Elezioni. Per gli osservatori esteri l’Italia è a rischio caos
-Redazione- -24 febbraio 2013- Le
elezioni di oggi e di domani hanno fatto discutere a lungo gli analisti e gli economisti stranieri; gli osservatori di tutto il mondo, nei giorni scorsi, si sono catapultati nella politica italiana, tentando di delineare i diversi scenari che potrebbero profilarsi all'orizzonte.
L'ipotesi più probabile, secondo gli esperti, è una vittoria di
Bersani, che comporterebbe, però, un contesto di grave fragilità politica.
Il timore più diffuso, nonché più quotato, è infatti quello dell'
instabilità post-elettorale. Secondo gli osservatori, l'Italia si sta per giocare il tutto per tutto, rischiando il caos. Si è trattata, questa, più che mai, della campagna elettorale degli indecisi, degli italiani stanchi dei soliti volti, delle promesse che forse verranno mantenute forse no, della totale anarchia nella ricerca di alleanze, dell'incognita
Grillo.
A detta dei gruppi finanziari
Credit Suisse, Mediobanca e Morgan Stanley, l'esito più incerto sarà quello del Senato. Ammettendo una probabile vittoria del centrosinistra, gli occhi sono puntati sulla tanto vociferata alleanza Bersani-Monti. Un asse più che probabile, ma che non rappresenterebbe una garanzia: la presenza di
Monti darebbe certo un senso di continuità per gli investitori stranieri, ma la coalizione di maggioranza si configurerebbe fin troppo eterogenea e ampia, dunque instabile. Il W
olfgang Mϋnchau non la pensa moltodiversamente: secondo i suoi esperti,in caso di pareggio al Senato, si verificherebbe una situazione non dissimile a quella del governo Prodi del biennio 2006-2008, con un Bersani divorato da una maggioranza cucita alla bell'e meglio. L'Economist segue la corrente e appura il rischio di instabilità, prevedendo nuove elezioni o un Senato a maggioranza risicata.
Ciò che però spaventa più di tutto gli osservatori è il fattore Grillo e l'
astensionismo, che quest'anno pare aggirarsi attorno al 30%. Secondo Weisenthal, il comico-politico genovese sarebbe considerato un pericolo per le banche internazionali e per i mercati.
La
banca JP Morgan paragona il Movimento Cinque Stelle a
Syriza, la coalizione greca che avrebbe, secondo gli esperti, causato danni enormi alle elezioni elleniche e alla situazione finanziaria dello stato balcanico. Il
Wall Street Journal tende a rimarcarlo, sottolineando come l'ascesa di Grillo terrorizzi i mercati e non solo. Non considerando più Berlusconi come nemico numero uno della finanza, vedono nel leader del Movimento Cinque Stelle colui che farebbe crollare inevitabilmente l'Italia nel caos. E la “minaccia” secondo loro è grande e motivata: la maggior parte degli elettori del nostro paese manifesta insofferenza verso la classe politica, trovando in Grillo un leader adeguato al clima di
rabbia.
Anche le riforme diventano tema caldo per le analisi degli economisti: l'agenzia di rating
Standard & Poor's prospetta il rischio che le elezioni vadano ad incidere negativamente sull'attuazione delle
riforme, necessarie invece per sconfiggere la recessione e uscire dalla crisi. Alla stessa conclusione è giunto anche
Bloomberg, il quale teme in un governo incapace di mantenere l'austerità delle riforme, andando così a vanificare gli sforzi fatti negli ultimi anni.