la CIA servizio segreto terrorista Americano

A GUANTANAMO, LA CIA HA ASSASSINATO PRIGIONIERI SIMULANDO POI IL LORO SUICIDIO

Lo ha dichiarato una ex guardia di Guantanamo, il sergente Joseph Hickman. Nella notte del 6 giugno 2006, il sergente era di guardia a Camp Delta del campo di concentramento americano per islamici, quando ha visto un veicolo cellulare andare e venire tre volte, ciascuna volta portando un prigioniero a Camp No, un braccio di detenzione gestito dalla CIA. Tra le 11 e 11.30 di notte il cellulare tornò a Camp Delta, ma invece che portare i prigionieri alla baracca dormitorio, andò fino all’infermeria. Dieci minuti dopo, un improvviso accendersi di luci, fari come allo stadio, strillare di sirene – il caos.
Avevano scoperto tre prigionieri impiccati: suicidio! “Tutti e tre con le mani legate ai piedi, si sarebbero ficcati stracci in gola, fatto un nodo scorsoio e sarebbero saltati nel nodo scorsoio simultaneamente”, rievoca il sergente.

Secondo lui, non si è trattato di “incidenti collaterali” durante sedute di tortura, ma di omicidi punitivi. “Nel 2006 facevano circa 200 interrogatori al giorno, ed i prigionieri avevano organizzato uno sciopero della fame totale. Per regola, detenuti in sciopero della fame non possono essere interrogati. Devono aver pensato: liberiamoci degli organizzatori e ci liberiamo dello sciopero della fame”.

I nomi dei tre uccisi: Salah Ahmed Al-Salami, 37 anni, dello Yemen, Mani Shaman Al-Utaybi, 30, saudita, e Yasser Talal Al-Zahrani, 22, saudita anche lui. Quest’ultimo l’avevano portato a Guantanamo quando aveva 17 anni. Nessuna accusa formale era stata elevata contro i tre – come del resto a tutti gli altri detenuti di questo grande carcere a Cuba. Il comandante del campo, vice-ammiraglio Harry Harris, volle comunicare alla Reuters che quei tre si erano uccisi. Con queste parole: “Non hanno alcun rispetto per la vita, né della nostra né della loro. Penso che (il loro suicidio) non sia stato un atto di disperazione, ma un atto di guerra asimmetrica scatenato contro di noi”.http://news.bbc.co.uk/2/hi/5068228.stm



tratto da I delitti britannici. Altro che Litvinenko.
 
‬Come regolamentarle e disciplinarle attraverso l'introduzione regolata,‭ ‬non per legge,‭ ‬ma da accordi di‭ ‬intelligence,‭ ‬di sostanze stupefacenti.‭ ‬Sostanze da destinare ai giovani per diminuire la capacità di resistenza psicologica nei confronti di chi deteneva la gestione del paese.‭ ‬(.) Bisogna togliere l'idea che i servizi segreti siano fondati su uno spirito cavalleresco,‭ ‬i servizi sono fondati sul principio che il nemico va eliminato.‭ ‬(.) la domanda che ci siamo posti è questa:‭ ‬in che misura,‭ ‬con quali mezzi e chi avrebbe poi dato concreta realizzazione ad un piano di diffusione‭? ‬Sicuramente chi distribuiva doveva avere un ritorno economico ed essere assolutamente inconsapevole del‭ ‬perché della distribuzione.‭ ‬(.) un'ipotesi già collaudata da tempo.‭


Un‭'‬ipotesi che vede poliziotti perire in strani incidenti stradali mentre svolgono indagini su trafficanti internazionali legati a servizi segreti stranieri,‭ ‬o che vengono destituiti dalla sera alla mattina solo per aver fatto dei grossi sequestri di eroina.


continua: megachip.globalist.it | Operazione Bluemoon: l'eroina dei servizi segreti

 
Ora È UFFICIALE: Ilaria Alpi Fu Uccisa Dalla CIA. Il Vergognoso Silenzio Generale…
Ora È UFFICIALE: Ilaria Alpi Fu Uccisa Dalla CIA. Il Vergognoso Silenzio Generale…


La docufiction «Ilaria Alpi – L’ultimo viaggio» (visibile sul sito di Rai Tre) getta luce, soprattutto grazie a prove scoperte dal giornalista Luigi Grimaldi, sull’omicidio della giornalista e del suo operatore Miran Hrovatin il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Furono assassinati, in un agguato organizzato dalla Cia con l’aiuto di Gladio/NATO e servizi segreti italiani, perché avevano scoperto un traffico di armi gestito dalla Cia attraverso la flotta della società Schifco, donata dalla Cooperazione italiana alla Somalia ufficialmente per la pesca.

