una piuttosto che dell'altra opzione ha rilevanti conseguenze negli stati interessati da forti movimenti migratori. Infatti, lo
ius soli determina l'allargamento della cittadinanza ai figli degli immigrati nati sul territorio dello stato: ciò spiega perché sia stato adottato da paesi (
Stati Uniti,
Argentina,
Brasile,
Canada ecc.) con una forte
immigrazione e, al contempo, un territorio in grado di ospitare una popolazione maggiore di quella residente. Al contrario, lo
ius sanguinis tutela i diritti dei discendenti degli emigrati, ed è dunque spesso adottato dai paesi interessati da una forte
emigrazione, anche storica (
diaspora:
Armenia,
Irlanda,
Italia,
Israele), o da ridelimitazioni dei
confini (
Bulgaria,
Croazia,
Finlandia,
Germania,
Grecia, Italia,
Polonia,
Serbia,
Turchia,
Ucraina,
Ungheria).