In realtà, agli inizi degli anni Novanta, le navi della Shifco erano usate, insieme a navi della Lettonia, per trasportare armi Usa e rifiuti tossici anche radioattivi in Somalia e per rifornire di armi la Croazia in guerra contro la Jugoslavia.

Anche se nella docufiction non se ne parla, risulta che una nave della Shifco, la 21 Oktoobar II (poi sotto bandiera panamense col nome di Urgull), si trovava il 10 aprile 1991 nel porto di Livorno dove era in corso una operazione segreta di trasbordo di armi statunitensi rientrate a Camp Darby dopo la guerra all’Iraq, e dove si consumò la tragedia della Moby Prince in cui morirono 140 persone.

Sul caso Alpi, dopo otto processi (con la condanna di un somalo ritenuto innocente dagli stessi genitori di Ilaria) e quattro commissioni parlamentari, sta venendo alla luce la verità, ossia ciò che Ilaria aveva scoperto e appuntato sui taccuini, fatti sparire dai servizi segreti. Una verità di scottante, drammatica attualità.

L’operazione «Restore Hope», lanciata nel dicembre 1992 in Somalia (paese di grande importanza geostrategica) dal presidente Bush, con l’assenso del neo-presidente Clinton, è stata la prima missione di «ingerenza umanitaria».

Con la stessa motivazione, ossia che occorre intervenire militarmente quando è in pericolo la sopravvivenza di un popolo, sono state lanciate le successive guerre Usa/Nato contro la Jugoslavia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria e altre operazioni come quelle in corso nello Yemen e in Ucraina.

Preparate e accompagnate, sotto la veste «umanitaria», da attività segrete. Una inchiesta del New York Times (24 marzo 2013) ha confermato l’esistenza di una rete internazionale della Cia, che con aerei qatariani, giordani e sauditi fornisce ai «ribelli» in Siria, attraverso la Turchia, armi provenienti anche dalla Croazia, che restituisce così alla Cia il «favore» ricevuto negli anni Novanta.

Quando il 29 maggio scorso il quotidiano turco Cumhuriyet ha pubblicato un video che mostra il transito di tali armi attraverso la Turchia, il presidente Erdogan ha dichiarato che il direttore del giornale pagherà «un prezzo pesante».

Ventun anni fa Ilaria Alpi pagò con la vita il tentativo di dimostrare che la realtà della guerra non è solo quella che viene fatta apparire ai nostri occhi.

Da allora la guerra è divenuta sempre più «coperta». Lo conferma un servizio del New York Times (7 giugno) sulla «Team 6», unità supersegreta del Comando Usa per le operazioni speciali, incaricata delle «uccisioni silenziose». I suoi specialisti «hanno tramato azioni mortali da basi segrete sui calanchi della Somalia, in Afghanistan si sono impegnati in combattimenti così ravvicinati da ritornare imbevuti di sangue non loro», uccidendo anche con «primitivi tomahawk».

Usando «stazioni di spionaggio in tutto il mondo», camuffandosi da «impiegati civili di compagnie o funzionari di ambasciate», seguono coloro che «gli Stati uniti vogliono uccidere o catturare».

Il «Team 6» è divenuta «una macchina globale di caccia all’uomo». I killer di Ilaria Alpi sono oggi ancora più potenti. Ma la verità è dura da uccidere.

Manlio Dinucci

fonte…..qui
 

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Ora È UFFICIALE: Ilaria Alpi Fu Uccisa Dalla CIA. Il Vergognoso Silenzio Generale…
Ora È UFFICIALE: Ilaria Alpi Fu Uccisa Dalla CIA. Il Vergognoso Silenzio Generale…
La docufiction «Ilaria Alpi – L’ultimo viaggio» (visibile sul sito di Rai Tre) getta luce, soprattutto grazie a prove scoperte dal giornalista Luigi Grimaldi, sull’omicidio della giornalista e del suo operatore Miran Hrovatin il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Furono assassinati, in un agguato organizzato dalla Cia con l’aiuto di Gladio e servizi segreti italiani, perché avevano scoperto un traffico di armi gestito dalla Cia attraverso la flotta della società Schifco, donata dalla Cooperazione italiana alla Somalia ufficialmente per la pesca.

In realtà, agli inizi degli anni Novanta, le navi della Shifco erano usate, insieme a navi della Lettonia, per trasportare armi Usa e rifiuti tossici anche radioattivi in Somalia e per rifornire di armi la Croazia in guerra contro la Jugoslavia.

Anche se nella docufiction non se ne parla, risulta che una nave della Shifco, la 21 Oktoobar II (poi sotto bandiera panamense col nome di Urgull), si trovava il 10 aprile 1991 nel porto di Livorno dove era in corso una operazione segreta di trasbordo di armi statunitensi rientrate a Camp Darby dopo la guerra all’Iraq, e dove si consumò la tragedia della Moby Prince in cui morirono 140 persone.

Sul caso Alpi, dopo otto processi (con la condanna di un somalo ritenuto innocente dagli stessi genitori di Ilaria) e quattro commissioni parlamentari, sta venendo alla luce la verità, ossia ciò che Ilaria aveva scoperto e appuntato sui taccuini, fatti sparire dai servizi segreti. Una verità di scottante, drammatica attualità.

L’operazione «Restore Hope», lanciata nel dicembre 1992 in Somalia (paese di grande importanza geostrategica) dal presidente Bush, con l’assenso del neo-presidente Clinton, è stata la prima missione di «ingerenza umanitaria».

Con la stessa motivazione, ossia che occorre intervenire militarmente quando è in pericolo la sopravvivenza di un popolo, sono state lanciate le successive guerre Usa/Nato contro la Jugoslavia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria e altre operazioni come quelle in corso nello Yemen e in Ucraina.

Preparate e accompagnate, sotto la veste «umanitaria», da attività segrete. Una inchiesta del New York Times (24 marzo 2013) ha confermato l’esistenza di una rete internazionale della Cia, che con aerei qatariani, giordani e sauditi fornisce ai «ribelli» in Siria, attraverso la Turchia, armi provenienti anche dalla Croazia, che restituisce così alla Cia il «favore» ricevuto negli anni Novanta.

Quando il 29 maggio scorso il quotidiano turco Cumhuriyet ha pubblicato un video che mostra il transito di tali armi attraverso la Turchia, il presidente Erdogan ha dichiarato che il direttore del giornale pagherà «un prezzo pesante».

Ventun anni fa Ilaria Alpi pagò con la vita il tentativo di dimostrare che la realtà della guerra non è solo quella che viene fatta apparire ai nostri occhi.

Da allora la guerra è divenuta sempre più «coperta». Lo conferma un servizio del New York Times (7 giugno) sulla «Team 6», unità supersegreta del Comando Usa per le operazioni speciali, incaricata delle «uccisioni silenziose». I suoi specialisti «hanno tramato azioni mortali da basi segrete sui calanchi della Somalia, in Afghanistan si sono impegnati in combattimenti così ravvicinati da ritornare imbevuti di sangue non loro», uccidendo anche con «primitivi tomahawk».

Usando «stazioni di spionaggio in tutto il mondo», camuffandosi da «impiegati civili di compagnie o funzionari di ambasciate», seguono coloro che «gli Stati Uniti vogliono uccidere o catturare».

Il «Team 6» è divenuta «una macchina globale di caccia all’uomo». I killer di Ilaria Alpi sono oggi ancora più potenti. Ma la verità è dura da uccidere.

Manlio Dinucci
Ora È UFFICIALE: Ilaria Alpi Fu Uccisa Dalla CIA. Il Vergognoso Silenzio Generale…

Oggi sappiamo che Hilary Clinton ordinava veri assassini utilizzando i droni con un tweet. L'haker romeno di 44 anni che ha divulgato i suoi messaggi privati è stato incarcerato e successivamente suicidato nella stessa prigione
 
Piano Condor, i nuovi documenti
Informazione Consapevole 18:05 CIA, news, Operation Condor, Piano Condor, storia

Piano Condor, i nuovi documenti - INFORMAZIONE CONSAPEVOLE-Informazione Libera e Indipendente

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Di Roberto Vivaldelli
La Casa Bianca, attraverso il lavoro del National Security Archive – un istituto indipendente non governativo di ricerca con sede a Washington – ha reso pubblici i documenti declassificati dallaCIA inerenti le operazioni eseguite negli anni ’70 e ’80 dai governi dittatoriali dell’America Latina, mirate a reprimere ed eliminare i leader dell’opposizione.
Si tratta di nuove informazioni importanti riguardanti la nota Operazione Condor (o Plan Condor), il coordinamento segreto tra i servizi di intelligence delle dittature militari di Argentina,Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay che sulla carta ambiva a combattere il “terrorismo” ma nei fatti aveva l’obiettivo di reprimere, con ogni mezzo, le forze socialiste e rivoluzionarie in America Latina e all’estero.
Non è un mistero che tale piano si avvalse talvolta della complicità o della connivenza della CIA e dell’FBI.

La documentazione, citata dall’agenzia di stampa venezuelana Telesur, porta alla luce nuovi elementi legati all’accordo volto a facilitare la cooperazione e lo scambio di informazioni sui ”terroristi“, nome dato ai leader dell’opposizione dai governi coinvolti.

Nei nuovi documenti, resi pubblici nelle scorse ore dall’amministrazione Obama, si parla soprattutto della violenta repressione in Argentina tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80 e dei crimini compiuti dal governo golpista di Jorge Rafael Videla, dove emerge, in particolare, un report della CIA del 1977: il governo argentino di allora si era infatti posto l’obiettivo di eliminare i leader dei movimenti ostili a Videla all’estero e in Europa, tra cui anche membri e attivisti legati ad Amnesty International.



Le operazioni in Europa

“La missione delle squadre dell’operazione Condor all’estero – si legge nel documento – era quella di liquidare i leader dei "terroristi", a qualunque livello”. Nelle oltre 500 pagine declassificate si parla inoltre delle terribili torture che dovette subire il socialista Alfredo Bravo, già presidente dell’Assemblea permanente per i diritti umani in Argentina. Fu Robert Pastor, braccio destro di Zbigniew Brzezinski – consigliere per la sicurezza nazionale durante la presidenza di Jimmy Carter, dal 1977 al 1981 – a raccogliere le informazioni e raccontare quello che dovette sopportare Bravo in quel periodo.
Pastor narra che i piedi di Bravo “venivano immersi in un secchio di acqua gelata, fino a quando non erano praticamente congelati, e poi messi nell’acqua bollente”: il leader socialista venne inoltre “sottoposto a potenti elettroshock e buttato in acqua legato, quasi fino all’annegamento”. In un altro documento, l’Agenzia d’intelligence del Dipartimento di Stato americano sottolinea come le “sei nazioni sudamericane che facevano parte della rete del Plan Condor” avevano concordato di “intraprendere omicidi di latinoamericani in Francia”.


In attesa di altri documenti inediti
La prima tornata di documenti declassificati è stato rilasciata nel mese di agosto. Secondo il National Security Archive, altri file verranno pubblicati prossimamente. Gran parte della documentazione da declassificare, secondo la Casa Bianca, si trova attualmente nelle biblioteche degli ex presidenti Jimmy Carter, Gerald Ford, Ronald Reagan e George Bush. Si tratta, secondo Washington, di “uno sforzo storico del governo degli Stati Uniti per cercare di identificare i documenti che portino alla luce i crimini contro i diritti umani compiuti in Argentina tra il 1974 e il 1984”.Carlos Osorio, responsabile del progetto relativo al Sud America presso il National Security Archive , spiega che “con la pubblicazione di questa documentazione, il presidente Obama ha contributo fattivamente alla causa per i diritti umani in Argentina”.

Il Processo in Italia
Nel febbraio del 2015 è iniziato, davanti ai giudici della terza Corte d’Assise di Roma, il primo grado del processo sul Plan Condor. Dopo dieci anni di indagini la lista degli imputati include 21 persone e comprende ex autorità militari e di governo delle sei nazioni coinvolte, accusati a vario titolo della scomparsa avvenuta, tra il 1973 e il 1978, di 23 italiani. L’ultima udienza del processo si è svolta, sempre a Roma, lo scorso 2 dicembre.

FONTE:Piano Condor, i nuovi documenti - Gli occhi della guerra
 

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